PORTO SANTO STEFANO. Aveva 43 anni, un sorriso strepitoso e tanta bontà nel cuore: era così Francesco Sordini, in arte dj Puccio. Francesco aveva tante passioni e le seguiva tutte con determinazione, ma le cose che più lo rendevano speciale erano la sua umanità e la sua voglia di aiutare il prossimo. Per questo, quando una malattia incurabile lo ha portato via è stato un duro colpo per tutti.
Il cuore di Francesco si è fermato il 30 agosto 2023 e ormai sono 2 anni senza di lui. Anni che hanno fatto sentire quanto è doloroso il mondo senza di lui per la sua famiglia, per la sua compagna Alessia e per tutti i suoi amici.
A chi rimane non resta far altro che ricordare, per questo i genitori di Francesco, Angela e Vittorio Sordini, hanno deciso di organizzare una messa il 30 agosto alle 18.30, nella chiesa di Santo Stefano Protomartire a Porto Santo Stefano.
In memoria di Francesco
È importante ricordare persone come dj Puccio, perché sono quelle che insegnano ad aiutare il prossimo. Ma non solo, perché Francesco ha insegnato a sorridere anche nei momenti peggiori, come ha sempre fatto, anche nell’ultima fase della malattia.
La realtà è che non esistono parole per descrivere a pieno chi era Francesco e la sua bontà di cuore. Nella vita Francesco aveva sempre una buona parola per tutti, era sempre pronto a sorridere alle avversità e con due chiacchere sapeva coma strappare una risata. Era una persona speciale, talmente tanto che ancora oggi in molti postano sulla sua bacheca Facebook i momenti trascorsi insieme.
Ci sono fin troppi motivi per ricordare dj Puccio e ciò che ha lasciato nel mondo. Per questo mamma Angela e babbo Vittorio hanno deciso di dedicargli una messa a Porto Santo Stefano il 30 agosto alle 18.30, per non dimenticare chi ha portato un po’ di luce in un posto tanto buio.
La poesia dell’amica
A Francesco, ho voluto dedicare una poesia, scritta pensando a lui:
A Francesco
Non ti dedico il silenzio.
Il dolore. L’agonia. La tristezza.Non potrei mai.
Me lo hai insegnato tu,
il chiarore della speranza,
l’ombra che s’illumina.Avresti gridato:
«Nunca tristes» più forte di tutti.
Anche di me.Ti dedico il rumore di ogni sorriso strappato.
Ogni nota scritta.
Ogni folla felice.
Ogni raggio di sole.Ti dedico ogni elmo indossato.
Ogni battaglia vinta.
Ogni sorso di vino.Ogni caloroso baratro.
Ogni dannata risalita.Ti dedico chi sono oggi.
Vittorie. Sconfitte. Staticità.Sei in ogni mio passo.
Ti dedico ciò che la malattia ti ha tolto:
la vita.



