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Domenica e lunedì 5 referendum. La guida al voto e i quesiti

Domenica e lunedì si vota per 5 referendum Ecco alcune indicazioni e gli orari d’apertura dei seggi. Cosa si vuole abrogare con i 5 quesiti
Le cinque schede per il referendum di domenica 8 e lunedì 9 giugno
Le cinque schede per il referendum di domenica 8 e lunedì 9 giugno

GROSSETO. Domenica 8 e lunedì 9 giugno il popolo italiano è chiamato a votare su cinque quesiti referendari.

Nelle ultime settimane molte le polemiche politiche, visto che i partiti di maggioranza invitano a disertare le urne, e i promotori invece invitano ad andare al voto.

Il motivo è semplice: se non viene raggiunto il quorum del 50%+1, il referendum non è valido.

Gli ultimi referendum nei quali è stato raggiunto il quorum sono stati quelli del 12 e 13 giugno 2011. Nei quali vinse il sì ma che poi, nei fatti, sono stati applicati solo in parte. Soprattutto quello della remunerazione del capitale investito dal gestore dei servizi idrici è rimasto, nella sostanza, lettera morta.

Non è stato raggiunto il quorum nei referendum del 17 aprile 2016 e del 12 giugno 2022.

Referendum, le informazioni di come si vota

I seggi elettorali saranno aperti ai cittadini domenica 8 giugno, dalle 7 alle 23, e anche lunedì 9 giugno, dalle 7 ma fino alle 15. Nelle stesse date e orari, saranno chiamati alle urne anche i Comuni che sono andati al ballottaggio per il rinnovo dei sindaci, dopo il primo turno che si è svolto il 25 e 26 maggio.

I cinque referendum sono stati approvati lo scorso gennaio dalla Corte Costituzionale. Quattro quesiti erano stati proposti dalla Cgil e riguardano il tema del lavoro, e in particolare l’abrogazione di alcune parti del Jobs Act voluto dal Governo di Matteo Renzi. Un quesito è sul tema della cittadinanza, ed è stato proposto da +Europa.

Per votare serve la tessera e un documento d’identità

Le amministrazioni cittadine stanno preparando i seggi, e per i cittadini il primo passo e nel conoscere il proprio luogo di appartenenza, dove recarsi per votare. Sulla tessera elettorale è ben evidenziato nella parte anteriore, sotto appunto la voce “sezione”. Agli scrutinatori si deve consegnare la tessera elettorale e un documento di identità.

Le cinque schede

I cinque referendum sono abrogativi. Significa che a tutti i cittadini viene chiesto se desiderano cancellare, in tutto o in parte, una legge. Per questa ragione, sulle cinque schede bisogna scegliere se apporre una X su “Sì” o su “No”.

Chi vota “Sì” è per la cancellazione della misura. Il “No” non cambia lo stato attuale.

L’elettore può non ritirare tutte le schede ma solo i quesiti che gli interessano

L’elettore che «rifiuta di ritirare tutte le schede non può essere considerato come votante e non deve quindi essere conteggiato tra i votanti della sezione. Non concorre cioè al raggiungimento del quorum.

Per cosa si vota

La prima scheda è di colore verde. Si interviene su una parte centrale del Jobs act: le regole sui licenziamenti. A ricordare il legame con la riforma voluta da Matteo Renzi è anche il titolo della scheda: “Il contratto di lavoro a tutele crescenti”. Si tratta di una tipologia contrattuale introdotta nel 2015. Si applica ai nuovi assunti a tempo indeterminato dal 7 marzo di quell’anno, relativamente alle aziende con più di 15 dipendenti. In caso di licenziamento illegittimo, è previsto il superamento del reintegro nel posto di lavoro, sostituito da un indennizzo economico “certo e crescente” commisurato all’anzianità di servizio. Si va da un minimo di 6 mensilità ad un massimo di 36. Il quesito referendario propone di cancellare la norma che consente alle imprese con più di 15 dipendenti di non reintegrare un lavoratore licenziato anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Con la vittoria del “sì”, viene abrogato il Dlgs 23/2015 e si torna alla disciplina dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, modificato dalla legge Fornero, la legge 92 del 2012. Con la vittoria del “no” resta l’attuale disciplina del Dlgs 23/2015, modificata da alcune sentenze della Corte Costituzionale (le più “impattanti” sono la n.128 e la n.129 del 2024) e da interventi della Corte di Cassazione.

La scheda verde del referendum dell’8 e 9 giugno 2025 per le regole sui licenziamenti

Il secondo quesito è su licenziamenti e indennità nelle piccole e medie imprese

Il secondo quesito (scheda arancione) sul lavoro promosso dalla Cgil chiede più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese. In particolare riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti: qui in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto di lavoro. Obiettivo del quesito referendario è innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità e lasciando che sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite, tenendo conto di diversi aspetti, come la capacità economica dell’azienda, i carichi familiari e l’età del lavoratore.

La scheda arancione del referendum dell’8 e 9 giugno 2025 per le regole sulle tutele dei lavoratori

Il terzo quesito è sui contratti a termine

Il terzo quesito (scheda grigia) punta a eliminare alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Con la vittoria del “sì” verrebbero introdotte causali specifiche anche per i contratti a termine di durata inferiore ai dodici mesi.

La scheda grigia del referendum dell’8 e 9 giugno 2025 per le regole sui contratti a termine

Il quarto quesito è sulla sicurezza sul lavoro

Il quarto quesito (scheda rossa) si occupa di salute e sicurezza sul lavoro. Le norme attuali impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Il quesito vuole estendere la responsabilità all’imprenditore committente.

La scheda rossa del referendum dell’8 e 9 giugno 2025 per le regole sulla sicurezza del lavoro

Il quinto quesito è sulla sicurezza e sulla cittadinanza

Il quinto referendum abrogativo (scheda gialla) vuole dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia utili per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Il quesito chiede la modifica dell’articolo 9 della legge 91 del 1992 con cui è stato innalzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia utile per la presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni.

La scheda scheda gialla del referendum dell’8 e 9 giugno 2025 per le regole sulla sicurezza del lavoro

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