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«Diteci cosa è successo a Salvatore»: i sindacati chiedono la verità sull’incidente alla Bertocci

«Diteci cosa è successo a Salvatore». I sindacati rompono il silenzio sulla morte di Parlato, il meccanico di 64 anni rimasto ferito alla Bertocci e deceduto dieci giorni dopo. Annunciata una fiaccolata per chiedere verità e trasparenza, lunedì 17
Salvatore Parlato, morto dopo l'incidente alla Bertocci di Piombino
Salvatore Parlato, morto dopo l’incidente alla Bertocci di Piombino

PIOMBINO. «Diteci cosa è successo a Salvatore». È la richiesta, dura e senza più giri di parole, che ieri Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato durante la conferenza stampa convocata a Piombino per annunciare la fiaccolata di lunedì 17 novembre.

Una richiesta che diventa un’accusa: troppo silenzio, troppe omissioni, troppi giorni senza nessuna comunicazione ufficiale sulla morte di Salvatore Parlato, 64 anni, meccanico esperto della Bertocci Montaggi, rimasto ferito gravemente il 29 ottobre a Montegemoli e deceduto il 7 novembre all’ospedale di Siena.

«Le fiaccole – spiegano i sindacati – servono a riportare la luce dove, da quasi tre settimane, è stato lasciato solo buio».


Il lungo blackout: dieci giorni di silenzio, nessuna comunicazione ufficiale

La denuncia dei sindacati è netta.

Dopo l’incidente del 29 ottobre – quando Parlato è stato travolto da uno pneumatico mentre lo stava gonfiando – nessuna comunicazione è arrivata né dall’azienda né dagli enti competenti.

La morte è stata confermata solo il 9 novembre, tre giorni dopo il decesso e solo a seguito delle richieste dei giornalisti. Una conferma arrivata da un familiare, non da canali ufficiali.

«È inaccettabile – dice Gianfranco Francese, segretario provinciale della Cgil –. A oggi non abbiamo ancora un dato certo sulla data della morte, né una ricostruzione ufficiale della dinamica. Non chiediamo dettagli coperti dal segreto, ma il diritto minimo all’informazione. Piombino ha diritto di sapere cosa è accaduto».


Una vicenda mai vista: «In tanti anni mai un caso così»

Alla domanda se esistano precedenti simili, i rappresentanti sindacali scuotono la testa: «Mai. Mai accaduto nulla del genere».

Dopo oltre due settimane dall’incidente, la verità resta un mosaico di voci e ipotesi non confermate. Perfino l’allarme al 118, dicono, non è chiaro: «Non si sa se sia stato dato per un arresto cardiaco o per un incidente».

Una nebbia che preoccupa e fa crescere sospetti.

«Non facciamo illazioni – chiarisce Francese – ma continueremo a martellare con le nostre domande. Se è accaduto una volta, può accadere di nuovo».


Le responsabilità, l’età, la sicurezza: «A 64 anni non si può morire di lavoro»

I sindacati sottolineano anche un altro punto: Parlato aveva 64 anni e stava svolgendo un’operazione rischiosa e faticosa.

«A quell’età si dovrebbe fare altro – afferma Massimo Braccini, segretario provinciale della Fiom –. Non si può morire di lavoro».

Il cortocircuito informativo, inoltre, è aggravato dall’assenza di una Rsu aziendale, che avrebbe potuto fare da ponte nelle comunicazioni.


La fiaccolata del 17 novembre: «Faremo luce sull’accaduto»

La fiaccolata partirà da piazza Cappelletti alle 18.30 e raggiungerà il cavalcavia di largo Caduti sul lavoro, dove sarà deposta una corona in memoria di Salvatore Parlato.

«Non è un atto di accusa – ribadiscono Cgil, Cisl e Uil – ma un atto di dignità. Chiediamo la verità, chiediamo il rispetto dovuto a un lavoratore e alla sua famiglia».

Intanto continua la raccolta di ore lavoro e fondi nelle sedi sindacali: il ricavato sarà destinato ai familiari di Salvatore.

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