Disabili, l'appello di una mamma: «Vorremmo solo una mano» | MaremmaOggi Skip to content

Disabili, l’appello di una mamma: «Vorremmo solo una mano»

I genitori dei bambini con un handicap di Follonica chiedono un aiuto alle istituzioni per il futuro dei loro figli. Risponde l’assessore Marrini
Un bambino autistico durante una crisi (Foto d'archivio)
Un bambino autistico durante una crisi (Foto d’archivio)

FOLLONICA. Essere una madre o un padre è il lavoro più difficile di questo mondo, educare un bambino è complicato. E quando il figlio ha una qualsiasi forma di disabilità la situazione è ancora più difficile. Non si tratta di lamentele, ma della realtà: ancora oggi le barriere che incontrano le persone con un handicap mentale o fisico sono tante, troppe

«Mio figlio è autistico e io lavoro solo per potergli pagare le cure e tutto quello di cui ha bisogno. Io sono fortunata, perché lui è autosufficiente, ma sono troppe le barriere che incontra e incontrerà, sia a livello sociale che istituzionale solo perché è diverso – dice una mamma – Siamo di Follonica e chiediamo alle istituzioni un po’ più di presenza. Un qualcosa che ci dia una mano a dare una vita dignitosa ai nostri figli e a noi».

Le mamme dei bambini disabili di Follonica vivono qualche disagio, fra cui l’impossibilità di far andare i propri figli in un campo estivo perché non ci sono abbastanza educatori e anche l’esclusione dalla società

La mamma: «Vorremmo solo un po’ di aiuto»

Spesso chi ha una forma di disabilità viene isolato, allontanato e dimenticato. Una condizione che non aiuta sicuramente lo sviluppo della socialità di questi bambini, anche loro hanno bisogno di giocare e divertirsi.

«Mio figlio ha iniziato a chiedermi come mai gli altri ragazzi lo lasciano da parte e io mi trovo a dovergli spiegare che non è colpa sua, che spesso le persone sono cattive e che semplicemente lui si relazione in modo diverso – dice la mamma – E questo è ingiusto, ma fortunatamente i figli di una mia amica stanno con lui e ci giocano, ci tengo a sottolinearlo perché si deve parlare anche delle cose belle».

La mamma fa un appello alle istituzioni: chiede che ci sia qualche tutela in più nella città del golfo. «Non vogliamo niente di regalato, siamo disposte a pagare e questo non ci spaventa – dice la donna – Vorremmo qualche tutela in più per i nostri figli dalle istituzioni. Qualcosa che ci aiuti nella gestione della nostra quotidianità e della nostra vita lavorativa, insomma un posto dove loro possano svolgere alcune attività, divertirsi con gli altri bambini ed essere spensierati».

La difficoltà che vivono le mamme è tanta, spesso non hanno tempo di curarsi, hanno dovuto lasciare il lavoro e vivono per la cura del loro figlio. Certo sono cose che fanno tutti i genitori, ma con un figlio autistico o con qualsiasi altra disabilità mentale o fisic è più difficile riuscire a non perdere se stessi e a trovare il tempo per fare qualcosa di ordinario, come solo una bella doccia o un bagno.

Marrini: «Apriamo un tavolo di confronto»

Le mamme e i babbi di chi ha una disabilità vive una vita difficile, ma un’associazione o una qualche attività istituzionale renderebbe la loro vita un po’ più semplice

«Ho visto con i miei occhi matrimoni rovinarsi per i figli, ma non per colpa dei bambini, ma perché è difficile non perdere se stessi quando si ha così tanto da fare e i pensieri che abbiamo noi, per questo la coppia spesso litiga – dice la mamma – Ripeto io sono fortunata, ma i genitori di chi ha forme gravi di autismo si trovano fin troppo spesso a chiedersi cosa succederà ai loro figli quando moriranno o cosa possono fare dopo la maturità».

«La nostra non vuole essere una lamentela su quanto siano cattive le persone o le istituzioni, perché non crediamo nessuna di queste cose, anche se siamo deluse e arrabbiate a causa di molte ingiustizie  – continua – Vorremmo solo una mano ad abbattere le barriere che impediscono ai nostri figli di vivere una vita dignitosa, sia sul lato sociale che organizzativo. Vorremmo avere meno preoccupazioni per il loro futuro e vorremmo un posto che possa darci una mano nella gestione quotidiana dei nostri figli. E vorremmo che questo venisse dalle istituzioni».

Dal Comune di Follonica la risposta è arrivata ed è anche molto chiara e diretta. «Siamo a disposizione per creare un tavolo di ascolto per capire fino in fondo le problematiche di queste mamma – dice l’assessore al sociale Sandro Marrini – Diamo la massima disponibilità per trovare una soluzione ai disagi che vivono queste famiglie».

L’esclusione dei ragazzi 

Sono molti i ragazzi che vivono esclusioni solo perché hanno una qualche forma di disabilità. Esclusioni dai compagni di classe, dalle attività, dalle istituzioni e in qualche caso anche dalla sanità

«La nostra vita è dedicata ai nostri figli, io lavoro dalla mattina alla sera per poter pagare tutto ciò di cui i miei figli hanno bisogno: attività sportiva, terapie, il costo per poter accedere alle terapie, l’educatrice e anche tutti gli spostamenti necessari per poterlo far accedere alle cure – dice la mamma – E mio figlio non è grave, quindi posso permettermi di andare al lavoro per affrontare queste spese. Ma per le mie amiche non è così e per questo chiediamo un aiuto, alcune di loro spendono anche 1.800 euro mensili solo per il figlio».

«Siamo deluse e arrabbiate perché spesso ci troviamo ad affrontare tutto questo da sole, senza un aiuto. Noi siamo forti e fra di noi facciamo gruppo, ci aiutiamo a vicenda. Vorrei ringraziare anche chi ci aiuta con quello che può – continua – A Follonica mancano educatori che ci possano aiutare a prenderci cura dei nostri figli e seguirli fuori dal contesto scolastico. E per noi è più difficile provare a vivere con i nostri figli una vita normale».

Le mamme non chiedono niente di che: chiedono quello che spetta loro in quanto cittadine e persone che pagano le tasse. Chiedono tutele che possono arrivare dalle istituzioni e comprensione dai coetanei dei loro figli. Soprattutto chiedono che i loro figli possano vivere una vita dignitosa.

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

    Visualizza tutti gli articoli

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati

Ultimi articoli

Consigliati

Zone