GROSSETO. L’irrigazione è una delle grandi sfide per l’agricoltura della Maremma, ma presto gli agricoltori potranno contare su una nuova infrastruttura moderna e sostenibile.
Ad Alberese si sono infatti conclusi i lavori per l’installazione di un sistema di sbarramenti mobili in gomma flessibile lungo due canali di bonifica, il Padulino e il Barbicato.
L’opera, progettata e gestita dal Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud (Cb6), è destinata al nuovo comprensorio irriguo Piana dell’Alberese e garantirà acqua a oltre 400 ettari di terreni, con benefici non solo agricoli ma anche ambientali.
Come funziona il sistema di dighe gonfiabili
«Il funzionamento è semplice e innovativo», spiega la direttrice dei lavori Valentina Chiarello.
L’acqua viene prelevata dal fiume Ombrone e convogliata in una rete di canali a cielo aperto grazie al sistema di dighe gonfiabili, che regolano il flusso senza aggravare il rischio di piene.
«A fine stagione irrigua – aggiunge Chiarello – gli sbarramenti vengono sgonfiati, le pompe rimosse e la tubazione chiusa, in modo da lasciare in sicurezza la golena».
Il progetto prevede un pompaggio attivo dal 1° aprile al 30 settembre, con una portata massima di 400 litri al secondo e un volume annuo prelevato di 2,1 milioni di metri cubi.
Durante i test iniziali, in appena 26 ore di pompaggio sono stati prelevati 17.800 metri cubi d’acqua, a una media di 190 litri al secondo: valori perfettamente in linea con le prestazioni ottimali delle due pompe installate.
Una sfida ingegneristica vinta nonostante le difficoltà
I lavori non sono stati semplici. Le forti piogge e una variante di progetto sull’opera di presa – approvata a fine luglio – hanno reso necessario un grande impegno tecnico.
Il collaudo terminerà entro il 31 dicembre, permettendo l’avvio del sistema già dalla prossima stagione irrigua.
Investimenti e prospettive future per la Piana dell’Alberese
Le dighe mobili previste sono tre, ma la più grande deve ancora essere costruita.
«L’importo complessivo del progetto – spiega il presidente del Consorzio Federico Vanni – superava il finanziamento ministeriale da 1,14 milioni di euro, concesso tramite il Piano straordinario per il settore idrico. Per questo la gara d’appalto ha previsto anche i lavori opzionali di completamento, inclusi la grande diga sul canale Essiccatore e il sistema di telecontrollo».
Il Consorzio ha già presentato un progetto di miglioramento funzionale per ottenere ulteriori fondi regionali e completare l’impianto entro il 2027, quando potrà servire oltre 100 aziende agricole su più di 1.000 ettari.
«L’irrigazione – sottolinea Vanni – è una priorità per il nostro ente. Dopo le dighe mobili, lavoreremo su nuovi obiettivi: contrastare il cuneo salino, migliorare l’efficienza dell’impianto irriguo e progettare altre infrastrutture a servizio del territorio».
Irrigazione e tutela ambientale: un equilibrio possibile
Il progetto ha ottenuto anche la condivisione del Parco della Maremma, poiché il mantenimento dei livelli idrici nei canali contribuisce alla ricarica delle falde e al benessere degli ecosistemi.
«Questo intervento – conclude Vanni – è un vero servizio ecosistemico. Grazie alla collaborazione con il Garante della Natura monitoriamo costantemente le componenti botaniche, faunistiche e la qualità delle acque, per un equilibrio tra agricoltura e ambiente che è il futuro della Maremma».








