GROSSETO. Si apre il processo sulle presunte irregolarità nella gestione del depuratore di San Giovanni, l’impianto alle porte di Grosseto finito al centro di un’indagine avviata nel 2022.
Il giudice per l’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio per tre figure di vertice di Acquedotto del Fiora e per la stessa società, chiamata a rispondere in sede amministrativa.
Le accuse: superamenti dei limiti e danni al Fosso dei Molini
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tra il 2021 e il 2024 dagli scarichi dell’impianto sarebbero state rilevate diverse anomalie: superamenti dei limiti tabellari per azoto nitroso, ammonio, solidi sospesi ed Escherichia coli.
Le verifiche — effettuate nel tempo da Arpat, carabinieri e guardia di finanza — avrebbero inoltre individuato sedimenti contaminati da idrocarburi e metalli pesanti (mercurio, rame e zinco) nel bypass secondario dell’impianto e nel tratto del Fosso dei Molini che scorre verso l’area naturale protetta del Padule della Trappola.
Gli episodi contestati coprono un arco di quattro anni, con superamenti riscontrati anche durante gli autocontrolli programmati dal gestore: dieci nel 2021, tre nel 2022, dieci nel 2023 e tre nei primi mesi del 2024.
La gestione del depuratore del Pianetto sotto esame
Due responsabili tecnici di AdF, Michela Ticciati e Cristiano Capocci, dovranno rispondere della gestione dell’impianto del Pianetto, dalla quale — secondo l’ipotesi accusatoria — sarebbe derivato un deterioramento significativo del corso d’acqua recettore.
La contestazione comprende anche l’aggravante dell’inquinamento prodotto in un’area naturale protetta.
L’ex amministratore delegato accusato sul fronte dei finanziamenti Pnrr
Per l’ex amministratore delegato di AdF, Piero Ferrari, l’accusa riguarda invece un presunto tentativo di ottenere indebitamente un contributo da 9 milioni di euro nell’ambito dei fondi Pnrr destinati agli impianti di trattamento dei fanghi.
Il progetto presentato — articolato in tre lotti tra idrolisi, digestione anaerobica e cogenerazione — sarebbe stato, secondo l’indagine, in una fase avanzata di verifica e non conforme ai requisiti richiesti, in particolare al principio europeo “Do no significant harm”, che vieta finanziamenti ad opere potenzialmente dannose per l’ambiente.
Dopo il sequestro del 27 dicembre 2022 della linea di conferimento dei fanghi, all’ex dirigente viene inoltre contestata l’omissione di informazioni che avrebbero potuto bloccare la procedura di finanziamento.
La società chiamata a rispondere per gli illeciti amministrativi
Nel fascicolo è coinvolta anche Acquedotto del Fiora, alla quale vengono contestati gli illeciti amministrativi relativi all’inquinamento ambientale e al presunto tentativo di ottenere il finanziamento pubblico.
Il processo
L’apertura del dibattimento è prevista per marzo davanti al collegio del Tribunale. Nel corso dell’udienza preliminare, il giudice ha accolto la richiesta della Procura, respingendo le opposizioni avanzate dalle difese.



