SCARLINO. Al ministero del made in Italy, convocati dal ministro Adolfo Urso, è arrivata la svolta che la Maremma attendeva da oltre due anni. La crisi della Venator di Scarlino sembra avviarsi verso una soluzione concreta e definitiva.
A confermarlo è il deputato grossetano di Fratelli d’Italia, Fabrizio Rossi, presente all’incontro: «Oggi al Mimit abbiamo finalmente visto compiersi la svolta che tutta la Maremma attendeva. La crisi Venator si avvia verso una soluzione seria e definitiva».
Nuova Solmine si fa avanti: Mansi pronto a rilevare lo stabilimento
Durante la riunione è emersa la prospettiva di una nuova proprietà italiana per lo stabilimento di Scarlino. A farsi avanti è stato l’ingegner Luigi Mansi, presidente di Nuova Solmine spa del gruppo Solmar, una delle prime quaranta aziende chimiche italiane.
Secondo quanto riferito da Rossi, il percorso disegnato dal ministero prevede la firma del preliminare di cessione vincolante entro fine 2025, il subentro operativo di Nuova Solmine dal 1° gennaio 2026 e il recupero del 100% dei lavoratori a partire da aprile 2026.
Rossi: «Scongiurata la chiusura, salvaguardata l’occupazione»
«Dopo nove mesi di lavoro del tavolo di crisi – afferma Rossi – il ministero ha portato a casa un risultato fondamentale: scongiurata la chiusura dell’impianto e garantita la salvaguardia dei posti di lavoro».
Il deputato sottolinea poi la portata del risultato: «È un esito non scontato che restituisce futuro allo stabilimento, al polo industriale della piana di Scarlino e a tutta l’economia della Maremma».
Ringraziamenti al ministro Urso e ai sindacati
Rossi ringrazia il ministro Urso per l’impegno «costante e determinante» e riconosce il ruolo del governo: «Il governo Meloni dimostra ancora una volta con i fatti di essere al fianco dei territori e dei lavoratori».
Il deputato ha ringraziato anche sindacati e associazioni datoriali per il percorso condiviso.
Mansi pronto al rilancio: «Giorno importante per la provincia»
«Sosteniamo il progetto dell’ingegner Mansi – aggiunge Rossi – che punta al rilancio concreto del sito industriale di Scarlino».
Per il deputato, l’accordo apre una fase nuova: «Oggi è un giorno importante per la nostra provincia: si gettano basi solide per salvare un sito produttivo strategico che rischiava di essere perduto. Continueremo a seguire ogni passaggio fino alla completa attuazione dell’accordo».
Simiani: «Ora il rilancio di tutta l’area del Casone»
Sulla vicenda interviene anche Marco Simiani (Pd).
«L’accordo tra Nuova Solmine e Venator Italia per l’acquisizione dello stabilimento di Scarlino (Grosseto) è una vittoria per tutto il territorio e rappresenta finalmente un segnale positivo per il futuro di un’impresa storica e per i lavoratori coinvolti. Questo sito, unico in Italia nella produzione di biossido di titanio, ha un valore strategico non solo a livello locale ma per l’intero comparto industriale nazionale. Con questa operazione si va inoltre delineando la nascita di un gruppo chimico destinato a diventare tra i più significativi del Paese, con importanti ricadute sulla competitività dell’intero settore».
«Siamo fiduciosi, prosegue, che con il supporto delle istituzioni la procedura di acquisizione sarà accompagnata da un serio piano industriale, trasparente e sostenibile, capace di garantire l’occupazione, tutelare l’indotto e offrire concrete prospettive di rilancio. Entro tre mesi tutti i lavoratori saranno reinseriti. Il territorio e le famiglie non sono stati lasciati soli in questa fase di incertezza. Ora è fondamentale che il grande lavoro svolto, frutto della collaborazione tra sindacati, aziende, associazioni e istituzioni, prosegua e si traduca in un accordo di programma in grado di rafforzare le connessioni infrastrutturali, migliorare i livelli ambientali delle imprese e aumentare le opportunità occupazionali dell’intera area del Casone».
La Provincia e i Comuni dell’area: «Torna la fiducia»
Il presidente della provincia di Grosseto e sindaco di Roccastrada e i sindaci dei Comuni di Follonica, Monterotondo Marittimo, Montieri, Massa Marittima, Scarlino, Gavorrano esprimono grande soddisfazione per questo risultato, che rappresenta un passaggio decisivo per la tutela dell’occupazione e per la continuità produttiva di un impianto strategico per l’intero territorio.
«Come istituzioni – si legge nella nota – abbiamo seguito passo dopo passo questa complessa vicenda, prima attraverso l’attivazione del tavolo provinciale, poi con il confronto al tavolo regionale, garantendo attenzione costante, unità di intenti e massima tutela per i lavoratori e le lavoratrici».

Un passaggio fondamentale riguarda anche il cronoprogramma dell’operazione: entro il 31 dicembre si procederà alla chiusura formale dell’accordo, con il trasferimento degli asset e delle maestranze dalla proprietà attuale alla nuova società. Dal 2 gennaio prenderà avvio il percorso di riassunzione del personale, assicurando così continuità occupazionale e produttiva.
Lo stabilimento risulta fortemente interconnesso con il ciclo produttivo di Nuova Solmine per la produzione del biossido di titanio, attraverso l’impiego dell’acido solforico, configurando un vero e proprio polo integrato della chimica di base.
«Oggi prende una strada finalmente positiva il polo industriale – prosegue il comunicato – restituendo fiducia dopo un periodo lungo e difficile. Si aprono nuove prospettive non solo per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti, ma per l’intero sistema produttivo delle Colline Metallifere e per tutta la Provincia di Grosseto. È un segnale importante anche per il futuro della chimica di base, che qui trova uno dei suoi principali centri di riferimento».
Le istituzioni locali confermano che continueranno a seguire con la massima attenzione ogni fase del percorso, mantenendo un confronto costante con le aziende, le organizzazioni sindacali e tutti gli enti competenti, affinché questa transizione si traduca in stabilità, occupazione e sviluppo.
Petrucci: «Smentiti i tanti catastrofisti»
Questo il commento della senatrice Simona Petrucci, di Fratelli d’Italia.
«Quella annunciata oggi al Mimit è una notizia che aspettavamo da mesi e che finalmente riporta fiducia, prospettiva e stabilità a Scarlino e a tutta la Maremma. L’acquisizione dello stabilimento Venator da parte di un gruppo italiano solido come Nuova Solmine non è solo una soluzione industriale: è un segnale concreto di tutela del lavoro, della nostra economia e delle competenze che questo territorio ha saputo esprimere. In questi mesi il Governo e il ministro Urso non si sono mai risparmiati, seguendo passo dopo passo una vertenza complessa e dimostrando, con i fatti, che la politica può davvero trasformare una crisi in una vera opportunità».
«Sono stati smentiti, ancora una volta, i tanti catastrofisti che parlavano di un sito destinato alla chiusura: oggi non solo si salvaguardano centinaia di dipendenti e le loro famiglie, ma si dà respiro a un indotto essenziale per l’economia locale e si pone le basi per un nuovo ciclo di rilancio produttivo. Ora comincia una fase altrettanto importante: accompagnare questo percorso, vigilare sugli step operativi, sostenere investimenti e innovazione affinché Scarlino torni a essere un polo strategico, competitivo e capace di creare nuove opportunità per tutto il territorio. Questo è il nostro impegno e continueremo a portarlo avanti con la stessa determinazione mostrata fin dall’inizio».
Dazzi: (Filctem Cgil): «La cessione era l’unica strada percorribile»
Con la comunicazione ufficializzata oggi al tavolo di crisi presso il ministero del made in Italy si chiude positivamente una vicenda che aveva suscitato grande apprensione sul nostro territorio.
«L’accordo tra Nuova Solmine e Venator Corporate per acquisire l’impianto di Scarlino e il personale – dichiara Fabrizio Dazzi, segretario di Filctem Cgil Grosseto – dà nuove prospettive all’area industriale del Casone e salvaguarda un asset produttivo determinante del manifatturiero maremmano e toscano. Il lavoro svolto dai soggetti industriali coinvolti, e da istituzioni e sindacati, è stato positivo e va salutato come un successo condiviso. La ripartenza in tempi rapidi della produzione, inoltre, assume particolare rilevanza alla luce della crisi in cui versa il comparto della chimica di base in Europa, ma soprattutto in Italia. In particolare, sul nostro territorio, oltre a riprendere la produzione del biossido di titanio, sarà data una risposta fondamentale alle 200 famiglie dei dipendenti diretti e si creeranno le condizioni anche per la ripresa occupazionale dell’indotto».
«Come Filctem Cgil – conclude Dazzi – abbiamo sin dall’inizio sostenuto che l’unica soluzione percorribile di questa crisi fosse proprio la cessione ad un nuovo soggetto imprenditoriale, che vedesse nell’impianto e nelle sue maestranze un’opportunità di sviluppo dell’attività tipica della fabbrica».
La Femca Cisl: «Ora individuare i siti di stoccaggio»
«Una svolta in cui speravamo – dichiara Gian Luca Fè, della segreteria generale di Femca Cisl Toscana – perché potrà mettere fine alla crisi della Venator e delle aziende dell’indotto, ma anche scongiurare un pericolo concreto che minacciava il futuro di Nuova Solmine». Le produzioni delle due aziende, infatti, sono legate e in questi ultimi anni di crisi di Venator, anche la Nuova Solmine ha dovuto fare i conti con un calo di produzione e con la ricerca di un mercato alternativo.
«Con l’acquisto da parte di Nuova Solmine – continua Fè – si scongiura il rischio di chiusura dell’impianto e si salvaguarda l’occupazione, dando una risposta importante ai problemi del Polo chimico di Scarlino, che è l’unico polo industriale della provincia di Grosseto. È evidente che da qui inizia un percorso, in cui dovranno essere valutati e garantiti una serie di elementi, a partire dall’individuazione dei siti di stoccaggio, passando per il piano industriale, le condizioni contrattuali dei lavoratori, ma l’incontro di oggi segna innegabilmente un punto di svolta di cui non possiamo che essere soddisfatti».
«L’accordo di oggi – prosegue Fè – dimostra che il lavoro e l’impegno profusi da tutti i soggetti coinvolti abbiano dato i suoi risultati e per questo ringraziamo il ministro Urso, che ha partecipato alla riunione ribadendo anche il valore aggiunto dal fatto che l’azienda acquirente sia italiana, la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto, tutti i sindaci dei territori interessati, ma anche la direzione di Venator Italy e della Nuova Solmine, che si è fatta carico di un lungo percorso. Se, come ci auguriamo, il progetto di acquisizione andrà a termine positivamente, il territorio potrà vantare un’impresa da 350 posti di lavoro, un indotto che impiegherà altrettanti lavoratori, andando a rinsaldare la solidità di un’area che è strategica per il pil della provincia di Grosseto e della Toscana».
«Siamo di fronte a un risultato che segna una svolta per lavoratori, famiglie e territorio – dichiara Simone Gobbi, segretario generale di Cisl Grosseto -. L’accordo presentato oggi apre finalmente una prospettiva industriale credibile dopo anni difficilissimi. Esprimo soddisfazione sincera e un forte apprezzamento per tutti coloro che hanno contribuito a raggiungere questo punto. Ma voglio essere altrettanto chiaro: oggi iniziamo la fase più delicata. La Cisl Grosseto, insieme alle Rsu e alla Femca Cisl, seguirà con attenzione ogni passaggio della transizione, dal trasferimento dei lavoratori alla tutela degli inquadramenti, degli accordi di secondo livello e dei tempi di rientro dalla cassa integrazione. Per noi c’è un altro elemento fondamentale: oltre ai dipendenti diretti, ci sono lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti della Venator, dalla mensa alle pulizie, dalla manutenzione agli altri servizi, che in questi anni hanno vissuto nella stessa incertezza. La tutela dei loro posti di lavoro sarà una nostra priorità assoluta. Nessuno deve essere lasciato indietro. La nostra soddisfazione non si trasformerà mai in disattenzione. Collaboreremo con spirito costruttivo, ma con determinazione e vigilanza, perché ogni impegno venga rispettato e ogni lavoratore trovi il suo posto nel futuro del polo industriale».




