VAL DI CORNIA. «La sentenza del Consiglio di stato è profondamente ingiusta, iniqua e penalizzante». Non usa mezzi termini Federico Pieragnoli, segretario generale del Sib Confcommercio e direttore di Confcommercio provincia di Pisa e Livorno, dopo la decisione del Consiglio di stato che stabilisce il passaggio gratuito delle strutture non amovibili allo Stato alla scadenza delle concessioni balneari (entro il 2027).
Un provvedimento che — secondo Pieragnoli — «colpisce un settore modello per il turismo italiano, fatto di imprese familiari che meritano di essere tutelate, non punite».
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«Serve un intervento immediato del governo»
«Il governo deve intervenire immediatamente — afferma Pieragnoli — come ha sempre promesso, per tutelare un settore costruito su generazioni di sacrifici, investimenti e un’attenzione al cliente unica.
Le imprese balneari rappresentano un patrimonio di eccellenza del sistema turistico italiano e meritano di essere salvaguardate».
«Sono imprese familiari, non multinazionali»
Pieragnoli ricorda che oltre il 90% delle attività balneari italiane è costituito da piccole imprese familiari: «Sono loro che tengono in piedi l’economia dei nostri territori. Parliamo di aziende che hanno continuato a lavorare anche durante la pandemia, che hanno dato lavoro a chi lo aveva perso in altri settori, che curano e gestiscono con dedizione i nostri litorali».
Secondo Confcommercio, l’applicazione dell’articolo 49 del codice della navigazione — che prevede l’acquisizione gratuita delle strutture non amovibili da parte dello Stato — rischia di distruggere un sistema virtuoso.
«Un modello da proteggere, non da punire»
«Se altri paesi europei avessero un patrimonio come il nostro — continua Pieragnoli — lo difenderebbero con le unghie e con i denti. In Italia invece continuiamo a farci male da soli, invece di trovare soluzioni concrete in tempi ragionevoli».
Il segretario del Sib sottolinea che il turismo balneare è un pilastro del Pil nazionale, e che le imprese del settore non possono essere sacrificate per un’applicazione rigida delle direttive europee.
«No a bandi che cancellano gli investimenti»
Confcommercio si dice pronta al confronto sui futuri bandi di gara, ma chiede garanzie e indennizzi per chi ha investito negli anni: «Non possiamo accettare che non venga riconosciuto nulla a chi ha costruito, ristrutturato e mantenuto in vita gli stabilimenti. Serve una presa di posizione forte e decisa della politica, per salvare un settore che è un fiore all’occhiello del nostro Paese».