Commenta sui social, il sindaco lo contatta, lui protesta: «Il confronto deve essere pubblico» | MaremmaOggi Skip to content

Commenta sui social, il sindaco lo contatta, lui protesta: «Il confronto deve essere pubblico»

Lo studente follonichese riceve la telefonata del primo cittadino dopo aver lasciato un commento su Facebook: «Contatti privati non autorizzati, il confronto deve essere pubblico». La vicenda parte da un post sulle proteste degli studenti
La manifestazione di martedì di fronte al Comune di Follonica

FOLLONICA. Una telefonata inaspettata, arrivata dopo un commento sui social. È quanto racconta Federico Bianchi, giovane follonichese che martedì 18 ottobre ha partecipato alla manifestazione degli studenti delle superiori di Follonica.

«Dopo un mio commento pubblico, del tutto civile e legittimo, riguardante la gestione della situazione nelle scuole di Follonica, sono stato contattato telefonicamente dal sindaco. Una telefonata a sorpresa, considerando che io non avevo mai fornito il mio numero né autorizzato nessuno a condividerlo» dice Federico.

«Il confronto deve essere pubblico»

Una telefonata che non è piaciuta al ragazzo iscritto ai Giovani Comunistə perché per lui «il confronto deve avvenire pubblicamente e non in separata sede, tramite telefonate private».

Federico sottolinea che non si tratta di una questione politica, ma di metodo. Sui social, dove interviene spesso sulle vicende locali, ha avuto in passato confronti anche con il sindaco di Grosseto. «Il sindaco Vivarelli Colonna mi risponde sempre su Facebook, lo apprezzo per questo, perché credo che se la discussione è pubblica, pubblica deve rimanere. Io sono un privato cittadino, non mi aspettavo certo di essere chiamato dal sindaco, che non conosco personalmente, per definire i contorni di un mio commento sui social. Lo ritengo assurdo».

I dubbi sulla correttezza istituzionale

Da qui le domande del giovane: «In che modo un cittadino può essere contattato privatamente da un’autorità pubblica senza aver mai fornito il proprio numero? – si chiede –  Non è una questione personale. È una questione di trasparenza, correttezza istituzionale e rispetto dei cittadini».

Il post sui social 

Tutto sarebbe nato da un commento di Federico sotto ad un articolo del giornale online Il Giunco, relativo alla manifestazione indetta dagli studenti di Follonica.

«Ieri gli studenti non solo si sono trovati i bagni chiusi a chiave ma sono stati addirittura bloccati dentro alla scuola perché mancava una circolare per l’uscita anticipata – ha scritto Bianchi – La preside assente, la vicepreside che aspetta il sindaco, il sindaco irreperibile, i professori divisi tra chi dice “uscite” e chi dice “restiamo”, la municipale che compare e sparisce senza parlare con nessuno. Un caos totale, che in un Paese normale farebbe saltare più di qualche sedia. Alcuni studenti sono arrivati a fare pipì in giardino perché i bagni erano chiusi. Intanto nei plessi mancano da mesi acqua potabile, manutenzione, porte, tapparelle, termosifoni. Una scuola pubblica trattata peggio di un capannone abbandonato».

«La verità – prosegue il post – è che questi ragazzi hanno dimostrato più maturità e senso civico di chi dovrebbe garantire la loro sicurezza. E la parte più vergognosa? Gli studenti hanno contattato più volte il sindaco e gli uffici comunali chiedendo aiuto. Risposta? Da Buoncristiani zero».

 

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