Circondato dal "branco" riesce a scappare e chiamare il 112 | MaremmaOggi Skip to content

Circondato dal “branco” riesce a scappare e chiamare il 112

Il ragazzo è stato accerchiato mentre si trovava al volante: un gruppo di giovani lo ha costretto a fermarsi. Un giovane ha cercato di colpirlo al volto attraverso il finestrino
Via della Repubblica

FOLLONICA. Antonio (nome di fantasia) aveva appena riaccompagnato a casa un amico, quando ha imboccato con la sua auto via della Repubblica nel quartiere di Senzuno. Lì è cominciata la paura.

Accerchiato all’interno della sua auto

Erano circa le una e trenta di notte, una notte qualsiasi del luglio scorso, quando Antonio è stato costretto a fermare l’auto non appena imboccata via della Repubblica: la strada era occupata da un capannello di giovani decisamente alticci.

Questi, appena focalizzata l’auto che si fermava vicino a loro, gli sono andati incontro in massa, aggrappandosi poi al mezzo e cominciando a dondolarlo tra urla e derisioni.

Qualcuno avrebbe anche cercato di raggiungere il volto del conducente con un pugno tirato nel vano del finestrino aperto: giovani loro ma giovane anche lui, che ha prontamente schivato il colpo, dopodiché forse per reazione impulsiva, ha dato improvvisamente gas all’acceleratore liberandosi così dall’attacco assurdo di quella banda.

«In un primo momento non sapevo davvero cosa fare; sono rimasto come folgorato dalla sorpresa – racconta – Mi sembrava di essere in un film, non so nemmeno spiegarlo bene. Forse ero paralizzato anche dalla paura, però appena uno di loro ha cercato di colpirmi, la reazione immediata è stata quella di scappare in ogni modo, anche col rischio di investirne qualcuno e ho dato gas».

É così che il giovane  è riuscito ad allontanarsi da quell’incubo, e quando era abbastanza lontano ha chiamato il 112; subito dopo si è diretto a casa. «Avevo bisogno di andare a casa mia, avevo la tremarella addosso, il fiato corto – racconta – non ho nemmeno aspettato l’arrivo dei carabinieri».

Dopo l’incubo il senso del dovere di parlarne

Sebbene siano passate un paio di settimane dai fatti, Antonio non è a suo agio quando ricorda l’accaduto. L’esperienza è stata brutta, anzi bruttissima dice lui, e ancora non se ne fa una ragione.

Ciò nonostante ha deciso a raccontare la sua esperienza. «Non credo che dimenticherò presto quell’esperienza, però credo che parlarne sia un dovere nei confronti di tutti – dice – Sinceramente non ho trovato la forza in quel frangente di andare a sporgere denuncia: non ho nemmeno dormito quella notte, tanta era l’agitazione e l’incredulità. La situazione però è purtroppo questa, è un fatto reale che poteva andare a finire molto peggio che con un po’ di paura: poteva trovarcisi una donna, o anche una persona più anziana e ripensandoci non mi pare giusto soprassedere. Come non mi pare giusto nemmeno che nella nostra città si possano verificare episodi di questo genere».

Autore

Riproduzione riservata ©

pubblicità

Condividi su

© 2021 PARMEDIA SRL – Via Cesare Battisti 85, 58100 – Grosseto – P.I.V.A. 01697040531
Tutti i diritti riservati.