GROSSETO. I motivi dello sciopero generale nazionale di oggi, 17 novembre, sono tanti. Al centro la finanziaria prevista dal governo Meloni. Dai trentuno milioni in meno agli enti locali toscani ai tagli alla sanità, fino alla revisione delle pensioni, sono solo alcune delle cause ritenute più valide per incrociare le braccia e scendere in piazza.
Dalla sola Cgil Grosseto sono partiti 7 pullman in direzione Firenze. Lì, le sigle sindacali regionali insieme a quelle della Uil hanno inondato le vie del capoluogo per ritrovarsi poi in piazza Santissima Annunziata, che non è riuscita però a contenere tutti.
Le bandiere dei sindacati hanno sventolato per le vie fino circa le 13.30, dove ogni angolo della Toscana ha fatto sentire la propria voce nel capoluogo. «Tutti insieme abbiamo manifestato con una grande partecipazione – racconta Monica Pagni, segretaria Cgil Grosseto – Anche a livello logistico è stato complesso organizzare tutto per arrivare qua, sono arrivati tantissimi pullman da tutti i territori, la piazza era stracolma. È stata una vera soddisfazione, con una partecipazione altissima».
Pagni: «Chi ha scioperato ha rinunciato a una giornata di lavoro»
Le persone, anche quelle che non sono scese in piazza, hanno sentito l’importanza di questo sciopero. «Ancora non abbiamo i dati dell’adesione, ma quelli parziali che abbiamo parlano di una grande risposta – dice Pagni – C’era anche un bel clima tra le persone, indignate ma comunque propositive, è stata una bella Firenze. Ci hanno dato notizia che hanno aderito allo sciopero anche altre persone iscritte ad altre sigle sindacali. A riprova che nei luoghi di lavoro lo scambio di idee è prolifico e ci sono persone che si confrontano e che pensano al futuro di tutti».
Pagni ricorda che per trovare una tale partecipazione in una manifestazione a livello regionale si deve tornare al 2010-2011. «Per trovare una partecipazione simile a una manifestazione più recente, anche se di natura differente, si deve ricordare quella del marzo di quest’anno – ricorda – Quella fatta dopo il pestaggio degli studenti davanti al liceo classico Michelangiolo, sempre qui a Firenze. Anche quella partì dalle Rsu ma coinvolgeva più cittadini a vari livelli».
«Ricordo – conclude – che le persone scioperando hanno rinunciato a una giornata di stipendio, non sono venute a Firenze in gita. Questo è un aspetto non banale, che rende comunque la misura dell’impegno verso una causa che interessa tutti».
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