Cedolare secca più alta, allarme in Maremma: rischio stangata su turismo e affitti brevi | MaremmaOggi Skip to content

Cedolare secca più alta, allarme in Maremma: rischio stangata su turismo e affitti brevi

In Maremma e Val di Cornia gli immobili affittati a scopo turistico sono migliaia: infiamma il dibattito sull’aumento dal 21 al 26% della cedolare secca per gli affitti brevi. Salvini guida la rivolta
In Maremma e Val di Cornia gli immobili affittati a scopo turistico sono migliaia
In Maremma e Val di Cornia gli immobili affittati a scopo turistico sono migliaia

GROSSETO. La cedolare secca sugli affitti brevi fa ancora discutere, soprattutto dopo il ventilato aumento dal 21 al 26% per i proprietari di uno o due appartamenti, dati in locazione per scopi turistici fino a 30 giorni.

Una situazione che, in Maremma, interessa migliaia di famiglie e piccoli imprenditori. Gli affitti brevi sono un fetta importante dell’economia turistica, in un territorio che ricava gran parte del Pil dal settore.

Una vera battaglia nella maggioranza di governo, con molti esponenti di primo piano che si stanno mettendo di traverso e rilanciano le proprie ricette.

Salvini contrario a tassare chi ha due case da affittare

Il primo ad aver manifestato la propria contrarietà all’aumento dell’aliquota è stato il vicepremier Matteo Salvini

«Molti italiani affittano il loro bilocale o il bilocale che hanno ereditato da genitori e nonni per integrare la loro pensione o il loro stipendio – ha detto Salvini – e tassare chi ha una o due proprietà non è una cosa utile né intelligente. Posso capire se uno ha 50 case può pagare qualcosa in più».

Cosa sono gli affitti brevi

Secondo la definizione del 2017, per affitti brevi si intendono i contratti di locazione di immobili abitativi della durata non superiore ai 30 giorni, stipulati dalle persone fisiche direttamente o con un intermediario, anche telematico.

È il caso, ad esempio, dei classici “Airbnb” o delle case vacanza. Vengono considerati solo immobili situati in Italia, pertinenze incluse, e si possono anche includere servizi quali la pulizia o snack per la colazione. 

Il limite è di fissato in quattro appartamenti al massimo sul mercato.

Altrimenti diventa attività d’impresa.

La certificazione del Mef: imponibile da 438 milioni di euro all’anno

Stando alle statistiche sulle dichiarazioni dei redditi del 2023 del Mef, come riporta anche FiscoOggi, i redditi derivanti da contratti di locazione breve stipulati da comodatari ed affittuari (circa 30 mila) hanno generato un imponibile di 438 milioni di euro.

Come funziona la cedolare secca

La norma contenuta nell’articolo 7 della Legge di Bilancio approdata in Senato, cancella di fatto la tassazione agevolata che concedeva ai proprietari di immobili locati non a scopo imprenditoriale di pagare su una sola delle abitazioni affittate ai turisti il 21% in tasse, escludendo tutte le altre imposte. Questa tassazione era molto utilizzata dai privati che affittavano una sola casa.

I partiti come Lega e Forza Italia vogliono la cancellazione

La misura, che dovrebbe portare a regime circa 100 milioni di euro all’anno nelle casse dello Stato, sta dividendo la maggioranza: sia la Lega che Forza vogliono la soppressione della norma che innalza la tassazione sia per i privati sia per chi esercita attività di intermediazione immobiliare o gestisce portali.

Nei giorni scorsi l’altro vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia ha definito la norma “iniqua”.

«Noi siamo contrari all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi – ha detto Tajani – e siamo già al lavoro per modificare quel testo e arrivare assolutamente a cancellare una norma che ci sembra assolutamente iniqua,   la misura non porta grandi vantaggi alle casse dello Stato».

La stessa ministra del turismo Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia invece sostiene la norma sugli affitti brevi così come inserita nella bozza della Manovra.

«Si troverà un accordo ma non penso sia sbagliata – ha detto Santanchè. La cedolare secca è nata per gli affitti lunghi. Qui parliamo invece di affitti brevi. Il Parlamento deciderà, ma trovo che abbia una sua ratio».

Lupi  di Noi Moderati pur sostenendo l’innalzamento della cedolare secca al 26% per gli affitti brevi, ha proposto di abbassare dal 21 al 15% la tassazione a canone libero per incentivare gli affitti a lungo termine di immobili sfitti.

«In una città come Milano è necessario dare risposte a famiglie e professionisti che non trovano casa e che hanno affitti altissimi. Credo che le agevolazioni fiscali vadano indirizzate in quella direzione».

Confedilizia rilancia: «Dimezzare Imu sugli affitti a canone concordato»

Confedilizia per esempio, ha chiesto al governo l’introduzione di incentivi fiscali per gli affitti lunghi a canone concordato.

«La nostra proposta è quella di dimezzare l’Imu per gli affitti “lunghi”, che avrebbe un onere di circa 70 milioni di euro nell’ambito di una Manovra da 18 miliardi – ha detto il presidente dell’associazione Giorgio Spaziani Testa – ed estendere a tutti i Comuni la speciale cedolare secca sugli affitti concordati, in modo da “togliere pressione abitativa dai centri maggiori». 

 

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