GROSSETO. Nel nostro paese, le aziende di famiglia rappresentano, di fatto, un vero e proprio pilastro dell’economia. Basti pensare che solo in Italia, il 70% delle imprese è, per l’appunto, a conduzione familiare. Un numero impressionante, vero? Ed è stato osservato che questo tipo di realtà, nella maggior parte dei casi, dimostra una capacità quasi innata di resistere e reagire ai momenti di difficoltà. In altre parole, laddove un’azienda qualunque spesso si arrende al fallimento, le imprese familiari trovano invece il modo di aggirare l’ostacolo e di proseguire nel loro cammino.
Perché? Le ragioni sono senz’altro molte, e molto diverse tra loro. Una di queste, ha sicuramente a che fare con l’essenza delle aziende di famiglia. Perché le aziende di famiglia non sono tanto il frutto di scelte personali e individuali, quanto il risultato di un progetto collettivo, di un impegno condiviso, di visioni che si tramandano di generazione in generazione. Possono nascere per caso dall’intuizione di un singolo, è vero. Ma col tempo, le imprese familiari crescono ed evolvono, fino a diventare un’eredità dove ciò che si fa si mescola con ciò che si è – e viceversa.
Eppure, portare avanti un’azienda di famiglia non è cosa scontata. C’è chi raccoglie il testimone in maniera naturale, e chi deve prima riconoscerlo come proprio. C’è chi si trova a confrontarsi con il peso della storia, e chi con la sfida di far evolvere un’attività nata in un altro tempo. Non basta imparare a gestire: bisogna saper interpretare, con coraggio, e riuscire a tenere insieme passato e futuro.
È proprio questo il cammino intrapreso da Simone Canestrelli, oggi alla guida della Canestrelli Petroli – un’impresa che affonda le radici nel lavoro e nella visione di suo padre, Riccardo Canestrelli, e che oggi continua a crescere nel solco di una tradizione che Simone ha saputo rispettare e rinnovare.
Come nasce Canestrelli Petroli
Chiusi, 1958. Tra le colline della Valdichiana senese, al confine con l’Umbria, Riccardo Canestrelli diventa gestore del distributore di un marchio leader nel settore carburanti. Inizia così la storia della Canestrelli Petroli – con un uomo, una piccola impresa e tanta voglia di fare. «Mio padre Riccardo è stata una figura centrale per l’azienda che oggi ho l’onere e l’onore di portare avanti», afferma Simone. «Sembra una frase fatta, ma non lo è. La sua impronta è stata fondamentale per imprimere la giusta direzione alla crescita della Canestrelli Petroli».
Ciò che Riccardo scopre nel corso del tempo, infatti, è che non è nato per accontentarsi. Per rimanere lì dove si trova, nel borgo etrusco che lo ospita da tutta la vita. Riccardo vuole spingersi un po’ più in là, e comprende che il miglior modo per farlo è cominciando a diversificare il proprio business. Nel ’73, ancora a Chiusi, decide di aprire il suo primo centro agricolo per la distribuzione all’ingrosso di carburanti. Pochi anni dopo, nel ’76, si ferma a tirare le somme: l’attività del deposito procede spedita, e offre più opportunità. Perciò, è tempo di congedarsi con il distributore di Chiusi – ma solo per il momento.
Fino al ’93, Riccardo tiene fede alla scelta che ha fatto, e si dedica al proprio deposito con impegno e passione. Poi, come in tutte le migliori storie, riceve un segnale. Una proposta che gli fa capire di aver preso la decisione giusta. Perché lo stesso grande marchio che gli aveva dato in gestione il distributore di Chiusi nel 1958, adesso è pronto ad affidargli un secondo deposito carburanti a Poggibonsi. Un piccolo grande passo che porta la Canestrelli Petroli, per la prima volta, al di fuori dei confini della Valdichiana.

La scelta di Simone
Ogni impresa familiare, prima o poi, arriva a un bivio. Quel bivio. È il momento in cui la prima generazione si chiede se e come il proprio progetto potrà continuare. Per Riccardo Canestrelli, quel momento arriva a cavallo degli anni Duemila. Di fronte a lui, suo figlio Simone è ormai un uomo. Segue il corso di laurea in Scienze economiche e bancarie all’Università degli studi di Siena, ha la testa sulle spalle ed è libero di decidere della propria vita. Perché Riccardo lo sa bene: ereditare un’azienda non è un destino, ma una scelta. Così, senza pressioni né aspettative, si limita a fare a Simone una domanda tanto semplice quanto decisiva: «Vuoi farlo, oppure no?».
«Mio padre non mi ha mai imposto nulla», racconta Simone. «Mi ha solo detto: “Decidi con calma, ma decidi in modo responsabile. Perché se sei dentro, poi non puoi uscire al primo ostacolo”». È un momento cruciale, in cui si intrecciano il futuro di un uomo e quello di un’impresa. Perciò, Simone si prende il tempo necessario, osserva, riflette. «In realtà, non ci ho messo poi così tanto a capire che quella era la mia strada. Non perché fosse la più facile, ma perché la desideravo. Perché ci credevo».
È in quel momento che inizia il passaggio di testimone. Riccardo e Simone siedono, finalmente, allo stesso tavolo e prendono insieme le prime decisioni: dismettere il deposito di Chiusi, ma costruire lì la prima sede operativa della Canestrelli Petroli, nel 2004. Un gesto carico di significato, che unisce ragione ed emozione.

Dalla Val d’Elsa alla Maremma
Dal primo giorno, la crescita della Canestrelli Petroli è forte e costante. Finché, nel 2009, accade l’irreparabile: Riccardo Canestrelli scompare, lasciando la guida dell’azienda a Simone. È allora che quel momento cruciale verficatosi solo pochi anni prima si rivela in tutta la sua provvidenza. Simone lo ricorda bene – e lo ricordiamo anche noi: ha fatto una scelta, e adesso è chiamato a tenerle fede, come suo padre prima di lui.
Perciò, fa ciò che Riccardo gli ha insegnato. Si rimbocca le maniche, e nel frattempo pensa al prossimo passo, a un nuovo traguardo. Un obiettivo che gli appartenga, e al contempo rispetti la memoria di tutto il lavoro fatto fin lì. Basta una parola per descriverlo: Maremma. «Ho sempre frequentato la Maremma, fin da quando ero un bambino e con la mia famiglia trascorrevo le estati a Castiglione della Pescaia», dice Simone. «In qualche modo, ho sempre percepito un forte legame con questa terra complessa, ma ricca di potenziale e di straordinarie opportunità».
Per Simone, il desiderio di arrivare in Maremma si inserisce all’interno di un progetto di ampio respiro, che mira a portare un deposito e un distributore di carburante a marchio Canestrelli Petroli in ciascuna area di pertinenza – la Valdichiana, la Val d’Elsa e appunto la Maremma. Così, dopo lunghi anni di progettazione, dal 2013 al 2015 Simone costruisce un distributore a Sarteano, a soli 10 km dal deposito di Chiusi, acquisisce il polo di Colle Val d’Elsa dove oggi sorgono, fianco a fianco, un deposito e un distributore, e fonda il deposito di Grosseto – il luogo dove ci ha accolti, in un tiepido pomeriggio di maggio, per raccontarci la storia della sua vita e della sua azienda.

Tra ragione ed emozione
Alla guida della Canestrelli Petroli, o forse ancor prima, Simone ha imparato a muoversi lungo una linea sottile. Un equilibrio che conosce bene chi si trova ogni giorno a prendere decisioni, a immaginare scenari, a gestire rischi e opportunità. Da una parte c’è la ragione: il rigore, la competenza, la professionalità. Dall’altra c’è l’emozione: la passione autentica per ciò che si fa, il senso profondo di responsabilità verso chi c’era prima, e verso chi verrà dopo.
«Il mio motto è: cercare sempre il modo migliore per fare ciò che c’è da fare», spiega Simone. «Eppure, riesco davvero a dare il massimo solo quando ciò che faccio riesce a coinvolgermi, a emozionarmi. È lì che sento di essere nel giusto». Una filosofia di lavoro che si riflette in ogni aspetto della gestione di Canestrelli Petroli: nella precisione dei processi, nella cura dei dettagli, nella costante volontà di migliorarsi senza snaturarsi. Ma anche nel rispetto delle relazioni umane, nella capacità di ascoltare e di restare presenti. È questa combinazione tra testa e cuore a definire, oggi, l’identità della Canestrelli Petroli.
E forse, è proprio questo il segreto che dà forza e continuità a un’impresa familiare: il sapere che si tramanda, e il sentire che resta vivo. Quel sentire che ha unito Simone a suo padre Riccardo, e che oggi guarda già avanti, verso una nuova generazione che cresce. I figli di Simone si chiamano Riccardo e Alfredo, hanno sedici anni e portano i nomi dei loro nonni. Non sanno ancora se un giorno vorranno far parte dell’azienda di famiglia. Ma una cosa è certa: se decideranno di farlo, sarà per scelta, mai per dovere. Esattamente com’è stato per loro padre.

Un nuovo inizio, ancora una volta
Forse, leggendo queste righe, ci avrete fatto caso. Quando abbiamo parlato del progetto di portare un deposito e un distributore in ciascuna area di pertinenza della Canestrelli Petroli — la Valdichiana, la Val d’Elsa, la Maremma — abbiamo omesso un dettaglio. O meglio, lo abbiamo custodito fino a questo momento. Vi siete accorti che non abbiamo mai fatto riferimento al distributore di Grosseto?
Finalmente, quel tassello mancante sta per andare al suo posto. Un progetto inseguito con determinazione, rallentato da difficoltà che spesso sfuggono al controllo di chi fa impresa, ma che adesso — dopo tanta attesa — è pronto a diventare realtà. A fine giugno, Grosseto Nord accoglierà il nuovo distributore firmato Canestrelli Petroli.
E sarà più di un’inaugurazione. Sarà un’altra tappa di un viaggio cominciato più di sessant’anni fa, tra le colline di Chiusi. Sarà il segno concreto che le idee camminano insieme alle persone, e che quando la direzione è chiara, anche gli ostacoli diventano parte del cammino. In fondo, l’abbiamo detto all’inizio: le aziende di famiglia hanno una capacità innata di superare ogni avversità.
E così, ancora una volta, la storia dell’azienda si fonderà con quella di chi la guida. Perché, come ci ha insegnato Simone, l’importante non è tanto arrivare. L’importante è sapere perché – e per chi – si parte.

Canestrelli Petroli – Sede di Grosseto – Via dello Zircone, 58100
grosseto@canestrellipetroli.it
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