CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Elezioni regionali, scelta dei candidati e ruolo degli iscritti al Pd. L’opinione di Dario Viti, ex sindaco di Castiglione della Pescaia che si chiede, nel giorno della scadenza del termine per presentare le liste dei candidati alle prossime elezione, quale sia stato il contributo nella scelta di chi rappresenterà i democratici in regione.
Domanda retorica, quella di Viti, della quale conosce già la risposta: nessuna.
«Ormai noi elettori, anche quelli iscritti al mio partito – dice – non contiamo assolutamente nulla».
Decisioni prese lontano dai cittadini
«Nessun coinvolgimento a livello locale, nessuna assemblea degli iscritti, nessun dibattito aperto alla base. Le decisioni vengono prese altrove, spesso lontano dai cittadini e dai loro bisogni. Le segreterie dei vari livelli scelgono i candidati e, con un sistema elettorale che favorisce il predominio delle liste rispetto alle preferenze – dice Viti – l’ordine di presentazione sulla lista spesso decide chi entrerà in Parlamento o in Consiglio regionale, senza alcun reale confronto con gli elettori. Potremmo pensare a un sistema più trasparente e partecipativo, che coinvolga effettivamente gli iscritti e i cittadini, così da ridare senso e peso alle scelte collettive».
Secondo Viti, bisogna smettere di fare retorica e domandarsi perché gli elettori sono in calo rispetto al passato.
«La questione non è solo numerica, ma di fiducia e di senso di appartenenza. La campagna elettorale si apre, e sarà quasi esclusivamente orientata a organizzare assemblee, eventi e propaganda finalizzata a sostenere candidati scelti dall’alto, lontani dai reali bisogni della collettività».
«È necessario recuperare un rapporto autentico tra cittadini e politica, favorendo processi di partecipazione che coinvolgano realmente le persone, non solo nei momenti elettorali, ma nel quotidiano».
Vince la logica di cordata, non il merito
Sulla proposta di candidare l’assessora Susanna Lorenzini, esclusa poi dalla direzione regionale, Viti aggiunge: «Una nostra assessora era candidata da una corrente alle regionali, ma poi esclusa da quella maggioritaria. Un esempio evidente di come le decisioni siano spesso dettate da logiche di cordata, più che dal merito o dalla rappresentanza effettiva».
«La trasparenza e la meritocrazia devono tornare al centro del sistema, affinché gli elettori possano recuperare fiducia e sentirsi rappresentati da chi ha realmente il compito di ascoltarli e rappresentarli. È evidente che l’elettore, pur iscritto e coinvolto nel partito, si sente disorientato, amareggiato e, nonostante la sua fede politica, perde l’affezione a un sistema che non lo coinvolge più, che lo fa riflettere sul fatto che continuare ad iscriversi è ormai una scelta priva di senso, poiché la propria considerazione è completamente azzerata».
«È fondamentale rivedere le modalità di coinvolgimento degli elettori, promuovendo processi partecipativi genuini che diano loro voce e ruolo attivo nella vita politica. Smettiamo anche di fare retorica sulla disaffezione alla politica in generale; questa non nasce solo dalla mancanza di coinvolgimento nelle candidature, ma dalla percezione che la politica, così come oggi viene esercitata, sia distante dai cittadini e dai loro bisogni reali. La distanza tra politica e società alimenta il senso di frustrazione e di incomprensione».
Una politica vicina ai cittadini
La ricetta proposta da Viti è semplice. «È urgente promuovere una politica più vicina ai cittadini, che ascolti e rispetti le istanze della comunità, recuperando fiducia e credibilità», dice.
«Personalmente, andrò a votare. Sempre. Ma non voterò più il “migliore”, bensì il meno peggio, perché perdere fiato e speranza può portare a scelte dettate più dalla rassegnazione che dalla convinzione. Solo un cambiamento profondo nei modelli di partecipazione e di responsabilità può risollevare le sorti della nostra democrazia».



