PIOMBINO. Si alzano i toni sul rigassificatore di Piombino e il promesso trasferimento a Vado Ligure.
Se il sindaco Francesco Ferrari non devia dalla sua impostazione – nei giorni scorsi ha confermato che l’iter per il trasferimento va avanti – dall’altra il presidente della regione Liguria, Marco Bucci, indipendente di centrodestra ed ex sindaco di Genova, ribadisce con chiarezza che Vado non è un’opzione.
La chiara presa di posizione del presidente della Liguria è stata ribadita in consiglio regionale martedì 17 giugno. In risposta al vice presidente del consiglio regionale Roberto Arboscello, del Pd.
«Mi preoccupano le affermazioni del sindaco di Piombino perché confermano i timori espressi in consiglio regionale oltre un mese e mezzo fa – dice Arboscello – l’iter va avanti e non sono sorpreso. Chiediamo al presidente Bucci e alla giunta cosa hanno fatto con atti concreti per scongiurare l’arrivo del rigassificatore a Vado Ligure. Parole e proclami ne hanno fatti tanti ma ora ci dicano cosa è stato fatto in concreto per scongiurare l’arrivo. In effetti l’iter procede e non c’è un commissario a quell’opera che guidi la procedura o che la fermi. Finché la politica non interviene e Bucci non fa pressione, la procedura va avanti».
Arrivo, peraltro, che era stato accettato dal precedente governatore, il forzista Giovanni Toti.
Bucci: «Vado non rientra nel progetto»
Il presidente Marco Bucci ha replicato chiarendo che, per la Regione, Vado non è nel progetto.
«Il governo va avanti con il suo progetto – ha detto – ma Vado non è incluso nel progetto. Sarà l’esecutivo a decidere e io ribadisco che Piombino è la locazione ideale. Qui da noi non c’è un motivo tecnico per farlo, vorrei dire che noi abbiamo fatto il nostro lavoro. Mi sembra ci sia la Via in corso, ma noi come Regione abbiamo dato il nostro parere, quindi noi abbiamo fatto tutto il nostro lavoro. Se qualcuno ha bisogno di atti nazionali che li vada a cercare, no?».
Il sindaco va avanti, qualcuno però lo vuole
E a Piombino che succede? Se da una parte il sindaco chiede il rispetto delle promesse, legate anche alla realizzazione delle necessarie infrastrutture di collegamento nella nuova location, dall’altra, nei mesi scorsi, sono arrivati segnali non proprio incoraggianti per tutti coloro che chiedono che la ex Golar Tundra, ora ribattezzata Italis Lng, lasci il porto di Piombino. E che invece fanno pensare a una permanenza per altri 20 anni, fino al 2046.
Prima ci sono stati numerosi operatori del porto che hanno chiesto che la nave resti. Poi anche Jsw e Metinvest si sono allineati alla richiesta.
Quindi l’Ad di Snam, Stefano Venier, presentando il piano industriale dell’azienda fino al 2029, ha sottolineato che: «Il rigassificatore di Piombino ha dimostrato la sua strategicità in due modi: primo, ha venduto tutta la sua capacità per i prossimi 20 anni; secondo, ha permesso di diversificare gli approvvigionamenti, peraltro operando in condizioni di massima sicurezza».
Infine anche Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nella “Valutazione dei piani decennali di sviluppo delle reti di trasporto del gas naturale 2023“ ha messo nero su bianco che spostare il rigassificatore costa troppo.
Insomma, l’impressione è che si prepari il campo a una permanenza “obtorto collo”, alla quale anche il Comune è profondamente contrario.
Ma adesso lo scontro è tutto politico. E anche Eugenio Giani, alla vigilia del voto regionale, una posizione precisa dovrà prenderla.
Il comitato: «La città merita rispetto»
Il comitato della salute pubblica ribatte con forza sostenendo che: «La nave del gas se ne deve andare entro luglio 2026 perché così è tassativamente scritto nell’autorizzazione rilasciata dal commissario governativo della regione Toscana».
Dunque, l’autorizzazione alla collocazione in porto e all’esercizio sono temporali. Rifacendosi alla sentenza del Tar che pone il limite di scadenza a tre anni, l’impressione però è quella che con un documento o una risposta a cadenza di due anni e con nessuna nomina commissariale si possa trascinare nel tempo questa situazione.
«L’amministrazione tutta – conclude il comitato in una nota – ognuna per le proprie competenze, dovrebbe e fare pressione sul governo per mantenete impegni già presi, nei tempi stabili dall’autorizzazione. Il profilo della tempistica è già negli atti approvati è il 2026 ed è solo questa data che va difesa e pretesa. La città merita rispetto».
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Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c'è orario e neppure luogo. C'è passione, c'è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso. Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere. Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.
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