GROSSETO. Un settembre magico per i funghi, era da tempo che in questo periodo di fine estate non si trovavano così tanti porcini. Merito delle piogge intense intorno al 20 agosto, e del “rinforzino” di sabato 30 scorso. Le temperature miti dei giorni successivi hanno fatto il resto, perché l’equilibrio è delicato, e anche il troppo caldo non aiuta.
Sia chiaro, nessun fungaiolo vero ci dirà mai dove li trova, i posti sono un po’ come il segreto di Fatima, sono sacri. E loro ci vanno a colpo sicuro. Soprattutto in un periodo come questo nel quale, lo confermano in molti esperti raccoglitori delle varie zone della Maremma, i funghi stanno spuntando un po’ a macchia di leopardo. Ci sono zone da sempre vocate dove non se ne vede uno e altre dove riempi il cestino in cento metri quadrati.
Difficile quindi fare una mappa, ma qualche indicazione, incrociando le informazioni, si può dare.
Calcolare i tempi dalla pioggia
Il tempo che passa tra una pioggia utile e la comparsa dei porcini dipende da diversi fattori (temperatura, tipo di bosco, umidità del suolo).
Dopo una pioggia “giusta” (abbondante e prolungata) servono in media 7–15 giorni perché i porcini inizino a spuntare.
Le temperature ottimali sono di giorno 18–24 °C, di notte: sopra i 12–13 °C. Se le notti scendono troppo o i giorni sono troppo caldi, la crescita rallenta.
Nei castagneti e querceti di media quota (collina/montagna bassa, 400–900 m), le buttate sono più rapide: anche dopo 6–8 giorni dalla pioggia. Nelle faggete di quota (oltre i 1.000 m, come Amiata e Metallifere alte) i tempi sono più lunghi: 10–15 giorni, ma le buttate durano di più.
Poi ci sono i fattori di disturbo, come il vento forte o la tramontana che asciugano il terreno e possono “bruciare” la buttata, ma anche il sole diretto in boschi radi, perché accelera l’asciugatura.
- Dopo le piogge di fine agosto/inizio settembre, i primi porcini si sono già visti dopo una settimana nei castagneti bassi e nei querceti.
- In questo momento (settembre 2025), con piogge ricorrenti, si può avere un ciclo quasi continuo: ogni pioggia “importante” apre la strada a nuove buttate dopo circa 10 giorni.
- In questi giorni (intorno al 6–7 settembre): le zone interne e i boschi bassi sono probabilmente in piena fioritura micologica: un’occasione perfetta per uscire prima che le buttate inizino a calare.
- Per le aree alte (Metallifere, Amiata, Sorano): le migliori uscite sono intorno al 10–14 settembre, tenendo d’occhio le piogge eventuali: ogni nuova perturbazione ricarica la stagione, con nuovi cicli di 7–15 giorni di crescita.
Un calendario per la raccolta in Maremma
1. Colline Metallifere (Montieri, Roccatederighi, Boccheggiano)
- Dopo la pioggia: 7–10 giorni
- Motivo: suolo ricco, castagneti e querceti a 500–900 m reagiscono velocemente.
- Consiglio: prime uscite già a una settimana dalla pioggia, soprattutto nei castagneti ombrosi.
2. Monte Amiata (Castel del Piano, Arcidosso, Abbadia, Piancastagnaio)
- Dopo la pioggia: 10–15 giorni
- Motivo: quote alte (1.000–1.500 m), clima più fresco, quindi crescita più lenta ma più duratura.
- Consiglio: pianifica uscite due settimane dopo piogge abbondanti, con buttate più lunghe e stabili.
3. Sorano e Alta Valle del Fiora (Selvena, Sovana, Montebuono)
- Dopo la pioggia: 8–12 giorni
- Motivo: boschi misti (querce, castagni) su terreno tufaceo, con buona ritenzione idrica.
- Consiglio: già dopo 8 giorni si trovano porcini nei querceti bassi, salendo progressivamente verso i castagneti.
4. Maremma interna bassa (Tirli, Montebottigli, Civitella, Roccastrada)
- Dopo la pioggia: 6–9 giorni
- Motivo: quote più basse (300–600 m), terreno caldo, quindi buttate veloci ma di breve durata.
- Consiglio: agire in fretta: i funghi “esplodono” e finiscono nel giro di pochi giorni.
5. Zone costiere e macchia mediterranea (Scarlino, Gavorrano, Monte Argentario)
- Dopo la pioggia: 5–8 giorni
- Motivo: suolo sabbioso e secco, quindi i funghi arrivano presto ma resistono poco.
- Consiglio: correre subito dopo la pioggia, perché l’esposizione al sole li fa deteriorare rapidamente.
Le tre zone in Maremma dove è più facile trovarli
In questo periodo, come detto, i porcini si trovano molto a macchia di leopardo. Però ci sono almeno tre zone dove le probabilità sono più alte. In particolare la zona delle Colline Metallifere, il Monte Amiata e la zona del Tufo.
Colline Metallifere: dove puntare per i porcini
1) Montieri–Gerfalco (Cornate e Poggio di Montieri)
Crinali sopra i 1.000 m (Cornate di Gerfalco 1.060 m; Poggio di Montieri 1.051 m) con versanti freschi e, più in basso, castagneti e querceti: ottimo mix per i primi porcini dopo piogge utili. Accessi comodi da Gerfalco e Montieri; utili i sentieri ad anello sulle Cornate.
2) Boccheggiano–Travale (Montieri)
Colline a circa 675 m con boschi di castagno (qui è “cultura” oltre che habitat): quando l’umidità tiene, i castagneti regalano belle fungaie. Buone entrate anche dal nucleo rurale di Gabellino.
3) Prata–Tatti (Massa Marittima)
Mosaico di castagneti e querceti; i boschi attorno a Prata sono segnalati da anni come molto produttivi. Ideale con notti fresche e terreni che restano umidi.
4) Roccatederighi–Sassofortino–Val di Farma (Roccastrada)
Quote 530–560 m, querceti collinari e umidità “di valle” lungo la riserva del torrente Farma (tra Roccastrada e Monticiano): buona tenuta nei periodi secchi grazie ai fondovalle ombrosi.
5) Gavorrano–Scarlino (Bandite)
Boschi mediterranei (leccete, sugherete, pino marittimo): interessanti dopo piogge abbondanti e persistenti, ma in genere meno costanti di settembre rispetto alle aree interne più alte.
Le zone del Monte Amiata
1) Castagneti tra Castel del Piano e Arcidosso
- Ambiente classico: castagni secolari, terreno fresco e ombroso.
- Settembre è il momento giusto: le piogge recenti hanno reso i suoli perfetti per le prime “buttate”.
- Molti sentieri CAI partono dai centri storici e portano verso i boschi più produttivi.
2) Vivo d’Amiata e Santa Fiora (versante grossetano)
- Zone ricche di acqua (sorgenti e canalette), che mantengono l’umidità anche nei periodi asciutti.
- I porcini qui arrivano in anticipo, spesso già a inizio settembre.
- Le faggete sopra i 1.000 m regalano funghi più tardivi, ma i castagneti di medio versante sono già attivi.
3) Abbadia San Salvatore (versante senese)
- Ampie faggete e castagneti, spesso frequentate anche da cercatori “storici”.
- Ottimo periodo tra metà settembre e ottobre, ma quest’anno le nascite sono già iniziate.
4) Piancastagnaio
- Territorio che alterna faggete, castagneti e radure: ideale sia per porcini che per altri funghi (galletti, russole).
- Buona accessibilità e parcheggi per escursioni giornaliere.
5) Zone di confine con Sorano e Selvena
- Quote leggermente più basse ma molto interessanti: piogge abbondanti hanno favorito nascite anticipate anche qui.
- Bosco misto (querce e castagni), perfetto per le prime raccolte.
Sorano, territorio da porcini
È una delle zone che quest’anno (settembre 2025) si sta rivelando molto produttiva per i porcini, grazie alle piogge abbondanti cadute in agosto. Il territorio va dai 300 agli 800 m, con boschi misti di querce, castagni e conifere, che mantengono umidità anche nelle stagioni più asciutte. Le precipitazioni di fine agosto hanno reso la zona una delle prime a vedere nascite già in anticipo rispetto alla media. Qui i terreni tufacei e i boschi misti sono perfetti per Boletus edulis e Boletus aestivalis (il “porcino estivo”).
- Selvena: versante collinare con boschi di castagno, ricchissimi nei periodi piovosi.
- San Quirico e Montebuono: macchia mista e zone ombreggiate, ideali per le prime buttate.
- Vallerana – Sovana: aree tufacee più calde, dove si possono trovare funghi già dai primi di settembre.
- Confini con il Monte Amiata: i boschi che salgono verso Castell’Azzara e Semproniano danno continuità alla “cintura micologica” Amiata–Fiora, una delle più produttive della Toscana meridionale.




