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«Basta prese in giro»: guardie giurate in sciopero

Lavoratrici e lavoratori della sicurezza in piazza: «Vogliamo diritti, contratto regionale e buoni pasto». Presidio davanti alla Ranger
Il presidio della guardia giurate davanti alla sede dei Ranger

GROSSETO. Sciopero in tutta la Toscana per le guardie giurate e gli addetti ai servizi di sicurezza.
Oggi, 29 dicembre 2025, la mobilitazione regionale proclamata da Filcams Cgil e Uiltucs Toscana ha portato allo stop delle attività in numerose realtà del territorio, con un presidio unitario dei territori di Grosseto e Siena davanti alla sede Ranger di Siena.

Una protesta forte contro l’atteggiamento delle associazioni datoriali, accusate di sottrarsi al confronto per la sottoscrizione di un contratto integrativo regionale unico.

«Siamo arrivati al limite»

Alla manifestazione hanno partecipato, per Uiltucs Toscana, Johnny Galeotti, responsabile area di Siena, Alfonso Vennera, funzionario sindacale area di Siena e Dorsaf Oueslati, responsabile area di Grosseto, insieme a numerose lavoratrici e lavoratori.

Presidio Ranger a Siena

«Siamo arrivati al limite – dicono – Dopo mesi di scioperi e mobilitazioni continuiamo a ricevere solo chiusure e nessuna reale disponibilità alla trattativa. È una mancanza di rispetto verso chi ogni giorno garantisce la sicurezza di cittadini, imprese e istituzioni».

Un settore essenziale ma trattato come marginale

Il comparto della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza svolge una funzione fondamentale per la collettività, ma continua a essere considerato un settore secondario. Turni gravosi, alte responsabilità e retribuzioni inadeguate rappresentano la quotidianità di migliaia di addetti in Toscana.

Nel 2025, denunciano i sindacati, è ancora necessario rivendicare strumenti minimi di tutela come i buoni pasto, indispensabili per chi lavora molte ore lontano da casa e spesso in contesti difficili.

«La dignità del lavoro non è negoziabile»

«Non chiediamo privilegi – concludono i sindacalisti – ma un trattamento giusto, corretto ed equo per tutti. Vogliamo un contratto integrativo regionale che metta fine alle disparità e riconosca finalmente il valore del nostro lavoro».

La protesta di oggi non è considerata un punto di arrivo, ma un segnale chiaro: senza risposte immediate e senza l’apertura di una trattativa reale, la mobilitazione continuerà e si intensificherà.

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