GROSSETO. Un viaggio alla ricerca di una possibilità, quella che spesso viene negata a molti in diversi Paesi del mondo, con un pizzico di paura per le barriere. Così inizia la storia di Valentina Junea, una donna di 59 anni che viveva a Grosseto da un paio d’anni. Valentina era una lavoratrice, una donna semplice con il cuore grandissimo. A Grosseto aveva sperato di poter lavorare come badante. Ma la malattia si è manifestata, inesorabile, poco dopo il suo trasferimento.
Una malattia che l’ha uccisa, il 5 novembre. Non ha trovato un lavoro, in Italia. Ma ha trovato una comunità, quella moldava, che non l’ha mai lasciata sola. Nonostante in città non ci fossero né il marito, rimasto in Moldavia, né i figli che vivono all’estero, Valentina ha potuto contare su una seconda famiglia. Su una comunità che con amore le è rimasta al fianco fino alla fine.
«La comunità moldava di Grosseto ha mostrato tutta la sua umanità: tutti sono andati a trovarla durante le terapie, hanno ospitato i suoi figli quando sono venuti dalla madre e hanno fatto una colletta per aiutarla con le spese – dice Angela Bojinov – Io l’ho aiutata a parlare con i medici per capire la sua condizione medica».
L’amore della comunità moldava
Valentina ha trovato una seconda famiglia a Grosseto: persone, medici e infermieri che le hanno mostrato tantissima umanità. Non solo l’hanno curata: l’hanno accolta con dolcezza.
«Mi ha contattato la figlia e mi ha chiesto di aiutarla, perché non le passava la tosse. Quando l’ho accompagnata al pronto soccorso hanno scoperto la malattia – racconta Angela – Valentina mi diceva che temeva di non essere accolta in Italia, ma che invece aveva trovato delle persone pronte a starle accanto e ad aiutarla senza pensarci due volte. Sia la comunità moldava che i medici sono stati comprensivi. Era molto felice di questo».
In molti andavano a trovarla tutti i giorni e qualcuno ha ospitato i suoi figli quando, la sera del 5 novembre, sono venuti a Grosseto. Angela ha aiutato la 59enne come traduttrice e lo ha fatto con il cuore. Un gesto semplicemente e teneramente umano, qualcosa che le persone stanno perdendo.
Una seconda famiglia a Grosseto
«Era molto timida e non voleva pesare sulle spalle delle persone, per questo mi ha scritto la figlia e non lei – continua Angela – Tutti sono stati umani con Valentina: l’hanno fatta sentire come se fosse a casa, e questo le riempiva il cuore di gioia. Soprattutto perché da noi, in Moldavia, molti pensano a se stessi e non al prossimo. Qua l’hanno aiutata tutti come potevano».
L’associazione dei moldavi di Grosseto si chiama Moldova in Italia ed è sempre pronta ad aiutare ogni cittadino moldavo che ne abbia bisogno. Come ha fatto con Valentina. La sua salma ha lasciato l’obitorio dell’ospedale, per tornare a Bascalia, sua città d’origine. Il carro funebre delle onoranze La Pace la stanno accompagnando a Monaco di Baviera, da dove continuerà il suo viaggio verso casa con il mezzo di un’azienda locale.



