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L’arte del futuro alla chiesa dei Bigi

Nuovo appuntamento della rassegna “Corrispondenze” con protagonista Vanessa Rusci, in programma giovedì 10 febbraio alle ore 17.30
Due opere di Vanessa Rusci
Due opere di Vanessa Rusci

GROSSETO. L’intelligenza artificiale e le opere del Museo Collezione Gianfranco Luzzetti. Il risultato si vedrà nel nuovo appuntamento della rassegna “Corrispondenze” con protagonista Vanessa Rusci, in programma giovedì 10 febbraio alle ore 17.30 nella chiesa dei Bigi: “L’arte del futuro – Luzzetti Collection Defragmented”.

E così, dopo il grande successo della crypto art di Leonardo Viti, in Clarisse arriva un progetto che produce arte tramite algoritmi: Vanessa Rusci – grossetana che vive e lavora tra Roma e Londra, visual artist, fotografa e performer – esporrà tre opere frutto dell’intelligenza artificiale dedicate alla Collezione Luzzetti e parlerà di questa forma d’arte insieme con il direttore del museo Mauro Papa.

Il biglietto d’ingresso costa 5 euro (ridotto a 3 euro per i soci di Fondazione Grosseto Cultura) con ingresso al museo, degustazione di tè e visita guidata (con catalogo gratuito) alla mostra “Furio Cavallini ovvero il Crazy Horse di Bianciardi”. I posti sono limitati, è consigliata la prenotazione: 0564 488066 / prenotazioni.clarisse@gmail.com. Nell’occasione sarà possibile sottoscrivere o rinnovare la Grosseto Card, la tessera socio di Fondazione Grosseto Cultura.

Rusci: «La mia ricerca artistica legata alle nuove tecnologie»

«La mia ricerca artistica – dice Vanessa Rusci – riguarda il rapporto tra esseri umani e i media, le nuove tecnologie e i diritti umani. “Luzzetti Collection Defragmented” è un intervento sulle opere della collezione Luzzetti utilizzando algoritmi d’intelligenza artificiale, un mondo in continua evoluzione. È un insieme di tecnologie differenti che interagiscono per consentire alle macchine di percepire, comprendere, agire e apprendere con livelli d’intelligenza simili a quelli umani».

«Possono essere molte cose: di base si tratta di un algoritmo complesso programmato da un essere umano, capace di realizzare velocemente moltissime cose, a seconda dello scopo per cui è stato scritto, e che sa imparare. L’artista può usare l’algoritmo come un semplice tool, uno strumento per realizzare la sua idea, o collaborare, relazionarsi con lui per creare, modificare arte».

Le applicazioni nel campo artistico, infatti, ad oggi sono davvero tante: dalla ricostruzione di opere perdute alla generazione di dipinti, sculture, musica, mostre, installazioni.

«La mia riflessione nel progetto Defragmented, che ha una serie dedicata anche alla Collezione Luzzetti – dice ancora Vanessa Rusci – riguarda prevalentemente il fatto che gli algoritmi di intelligenza artificiale stanno introducendo nuovi modi di produrre arte e ci pongono infinite domande e riflessioni: ci stanno cambiando la vita, infatti si parla di “Quarta rivoluzione industriale”. Una rivoluzione molto silenziosa, c’è poca consapevolezza a riguardo. Ci trasformeranno o ci cancelleranno? Non prendo una posizione, né a favore né contraria, voglio solo stimolare una riflessione».

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