GROSSETO. Il comitato di Rispescia, che si oppone all’antenna 5G accanto al paese, ha deciso di fare ricorso al Tar, affidandosi all’avvocato Alessandro Biamonte, cassazionista, specializzato in diritto amministrativo, con studi a Napoli, Roma e Milano. Un grande esperto del settore.
Dall’altra parte il Comune, con Andrea Guidoni, consigliere di Fratelli d’Italia, stesso partito dell’assessora all’ambiente Erika Vanelli, replica che il Comune non ha le competenze sulle autorizzazioni, di competenza nazionale in base al Piano 5G varato nel 2021 dall’allora governo Conte.
Il comitato: «Nessuna risposta soddisfacente dal Comune»
«Nonostante gli incontri tenuti nelle scorse settimane con l’assessora Erika Vanelli e con i dirigenti del suo settore – scrivono dal comitato che si oppone all’antenna -, non sono state fornite risposte soddisfacenti. Le richieste dei residenti sono rimaste inascoltate, nonostante sia stato evidenziato un rilevante numero di errori e incongruenze nel piano comunale degli impianti di radiocomunicazione, nonché una preoccupante assenza di coinvolgimento della popolazione nelle scelte urbanistiche».
«L’assemblea del comitato ha dunque approvato con estrema decisione e fermezza la strategia proposta dal direttivo e dal presidente Carmine Caracciolo, dando pieno mandato ad agire attraverso tutte le azioni legali necessarie per contrastare questa decisione».
«In particolare, l’assemblea ha deciso di affidare l’incarico di rappresentanza legale all’avvocato Alessandro Biamonte, docente universitario e professionista di riconosciuta eccellenza a livello nazionale nel campo del diritto amministrativo con studi a Napoli, Roma e Milano».
«Per garantire la massima trasparenza nella gestione economica dell’iniziativa, è stata inoltre deliberata l’apertura di un apposito conto bancario intestato al comitato, dove verranno registrati tutti i movimenti finanziari relativi alla causa legale. Ciascun promotore presente ha sottoscritto formalmente un impegno economico e procederà al versamento della quota personale non appena si sarà proceduto alla registrazione formale del comitato presso l’Agenzia delle Entrate».
Caracciolo: «Costretti ad andare per vie legali»
«Le vie legali si rendono necessarie quando chi dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini preferisce girarsi dall’altra parte, facendo spallucce di fronte alle proprie gravi disattenzioni – ha dichiarato il presidente Carmine Caracciolo -. Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla nostra determinazione nell’ultimo incontro (lunedì 4, ndr) ha potuto constatare un’energia incredibile e una sincera volontà collettiva di lottare fino in fondo per ottenere ciò che ci spetta: dignità e giustizia per Rispescia».
Il comitato è deciso ad allargare il fronte della partecipazione e sarà presente con una sua colorata delegazione a Festambiente, per invitare tutta la comunità a sostenere con forza le prossime tappe di questa importante battaglia per il territorio.
Guidoni: «L’assessorato all’ambiente non ha alcun potere autorizzativo»
Andrea Guidoni, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, interviene a nome di tutto il gruppo consiliare sulla vicenda.
«In merito alle polemiche sull’installazione dell’antenna 5G nella frazione di Rispescia, è doveroso fare chiarezza una volta per tutte – scrive -: l’assessorato all’ambiente del comune di Grosseto non ha alcun potere decisionale o autorizzativo in materia. Le valutazioni sull’impatto elettromagnetico non vengono fatte dall’amministrazione comunale né tanto meno dall’assessorato all’ambiente, ma esclusivamente da Arpat, come previsto dal D.Lgs. 259/2003 e dalla legge regionale n. 49 del 2011».
«Il piano antenne comunale – spiega Guidoni – non attribuisce poteri autorizzativi al Comune, ma si limita a fotografare la situazione degli impatti sul territorio. Rispescia, come tra l’altro risulta nel Piano 5G Italia, rientra tra le aree individuate a livello nazionale come prioritarie per la copertura, trattandosi di una così detta area a fallimento di mercato».
«È importante sottolineare – commenta il capogruppo di Fdi – che il Piano 5G Italia fa parte di un’iniziativa del governo Conte II, varata nel 2021 e finanziata con fondi Pnrr, per garantire la copertura digitale nei territori, anche nelle aree più svantaggiate. Il Comune, pertanto, non ha facoltà di modificare tale programmazione nazionale. Gli impianti di telecomunicazione, per legge, sono considerati opere di urbanizzazione primaria di pubblica utilità. Questo significa che i gestori, nel rispetto della normativa, possono richiedere l’installazione di antenne in quelle aree necessarie per garantire il servizio. L’unico organo tecnico che valuta e controlla i limiti elettromagnetici, come già specificato è Arpat, insieme alla Soprintendenza competente, per eventuali vincoli paesaggistici».
«Adesso – prosegue Guidoni – scaricare la responsabilità sul nostro assessore e sull’amministrazione comunale è fuorviante e quantomai pericoloso. È nostro dovere informare correttamente cittadini, garantendo chiarezza e trasparenza, e non lasciar credere, come invece vorrebbe qualcuno, che il comune attua scelte arbitrarie o illegittime».
Cos’è il Piano Italia 5G
Il Piano Italia 5G è stato varato nel 2021 dal Dipartimento per la trasformazione digitale, cioè la struttura di supporto alla presidenza del consiglio dei ministri per la promozione ed il coordinamento delle azioni del governo finalizzate alla definizione di una strategia unitaria in materia di trasformazione digitale e di modernizzazione del Paese attraverso le tecnologie digitali.
Dipende dal sottosegretario alla presidenza del consiglio per l’innovazione, Alessio Butti, di Fratelli d’Italia.
Dopo l’approvazione del Piano 5G Italia il 21 marzo 2022 sono stati pubblicati i due bandi per lo sviluppo delle reti 5G in Italia. I due interventi, per un totale di 3,7 miliardi di euro, sono finalizzati a rilegare in fibra ottica più di 10.000 siti radiomobili esistenti e a realizzare nuovi siti radiomobili 5G in più di 2000 aree del Paese. Il finanziamento pubblico previsto dai bandi arriva a coprire fino al 90% del costo complessivo delle opere.
Il primo bando prevede incentivi sugli investimenti per la realizzazione di rilegamenti in fibra ottica di siti radiomobili esistenti fino al 90% del costo degli stessi. Il 13 giugno 2022 il bando è stato aggiudicato con con l’assegnazione di 725 milioni di euro. Destinatari, oltre 11.000 siti radiomobili che saranno collegati in fibra ottica entro il 2026.
Il secondo bando incentiva la realizzazione di nuove infrastrutture di rete mobili (fibra, infrastrutture e componenti elettroniche) con velocità di trasmissione di almeno 150 Mbit/s in downlink e 30 Mbit/s in uplink, anch’esse finanziate fino al 90% del costo complessivo.
Il 28 giugno 2022 è stato aggiudicato il bando, con l’assegnazione di circa 346 milioni di euro.



