SCARLINO. La festa del Primo Maggio per la Venator Italy di Scarlino è una festa a metà e a dirlo è il drappo nero che sventola dalla ciminiera. Così hanno voluto le Rsu aziendali che in occasione dell’assemblea di dei lavoratori di ieri pomeriggio, 30 aprile, hanno issato il simbolo del lutto che adesso sventola sulla piana.
«A breve gli ammortizzatori sociali termineranno – dicono i lavoratori – tante persone hanno già perso il lavoro. La multinazionale Venator non ha ancora dato le risposte su cosa vuol fare della fabbrica di Scarlino. È il tempo di agire o sarà troppo tardi».
L’incontro al Mise
Ad oggi sono più di 200 i dipendenti in cassa integrazione e 150 i lavoratori dell’indotto che condividono con i primi un futuro incerto. E l’attesa adesso è per l’incontro sulla crisi industriale dell’azienda fissato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy per il prossimo 12 maggio a Roma.
Di fatto la Venator Italy con oltre 200 milioni di euro di fatturato rappresenta la realtà industriale più importante del territorio. Proprio per questo motivo il ministero si è impegnato a convocare la multinazionale per capire le reali intenzioni sull’impianto di Scarlino.
L’azienda che sino al 2022 era la più grossa realtà imprenditoriale della provincia di Grosseto, la prima in assoluto per volumi di fatturato, è adesso in crisi: la ciminiera è spenta perché da oltre un anno e mezzo è stata sospesa la produzione.
L’assemblea dei lavoratori

La Venator mercoledì 30 aprile ha incontrato in fabbrica i rappresentanti politici e istituzionali del territorio in un’assemblea con i lavoratori come parte delle celebrazioni della festa dei lavoratori, anticipata di un giorno per lasciare posto alle iniziative politiche e sindacali ufficiali del primo maggio e incontrare meglio la disponibilità degli invitati.
Erano presenti i sindaci dei comuni limitrofi, il presidente della provincia Francesco Limatola, i parlamentari eletti in Maremma, l’assessore regionale Leonardo Marras in collegamento remoto, la Rsu e i rappresentanti provinciali delle organizzazioni sindacali. E tutti concordano su un unico punto fermo: serve un’assunzione di responsabilità da parte dell’azienda e da parte di tutti.
Il silenzio della multinazionale e la possibile vendita
Le scadenze sono vicine ma ancora non è chiaro quali siano le intenzioni della multinazionale. Intanto Il 31 gennaio è terminata la cassa integrazione straordinaria per i dipendenti e dal 1° febbraio sono stati attivati i contratti di solidarietà.

Le domande si concentrano tutte sulla strategia industriale pensata per Venator anche se non mancano voci che parlano di una possibile futura vendita con cambio di proprietà. La casa madre lascia però tutti, ancora una volta, senza risposte, come se Scarlino fosse una periferia lontana.