PIOMBINO. I lavori di ristrutturazione della parte finale di corso Italia è iniziata il primo settembre e vedrà il suo proseguimento fino a piazza Verdi.
L’opera, da 4milioni e 400mila euro di intervento da quadro economico interamente finanziato con contributi statali, rientra in un progetto più ampio di rifacimento dell’area pedonale del centro storico, un cantiere itinerante che terminerà in piazza Verdi. Una riqualificazione di corso Italia che apporterà anche migliorie significative e necessarie, ma che al momento sta creando anche enormi problemi ai commercianti che hanno la propria attività proprio dove vengono effettuati i lavori.
La durata presunta dei lavori è di circa 22 mesi e andranno avanti a stralci funzionali consecutivi, tuttavia la riqualificazione del corso mette a dura prova la sopravvivenza dei commercianti che si sono già riuniti per poter chiedere soluzioni concrete, contributi e diminuzioni delle imposte da pagare, come la Tari e il Cup per compensare i disagi e salvaguardare la salute delle attività almeno fino al termine dei lavori di ogni zona interessata dai lavori.
Doni: «Dicembre senza lavorare»
Ad intervenire sul tema è stato Marco Torchioni, presidente di Confcommercio, che ha pubblicamente ringraziato l’amministrazione comunale per aver accolto le richieste presentate dai commercianti, tuttavia questo non basta, servono misure concrete.
«Sinceramente? Non credo basti neanche sospendere o rateizzare la tari o altre tasse sul suolo pubblico. A noi serve poter lavorare» lo dice chiaramente Laura Doni, proprietaria della storica Caffetteria del Corso. Un attività che va avanti da tanti anni e che aveva già superato la fase Covid.
Come sta andando l’attività da quando ci sono i lavori?
«Male, molto male. Non stiamo lavorando un granché, quindi non stiamo incassando, tuttavia dobbiamo pagare l’affitto del locale. Le tasse, il mutuo, e tutto il resto non si ferma perché ci sono dei lavori in Corso Italia. Dobbiamo andare avanti e andare avanti in questo momento è difficile».
Quando sono iniziati i lavori?
«I lavori sono iniziati il primo di settembre. Ci avevano assicurato che per dicembre sarebbero finiti, invece siamo sempre in alto mare. Se tutto andrà bene termineranno a marzo».

«Neppure avvertiti»
La disperazione di Laura traspare da ogni sua parola e dal suo bar, con le seggiole vuote, con le persone che sfrecciano di corsa sul marciapiedi senza fermarsi lì dove fino a qualche mese fa c’era il gazebo, dove si poteva sorseggiare un cappuccino e fare due chiacchiere con gli amici, comodamente seduti, affacciati sui negozi della strada. Laura guarda la desolazione che la accerchia, poi le viene in mente un dettaglio:
«Non ci hanno neanche avvertito. Che avrebbero chiuso il corso l’ho scoperto dal capo cantiere che mi ha fermata per dirmi di togliere il gazebo, tre giorni prima dell’inizio dei lavori. Tre giorni prima».
«Nessuna pec dal comune, nessuna comunicazione ufficiale. Non è così che si danno certe notizie. A noi non è arrivato niente. E poi smontare un gazebo come quello che avevo non è stato facile, fortuna che ho il posto in cui tenerlo, finché non potremo rimetterlo. In questo modo ho perso i dodici posti esterni».

Anche gli altri negozi sono nella stessa condizione?
«Alcuni anche peggio. Ci sono attività che hanno appena aperto e che speravano proprio nelle vendite di Natale di poter rientrare con le spese fatte per l’investimento. Le persone non vengono da questa parte».
Non è stato fatto proprio niente per migliorare la situazione?
«Qualcosa è stato fatto. Hanno abbassato i teli delle inferriate che delimitano i lavori. Prima c’erano i teli fino in cima, così noi eravamo del tutto isolati e anche le persone che passavano da questo marciapiede non potevano vedere le vetrine dei negozi che sono dall’altra parte. Per un periodo hanno addirittura chiuso l’accesso ad una parte e poi dall’altra, ovviamente senza avvertirci. Dovevano mettere degli attacchi alle tubature o dei cavi elettrici, non ricordo di preciso, fatto sta che noi siamo venuti al lavoro, abbiamo preparato il tutto per le colazioni e poi non abbiamo potuto aprire perché l’accesso al nostro lato del corso era bloccato».
«Ora hanno messo dei cartelloni diversi per incentivare le persone a proseguire in questa direzione, ma arrivare così fino a marzo sarà davvero molto lunga».

Come commercianti avete intenzione di fare qualcosa?
«Abbiamo già segnalato la problematica e abbiamo avuto poche risposte. In ogni caso non credo bastino, perché la nostra clientela si è ridotta al 30% di quello che è sempre stata. Servono sostegni economici, come è stato fatto in altre parti d’Italia in contesti di questo genere, altrimenti non potremo farcela».
E una volta terminati i lavori in questa parte?
«…proseguiranno fino in piazza Verdi e allora sì che sarà un problema. Quella zona è particolarmente frequentata soprattutto da i turisti. Sarebbe stato meglio partire da lì in inverno che approcciarsi ai lavori in primavera nei pressi del Rivellino. Per i piombinesi che sanno quali negozi ci sono e dove non è un grande problema, ma i turisti, non sanno dove sono le varie attività. È un problema anche per quanto riguarda l’economia locale che proviene dal flusso turistico. Spero davvero che vengano prese delle misure concrete, che possano davvero aiutarci».
