Addio Angelo, simbolo del tennis, l'eleganza in campo | MaremmaOggi Skip to content

Addio Angelo, simbolo del tennis, l’eleganza in campo

È scomparso a 96 anni Angelo Carminati, una delle figure più amate del tennis piombinese. Per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per la città e per generazioni di sportivi
Il circolo di Piombino e Angelo Carminati con la moglie Paola
Il circolo di Piombino e Angelo Carminati con la moglie Paola

PIOMBINO. Piombino piange Angelo Carminati, figura simbolo del tennis cittadino, scomparso nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre a 96 anni. Uomo di eleganza, passione e carattere, ha rappresentato per decenni un punto di riferimento per gli sportivi e per chi ha amato la racchetta.

Il talento nato tra acciaierie e passione

Carminati lavorava alle acciaierie, ma il suo cuore batteva per il tennis. Si avvicinò allo sport da autodidatta, imparando da solo a colpire la palla con forza e precisione. In un’epoca in cui prevaleva il gioco di difesa, lui sceglieva l’attacco: scendeva a rete, cercava il punto, anticipava i tempi. Era questa la sua firma, elegante e potente insieme.

Gli anni dei trionfi

Negli anni Sessanta e Settanta dominò i tornei della Toscana, portando alto il nome di Piombino. Sul campo era determinato ma sempre corretto, tanto da essere considerato un esempio di sportività.

Accanto a lui, spesso, il cugino Sauro Checchi e Mauro Montomoli, compagni di doppio con cui condivise vittorie e momenti indimenticabili.

Il ricordo di Cristiano Lozito

Tra i tanti che oggi lo ricordano con affetto, c’è Cristiano Lozito, presidente del Tennis Piombino, che lo ha definito con parole di grande affetto:

«Angelo Carminati ci ha lasciato, ed è una giornata di lutto per il tennis e per tutto lo sport piombinese. Negli anni 60-70 è stato senza dubbio il più forte giocatore della città, capace di imporsi sui campi di tutta la Toscana. In un mondo di “pallettari” lui giocava di potenza e d’attacco, dominando sia in singolo che in doppio, col cugino Sauro Checchi e con Mauro Montomoli.

E senza egoismo — prosegue Lozito — la sua enorme passione è riuscito a trasmetterla, non solo ai figli Angela e Marco e al nipote Tommaso, ma anche a più generazioni, compresa la mia, cresciute col suo esempio di sportivo impeccabile e le sue imprese negli occhi.

Di lui conservo tanti ricordi sfumati dal tempo, come una leggendaria trasferta torinese con Marco, i nostri padri e altri giocatori del circolo Ilva: Angelo, ovviamente, era il capitano.

Indimenticabili anche le cene per la finale del giallonero in via Piave, con lui e Paola ai fornelli. Angelo è stato buono e generoso, vicino sino alla fine ai tennisti di ogni livello, soprattutto ai più giovani. Per noi sarà impossibile dimenticarlo. A Paola, Angela, Marco e Tommaso il mio abbraccio fortissimo».

Un maestro e un esempio

Carminati non è stato solo un campione, ma un punto di riferimento per chiunque abbia impugnato una racchetta a Piombino. Generoso e sempre disponibile, ha seguito con affetto ragazzi e appassionati, trasmettendo la stessa voglia di divertirsi e di dare il meglio in campo.

L’ultimo saluto

La città gli ha reso omaggio nella sala del commiato di Piombino, dove in tanti si sono fermati per un saluto e un ricordo. Nel pomeriggio di lunedì 27 ottobre la salma è stata trasferita a Livorno per la cremazione.

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