Addio al fenomenale Otto, con Barnelli suonava per Arbore Skip to content

Addio al fenomenale Otto, con Barnelli suonava per Arbore

È morto a 73 anni Hans Otto Richter, il violinista del mitico duo Otto e Barnelli, lanciato da Arbore. Viveva nelle campagne di Murci 
Otto, in un’immagine di quando suonava con Barnelli

ROCCALBEGNA. Il suono dello straordinario violino di Otto si potrà ascoltare soltanto nei vecchi video che circolano su Internet. Dove ancora oggi, sentirlo suonare insieme a Barnelli, regala gioia ed emozioni.  Hans Otto Richter, per tutti Otto, violinista e anche lui polistrumentista del mitico duo Otto e Barnelli, lanciato alla notorietà e al grande pubblico da Renzo Arbore, quando li volle nel suo programma l’Altra domenica, è morto nella notte di sabato 8 aprile all’ospedale di Castel del Piano, dov’era ricoverato da una settimana. Aveva 73 anni.

Nel 2017 se n’era andato Bernd Witthuser, Barnelli. Entrambi tedeschi, entrambi musicisti e polistrumentisti, i due buskers si erano innamorati della Maremma quarant’anni fa e qui avevano deciso di restare. Otto ha vissuto i suoi ultimi anni a Roccalbegna, con la moglie Tina, dove si era trasferito dopo aver passato lunghi anni a Santa Caterina.  

Chi era Otto

 Hans Otto Richter era nato a Hamelin nella Germania del Nord vicino ad Hannover, la città conosciuta per il “pifferaio magico”, e la sua vita non poteva che essere votata alla musica e all’arte di strada. 

Al festival di Arcidosso il duo fu visto e preso da Renzo Arbore: per il poliedrico musicista, quello fu un vero colpo di fulmine. Li volle nella sua trasmissione, l’Altra domenica, andata in onda dal 1976 al 1979 su RaiDue: e il successo di quella strana coppia che sapeva suonare di tutto, fu immediato.

Otto e Barnelli infatti avevano deciso di girare l’Europa a metà degli anni Settanta e oltre agli strumenti principali come il violino e la chitarra erano capaci di abbinare i campanelli fissati sul cappello e alle caviglie, la grancassa piazzata sulla schiena, oltre a suonare la tromba o il kazoo. Insomma artisti che hanno precorso i tempi, come lo stesso Arbore.

Nel 1980 Otto e Barnelli hanno anche recitato nel film Il Pap’occhio, sempre con Arbore e Roberto Benigni; e ancora nel 1985 in “Inganni” di Luigi Faccini. Otto, come l’amico Barnelli, dopo aver vissuto a lungo a Berlino, decise di stabilirsi in Maremma, a Santa Caterina, in un luogo che amava profondamente, dove la vita scorreva come piaceva a lui e dove ha vissuto prima di trasferirsi a Roccalbegna. 

Nel paese amiatino, Otto era conosciuto e amato da tutti. Qui infatti ha vissuto una trentina d’anni.  

Il ricordo del figlio Manrico: «La vita di mio padre è stata un’avventura»

Manrico, figlio di Otto, vive a Berlino dove abita anche il fratello Kim. Sabato 8 aprile, in serata, arriverà in Maremma: la salma di suo padre al momento è all’obitorio dell’ospedale di Castel del Piano. 

Otto e Barnelli durante un’esibizione

«Proprio in queste settimane con mio fratello Kim –  dice Manrico dalla sua casa a Berlino, in procinto di giungere in Italia – stavamo mettendo a posto i ricordi di mio padre, e stiamo trovando di tutto. Soprattutto una vastità incredibile di libri, in italiano e tedesco. Era un vero appassionato e un lettore incallito. L’arrivo in Italia iniziò quando andò a trovare un amico di scuola a Murci e gli piacque il posto. Con Barnelli avevano già iniziato a suonare e proprio ad Arcidosso li notò Arbore».

Otto e Barnelli

Manrico è nato e cresciuto in quella comunità di buskers che hanno anticipato tutti i tempi. «Io sono nato in quella comunità – spiega Manrico – e ho visto la passione che avevano all’epoca, uno stile di vita che non ha mai abbandonato Barnelli e mio padre. Otto credeva nei rapporti sociali,  quelli quotidiani nella vita di tutti i giorni, per questo gli piaceva stare in campagna. Il successo di quegli anni non l’aveva cambiato e non si era mai voluto “vendere l’anima”. Si è sempre definito artista di strada e ha collaborato con il Maggio di Santa Caterina».

Il dolore del consuocero: «Un artista poliedrico e dal carattere buono»

«Da quando l’ho conosciuto diventando suo consuocero – dice Mario Veronese, medico di famiglia a Castiglione della Pescaia, da poco in pensione – ho potuto apprezzare la sua grande umanità, disponibilità e la bontà d’animo. Era un artista poliedrico, sapeva suonare di tutto. Era davvero una persona in gamba».

Il rito funebre, curato dalle onoranze funebri Mariotti, verrà celebrato in forma civile martedì 11 aprile a Santa Caterina, alle 15

Otto era un allegro musicante di strada, un uomo che conosceva la musica e che, insieme a Barnelli, aveva trasformato un’arte in una forma di spettacolo che faceva impazzire grandi e piccini e che aveva conquistato il cuore del pubblico.  

 

 

 

 

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