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Draoli: «Il 118 di Grosseto è avanti 20 anni»

L’attuale composizione dell’equipaggio in ambulanza e l’organizzazione della rete 118, in Maremma, è un sistema da prendere a modello in altre realtà, non solo toscane
Nicola Draoli
Nicola Draoli

GROSSETO.  «L’equipaggio delle ambulanze del 118, che l’Asl ha previsto per la provincia di Arezzo e Siena, ha la stessa organizzazione che Grosseto ha messo in campo 20 anni fa. Dunque, invece di lanciare allarmi ingiustificati, sarebbe bene allargare la discussione a tutta le rete dell’emergenza-urgenza».

Non ci sta Nicola Draoli, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Grosseto a farsi trascinare in una discussione sterile sull’organizzazione del sistema 118 in Maremma, che va avanti da giorni, a suon di botta e risposta. 

«I mezzi di soccorso avanzato, costituti da infermiere specializzato e volontari, oppure medico e volontari o, ancora, da medico, infermiere specializzato e volontari, sono una realtà che funziona da anni e che può essere presa a modello per riformare il sistema nell’intero territorio regionale. “India”, così si chiama in gergo l’ambulanza infermieristica, è stata sperimentata nel 2004, proprio a Grosseto», precisa Draoli.

Insomma, questa volta è Grosseto il modello per Arezzo e Siena, non il contrario: in base a questa organizzazione, sul territorio provinciale grossetano ci sono

  • 10 postazioni di emergenza territoriale (Pet), con personale volontario e ambulanze infermieristica,
  • il punto di primo soccorso di Follonica
  • 6 automediche con infermiere e medico a bordo negli ospedali della provincia 
  • l’elisoccorso.

«Quando 18 anni fa a Grosseto venne proposta questa organizzazione, erano in molti a storcere il naso, poi si è visto che il sistema funzionava, benché con quale problema, come è naturale in un territorio tanto complesso. Ora si vuole riaprire la discussione proprio sulla composizione dell’equipaggio delle ambulanze, svincolandola dall’organizzazione complessiva?», si chiede Draoli, amareggiato dagli attacchi – anche sul piano personale – che ha subito, nel caso specifico, dal Tavolo della salute. 

Differenze organizzative, in base al territorio di riferimento

Ci sono profonde differenze tra le provincie dell’Asl sudest, che a loro volta determinano difformità organizzativa, come del resto accade in Italia. Secondo i dati della Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, nella composizione dell’equipaggio delle ambulanze, il 15% sono medici, il 30% infermieri, il 55% volontari. Con differenze sostanziali dal nord al sud dell’Italia, dove si passa dall’8% di presenza medica in Lombardia, al 66% a Lecce.

Dunque, riprende Draoli «non ha senso mettere a confronto organizzazioni diverse anche perché la rete del 118 è un sistema dinamico che si adatta alle diverse situazioni e che è in grado di rimodularsi. Faccio un esempio: secondo i dati Fiaso i codici rossi, quelli sui quale interviene medico e infermiere, sono il 5% del totale. Anche questo deve far riflettere», aggiunge.

L’Opi accanto agli infermieri, senza clamore

Su questo tema molto sentito dagli addetti ai lavori, L’Opi ha fatto numerosi incontri con i propri iscritti, raccogliendone sfoghi, timori e preoccupazioni, dando risposte calibrate sempre sulla visione complessiva del problema. «Noi non siamo un sindacato o un partito politico, siamo un ordine professionale con precise funzioni, obblighi e doveri anche nei confronti dei cittadini e così ci stiamo muovendo, ragionando sempre in termini globali».

L’invito dell’Opi è ad affrontare la questione 118 superando la composizione dell’equipaggio delle ambulanze perché fermarsi a questo aspetto porta a due problemi sostanziali:

  1. crea tensioni tra professionisti, «perché gli infermieri si sentono gravati da una responsabilità, anche mediatica, che non hanno chiesto
  2. genera preoccupazione tra i cittadini su una realtà consolidata da 20 anni, aprendo la strada a uno scontro di natura politica che non fa bene a nessuno. E questo, come ordine ci preoccupa e ci dispiace», conclude Draoli.

 

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