GROSSETO. Negli ultimi anni il Superbonus 110% ha progressivamente perso centralità, ma ora si apre una fase delicata: quella delle verifiche fiscali. L’Agenzia delle Entrate ha già avviato da tempo una serie di controlli mirati, partendo dalle lettere inviate ai proprietari che non hanno aggiornato i dati catastali dopo gli interventi.
Parallelamente, sono stati esaminati anche il ruolo delle imprese esecutrici e degli intermediari finanziari.
Nelle prossime settimane, però, l’attenzione si concentrerà soprattutto sui condomìni, anche sul territorio della Maremma e della Val di Cornia, dove negli ultimi anni i cantieri legati al Superbonus non sono mancati.
La ragione è legata alle tempistiche ancora aperte per questa tipologia di edifici. I condomìni, infatti, sono tra i pochi soggetti che in alcuni casi hanno potuto beneficiare della proroga fino al 31 dicembre 2025, a patto di rispettare precisi requisiti. Secondo i dati Enea aggiornati a fine ottobre, su circa 140mila condomìni che hanno avviato lavori con il Superbonus, quasi il 5% non li ha ancora conclusi. In numeri assoluti, si tratta di circa 6.400 edifici in tutta Italia.
Il tema dei controlli, tuttavia, non riguarda esclusivamente i cantieri ancora aperti. A finire sotto osservazione sono anche quegli immobili che, una volta conclusi i lavori, non hanno raggiunto il miglioramento di almeno due classi energetiche, requisito fondamentale per mantenere il diritto allo sconto fiscale. A questo si aggiungono altre possibili criticità di natura tecnica o documentale, emerse anche dalle analisi della stampa specializzata.
Ritardi nei lavori, imprese sovraccariche, problemi nelle forniture o incarichi affidati a professionisti poco scrupolosi possono aver contribuito alle irregolarità. Ma dal punto di vista fiscale la responsabilità ricade sui condòmini, considerati a tutti gli effetti i committenti degli interventi. Questo significa che, anche in assenza di dolo, potrebbero essere chiamati a restituire l’importo del Superbonus già fruito, con l’aggiunta di sanzioni pari al 25% e degli interessi.
Lavori incompleti e benefici a rischio
Il pericolo più immediato riguarda i condomìni che non sono riusciti a chiudere i cantieri entro le scadenze previste. Se i lavori non vengono ultimati nei tempi stabiliti, il Superbonus decade. In questi casi non è possibile ottenere o mantenere lo sconto fiscale e chi ha già portato il credito in dichiarazione dei redditi può essere obbligato a restituire le somme.
Situazione analoga per gli edifici che, pur avendo concluso gli interventi, non rispettano i parametri energetici richiesti. Anche in questo caso l’Agenzia delle Entrate può rivalersi direttamente sui proprietari, indipendentemente dal coinvolgimento di imprese o tecnici esterni.
Un elemento particolarmente critico riguarda le modalità di recupero delle somme: non è prevista la rateizzazione. L’importo deve essere versato in un’unica soluzione, anche quando i condòmini non hanno mai incassato materialmente il beneficio, perché il credito è stato ceduto alle imprese tramite lo sconto in fattura.
Asseverazioni e altri errori che fanno perdere il bonus
Oltre ai cantieri incompleti e al mancato salto di classe energetica, esistono numerosi altri errori che possono compromettere il diritto al Superbonus. Tra questi rientrano le asseverazioni non corrette, cioè le certificazioni con cui i professionisti attestano l’avanzamento dei lavori. Se i dati dichiarati non corrispondono alla realtà – ad esempio per costi sovrastimati o interventi mai eseguiti – il rischio di sanzioni è concreto.
Problemi possono emergere anche in caso di discrepanze sui materiali utilizzati, di mancata conformità alle norme vigenti o di irregolarità nelle dichiarazioni di Sal (stato avanzamento lavori). In alcuni casi è stato considerato come avanzamento il semplice deposito dei materiali in cantiere, anche se poi non utilizzati entro le scadenze. Un errore tecnico, pur senza frodi, può bastare per perdere l’intero beneficio fiscale.
Una situazione che riguarda anche molte realtà locali, dalla Maremma alla Val di Cornia, dove ora condomìni e proprietari sono chiamati a verificare con attenzione ogni passaggio per evitare conseguenze economiche pesanti.