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L’ultimo applauso per Claudio

Spaggiari, attore, regista e scrittore se n’è andato a 71 anni. L’ultimo saluto nel teatro Castagnoli di Scansano. Una carriera intensa e un’eredità culturale profonda
Claudio Spaggiari

SCANSANO. Si è chiuso il sipario sulla vita di Claudio Spaggiari, 71 anni, attore, scrittore e regista che per oltre quattro decenni ha rappresentato una delle voci più autentiche e sensibili del teatro toscano. Giovedì 11 dicembre, alle 15 sono stati celebrati i funerali in forma laica al Teatro Castagnoli di Scansano, luogo che aveva particolarmente a cuore e dove aveva trasmesso la sua passione a molti giovani interpreti.

La sua scomparsa segna la perdita di una parte della nostra cultura migliore: quella fatta di impegno, dedizione, onestà creativa, lontana dai compromessi, sempre capace di guardare l’umanità senza filtri, di cogliere la bellezza anche nella fragilità, nel dolore, nelle crepe della vita reale. Spaggiari era anche maestro di una leggerezza profonda, mai banale né volgare, quella che non finge, non si trucca, ma cammina per le strade con il sorriso di chi non ha paura della sfida.

«Ci ha lasciato troppo presto» è il pensiero comune degli amici e dei colleghi, convinti che avrebbe saputo ancora illuminare il nostro tempo, spesso povero di contenuti, con la sua eleganza e la sua capacità di raccontare l’essere umano.

Una carriera iniziata negli anni ’80

Spaggiari aveva mosso i primi passi nel teatro frequentando i corsi di Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer, per poi approfondire la tecnica con i laboratori di Orazio Costa. Da lì era iniziato un percorso ricco e sfaccettato, che lo aveva portato sulle scene in produzioni importanti come «Le dame di chez Maxime» diretta da Dory Cei.

Tra i momenti più significativi della sua carriera resta «As Is», diretto da Pepita Simon, lo spettacolo che portò al Teatro di Rifredi la prima rappresentazione italiana dedicata al dramma dell’AIDS: un lavoro coraggioso, che all’epoca affrontava temi considerati tabù.

Un attore capace di passare da un registro all’altro

Dotato di una versatilità fuori dal comune, Spaggiari si muoveva con naturalezza dal comico al drammatico, regalando interpretazioni sempre accuratissime. Lo ricordiamo in «Plauto’s Circus» con la regia di Valentino Signori, nelle compagnie di Dory Cei e del Teatro di Cestello, fino ai lavori con lo Zauber Teatro, tra cui rimane memorabile «Sogno di una notte di mezza estate», messo in scena per un’intera estate a Villa Fabbricotti.

Nel corso della sua carriera aveva collaborato con registi come Beppe Ghiglioni, Masini e Chiavarelli, e aveva prestato la propria voce anche a produzioni musicali, tra cui «Pierino e il lupo» con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.

Il legame con Scansano e gli ultimi progetti

Il Teatro Castagnoli di Scansano era stato uno dei luoghi della sua attività più preziosa: qui aveva insegnato recitazione, contribuendo a far crescere una nuova generazione di attori. Aveva anche tenuto corsi di teatro con l’Unitre, l’università della terza età. 

Negli ultimi anni era tornato con continuità sulla scena fiorentina con la Compagnia delle Seggiole, con cui avrebbe chiuso il 2025 con una sua regia de «L’acqua cheta» al Teatro Niccolini. Tra i suoi lavori più recenti, il pubblico ricorda l’intenso «Sirene», adattamento di «Le cinque rose di Jennifer», interpretato accanto a Vincenzo De Caro.

Un’eredità che resterà

Con Claudio Spaggiari se ne va un artista capace di commuovere, divertire, provocare, ascoltare. Un interprete che conosceva a fondo il teatro e il cuore umano, e che non ha mai smesso di avvicinarsi ai suoi personaggi con rispetto e verità.

A lui, oggi, amici, colleghi e spettatori dedicano un ultimo, affettuoso applauso.

 

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