GROSSETO. Un’ordinanza che impone la chiusura alle 20 per i locali che somministrano alcolici e superalcolici. Alla stessa ora scatta anche il divieto di vendita da asporto per le attività gastronomiche.
È questo il contenuto del provvedimento reso noto il 1 dicembre 2025, che entrerà in vigore dieci giorni dopo la pubblicazione e resterà attivo per 30 giorni, festività natalizie comprese.
Si tratta – secondo quanto riportato dal Comune – di una misura pensata per «affrontare il problema della sicurezza», diventato centrale dopo la classifica pubblicata dal Sole 24 Ore che colloca Grosseto tra le città più insicure d’Italia.
Avs: «Decisione securitaria che scarica la colpa sui locali»
Dalla Federazione Sinistra Italiana – Avs Grosseto arriva però una critica durissima. Secondo il gruppo, l’ordinanza rappresenterebbe l’ennesimo tentativo dell’amministrazione di mostrarsi inflessibile sulla sicurezza, ma senza affrontare la radice del problema.
Avs sostiene che la misura «nasconde un intento securitario» e che l’amministrazione comunale starebbe cercando di adombrare la propria incapacità di garantire la sicurezza pubblica «scaricando la responsabilità del degrado sui locali che servono bevande alcoliche». Una scelta che, a detta del partito, finisce per «dare una sonora spallata a un tessuto socio-economico già fragile».
«Gestione dell’ordine pubblico ridicola»
Il giudizio politico è netto: Avs parla apertamente di «un’altra pagina di ridicola gestione dell’ordine pubblico», un quadro che – secondo il gruppo – sarebbe peggiorato negli anni di governo dell’attuale giunta. Una situazione che, ricordano, è stata più volte riportata anche dai quotidiani nazionali.
«Serve una città viva, non misure di facciata»
Il partito ribadisce che il tema della sicurezza è centrale e imprescindibile per garantire una buona qualità della vita ai cittadini. Ma per Avs, provvedimenti come questo hanno uno scopo soltanto «propagandistico e ideologico».
«Così non si affronta il problema – spiegano – ma lo si sposta appena più in là, cercando alibi spendibili nell’opinione pubblica».
Secondo Avs, la sicurezza passa da luoghi vivi e condivisi, da un centro storico che dovrebbe «pullulare di attività commerciali, negozi di vicinato e spazi culturali». Un altro elemento fondamentale sarebbe il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’integrazione delle persone straniere che vivono e lavorano nel territorio, «troppo spesso in condizioni di forte disagio».
La città, affermano, dovrebbe puntare su un cambio culturale che «non si fonda sull’odio del diverso» e che combatta la criminalità «provando a capirne le radici e delineando un percorso di miglioramento». Un percorso che, sottolineano, «non può passare dalla ghettizzazione della città».



