PIOMBINO. Sul futuro del rigassificatore Golar Tundra si alza il tono del dibattito pubblico: accanto al Comitato Salute Pubblica Val di Cornia intervengono ora in modo deciso anche le associazioni Idra e Italia nostra, chiedendo una presa di posizione chiara delle istituzioni.
L’associazione fiorentina Idra, impegnata da anni sui temi della trasparenza e della tutela del territorio, ha diffuso un messaggio duro: «Qualcuno ha aperto la stalla e i buoi sono scappati». Una metafora che, secondo il gruppo, descrive le conseguenze dell’arrivo del rigassificatore in città.
Idra: «Ambiente, salute, economia e diritti messi a rischio»
Per Idra, l’impianto ha già minacciato quattro pilastri della vita pubblica. Quello dell’ambiente, per esempio. «I valori ambientali – sostengono dall’associazione – sono stati sacrificati a favore di pratiche fossili energivore e dannose». Ma anche il pilastro del buon governo, perché «L’abbandono del gas a basso costo via gasdotto espone famiglie e imprese a prezzi imposti da oligarchie energetiche». C’è poi il fronte della salute e della sicurezza, perché, sostengono ancora dalla Ong fiorentina, «Le comunità vicine ai rigassificatori sono state lasciate alla sorte, senza un approccio basato sulla precauzione». Infine, l’accento è posto sull’autodeterminazione della città. Idra denuncia infatti la «sottrazione del diritto di Piombino a scegliere il proprio destino».
L’associazione invita la cittadinanza a non delegare: «Contrastare l’oltraggio alla città non è solo compito dei piombinesi, ma dell’intero paese».
L’assenza di Giani e Pichetto Fratin, critiche durissime dalle associazioni
Durante il recente consiglio comunale sul rigassificatore, l’assenza del ministro Pichetto Fratin e del presidente della Regione Giani ha suscitato forte indignazione. Le opposizioni hanno parlato di «schiaffo alla città».
In questo clima, anche Italia nostra ha voluto intervenire, ringraziando il Comitato Salute Pubblica per la linea comune e per l’impegno nel coordinamento.
Italia nostra: «Nessuna proroga, nessuna compensazione possibile»
Italia nostra assume una posizione netta sull’argomento. «Siamo contrari a qualsiasi proroga della permanenza della Golar Tundra oltre i tre anni previsti», spiega l’associazione.
Prolungare l’impianto sarebbe «in contrasto con le finalità di tutela del paesaggio, della salute e dell’equilibrio ambientale della costa piombinese».
Italia nostra boccia anche l’idea di compensazioni economiche: «Non esiste compensazione in grado di bilanciare rischi e danni legati a un’infrastruttura di questo tipo».
E conclude: «Il territorio potrà contare su di noi, oggi e in futuro».
Un fronte comune per il territorio
Pur con linguaggi diversi, Idra e Italia nostra condividono un messaggio: la città non deve essere lasciata sola davanti alle scelte energetiche nazionali.
Entrambe chiedono trasparenza, partecipazione e tutela del territorio, in un momento in cui – sostengono – «le risposte della politica tardano ad arrivare».