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Cardiologia a Piombino, Asl smentisce i tagli: Rifondazione attacca i sindaci

L’Asl nega ridimensionamenti della cardiologia, Rifondazione punta il dito contro i sindaci: «Allarme creato senza verifiche»
L'ospedale Villamarina di Piombino
L’ospedale Villamarina di Piombino

PIOMBINO. Dopo le forti preoccupazioni espresse dai sindaci della Val di Cornia sulla presunta riduzione dell’attività cardiologica all’ospedale di Villamarina, arriva la replica della direzione dell’Asl Toscana nord ovest.

Una risposta che, invece di chiudere il caso, accende ulteriormente il dibattito politico. Rifondazione comunista torna infatti all’attacco e punta il dito contro i primi cittadini della zona.

Asl: «Nessun atto che modifica l’assetto della cardiologia»

In una nota diffusa il 1° dicembre, l’azienda sanitaria smentisce l’esistenza di provvedimenti relativi al reparto di cardiologia di Piombino. Secondo la direzione, «non è stata espressa alcuna indicazione né prodotto alcun atto ufficiale che preveda modifiche all’attuale assetto del servizio».

L’Asl definisce «non supportate» le informazioni circolate nelle ultime ore e spiega che l’azienda è impegnata da tempo in tavoli tecnici dedicati alla riorganizzazione della rete cardiologica: dalla gestione dell’infarto ai percorsi tempo-dipendenti, dall’integrazione fra emergenza, ospedale e territorio fino alla costruzione di una rete aritmologica aziendale.

Parallelamente, sono in corso progetti per migliorare la presa in carico delle patologie croniche, come lo scompenso cardiaco, anche attraverso ambulatori di prossimità e telemedicina.

L’azienda conclude precisando che «allo stato attuale» non esistono provvedimenti su singoli presidi ospedalieri.

I sindaci: «Preoccupazione confermata da più fonti»

La polemica nasce da una nota firmata dai cinque sindaci della Val di Cornia, in cui si legge: «I sindaci della Val di Cornia esprimono forte preoccupazione per le informazioni, ormai confermate da più fonti, secondo cui l’azienda starebbe per riorganizzare cardiologia dell’ospedale di Piombino, limitandone l’attività alle sole 12 ore diurne».

Un passaggio che, secondo Rifondazione, non lascia spazio a interpretazioni: se le fonti sono più d’una e ritenute affidabili, il timore del territorio sarebbe stato concreto.

Rifondazione: «Smentita inutile, sindaci immobili da anni»

La sezione piombinese di Rifondazione comunista torna all’attacco e accusa i sindaci di non aver verificato i fatti direttamente con l’azienda. Il partito si chiede chi siano le fonti citate dai primi cittadini, perché non abbiano chiesto un confronto formale nella SdS Valli Etrusche, perché abbiano diffuso una nota pubblica invece di un’azione istituzionale più incisiva e perché oggi ringrazino l’Asl per una smentita che si sarebbe potuta evitare.

Secondo Rifondazione, la vicenda si inserisce in un processo molto più ampio, iniziato con il decreto ministeriale che ridisegnò la rete ospedaliera nazionale e con la riforma sanitaria regionale che portò alla nascita delle tre macro-aziende. Tutte riforme che avevano un obiettivo dichiarato: ottimizzare. Una parola che, per il partito, significa principalmente razionalizzare e ridurre.

L’accusa è chiara: in questo quadro, l’ospedale di Piombino sarebbe rimasto progressivamente penalizzato. Anche la scelta, condivisa negli anni dai sindaci, di unire Val di Cornia e Bassa Val di Cecina in un unico “ospedale unico” avrebbe prodotto squilibri strutturali.

«Allo stato attuale» e «allo stato futuro»

Rifondazione chiude sottolineando l’ambiguità della formula usata dall’Asl nella smentita: «allo stato attuale». Una frase che, secondo il partito, non esclude scenari diversi in futuro.

Per ora la cardiologia non subirà modifiche ufficiali. Ma il clima resta teso, e la sensazione – nelle forze politiche e tra molti cittadini – è che la partita sull’assetto dell’ospedale di Piombino sia tutt’altro che conclusa.

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