GROSSETO. La nuova classifica 2025 del Sole 24 Ore sulla qualità della vita diventa materia di scontro politico. Dopo il crollo della provincia sul fronte della sicurezza, con Grosseto tra le città meno sicure d’Italia, interviene Carlo De Martis, capogruppo di Grosseto Città Aperta, che parla di un territorio «fermo» e di un’amministrazione «incapace di assumere il ruolo di guida che le spetterebbe».
Nel suo comunicato, De Martis mette subito in fila le criticità più gravi: primato nazionale per lo spaccio di stupefacenti, salari tra i più bassi d’Italia, depositi bancari ridotti, scarsa imprenditorialità giovanile e un quadro sociale segnato da dipendenze, gioco d’azzardo e solitudine. Tutti elementi che, secondo il capogruppo, rendono evidente «l’inerzia del Comune, che non ha saputo fare da traino alla crescita economica e sociale della città».
«Grosseto prima in Italia per spaccio: non è solo un problema di sicurezza»
Per De Martis, il dato sulla criminalità non può essere liquidato come semplice emergenza di ordine pubblico:
«Grosseto ha raggiunto il primato nazionale per spaccio di stupefacenti. Non è certo un vanto, ma rende necessaria una lettura che vada oltre il piano della sicurezza e dell’ordine pubblico».
Il capogruppo sottolinea come il fenomeno sia legato a un contesto sociale ed economico deteriorato: salari bassissimi, iniziativa imprenditoriale debole, dipendenze diffuse e gioco d’azzardo patologico che sottrae ogni anno «qualcosa come 350 milioni di euro alle famiglie maremmane».
“Tutto si tiene”, afferma De Martis, indicando un intreccio profondo fra disagio, povertà e criminalità.
Redditi bassi, pochi risparmi e imprenditoria debole
Altro elemento centrale della sua analisi sono i dati economici:
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Retribuzione media dei lavoratori dipendenti: 17.272 euro, tra i valori più bassi in Italia (85ª posizione)
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Depositi bancari delle famiglie inferiori alla media nazionale
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Startup innovative quasi assenti (86ª)
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Imprenditorialità giovanile al fondo delle classifiche (100ª)
Secondo De Martis, questi indicatori dimostrano che Grosseto vive «un contesto socio-economico depresso, che scoraggia iniziativa e sviluppo».
Dipendenze: accessi elevati al Ser.D e boom del gioco d’azzardo
Il capogruppo lega direttamente questi fattori socio-economici al dilagare delle dipendenze: accessi al Ser.D molto alti, soprattutto per eroina e alcol, gioco d’azzardo patologico in crescita, con una spesa stimata di 350 milioni l’anno.
Per De Martis, questo quadro impone «una lettura complessa e integrata, che la politica dovrebbe affrontare nel suo insieme».
«Il Comune è immobile: niente strategie, niente visione»
Una parte consistente dell’intervento è dedicata all’inerzia che, secondo De Martis, caratterizza da anni l’amministrazione comunale:
«I dati fotografano l’inerzia del capoluogo, che non ha saputo assumere quel ruolo di ‘play maker’ che gli compete per restituire dinamicità al tessuto economico e imprenditoriale»
Tre i casi riportati come esempi “concreti”:
Grosseto Fiere
Per De Martis, il Comune non avrebbe fornito strategie né indicazioni sulla nuova sede dell’ente, intervenendo invece «in beata solitudine» nel campo delle relazioni fieristiche, sostituendosi all’ente stesso.
Area Punto Zero – via Genova
Il capogruppo parla di «ritardo di almeno sette anni» nella realizzazione della nuova viabilità per l’area manifatturiera, nonostante fosse prevista a scomputo degli oneri urbanistici di una lottizzazione, denunciando «anni e risorse sprecate».
Farmacie Comunali Riunite
Ultimo esempio: la bocciatura della proposta di destinare tutti gli utili delle FCR al welfare locale. De Martis ricorda i dati su consumo di farmaci antidepressivi (100° posto) e persone sole (93°), chiedendo una revisione delle priorità del bilancio comunale.
«La politica deve affrontare le criticità nel loro insieme»
L’intervento si chiude con un appello alla politica, chiamata – secondo De Martis – a riconoscere la complessità del quadro emerso e ad agire con una visione sistemica:
«È il luogo nel quale le singole criticità possono essere messe a sistema per individuare soluzioni complesse e articolate».
Per il capogruppo, la qualità della vita 2025 non parla soltanto di classifiche, ma della responsabilità politica di creare un contesto capace di reagire a redditi bassi, disagio sociale, dipendenze e criminalità.



