GROSSETO. Il nuovo report del Sole 24 Ore sulla qualità della vita fotografa una città che sta scivolando sempre più in basso sul fronte della sicurezza.
Furti, spaccio, aggressioni e soprattutto il fenomeno delle baby gang – giovani, spesso minorenni, figli di famiglie grossetane – stanno cambiando il volto della città. E mentre il disagio esplode tra le strade e nei quartieri, il Comune risponde con una misura che fa già discutere: chiusura anticipata dei negozi alimentari dalle 20 alle 5.
Una decisione che, più che incidere sulle baby gang, rischia di colpire soprattutto i negozi multietnici, spesso aperti anche di notte, lasciando oltre tutto intatta la radice del problema: un disagio sociale crescente e un controllo del territorio insufficiente.
Sicurezza in caduta: Grosseto tra furti, droga e violenza
Il report del Sole 24 Ore colloca Grosseto tra le città che peggiorano di più sul fronte sicurezza.
I numeri raccontano un aumento di furti in casa e negli esercizi commerciali, danneggiamenti, spaccio e risse e aggressioni, anche in centro.
Il quadro è confermato dalle storie emerse negli ultimi mesi: ragazzi sempre più giovani che girano con coltelli in tasca, passamontagna, piccoli furti, aggressioni e intimidazioni. Episodi che hanno messo in crisi anche le famiglie, molte delle quali – come raccontato dagli stessi genitori – si trovano disorientate davanti a figli che scivolano in gruppi sempre più violenti e disinvolti.
Una situazione che preoccupa i residenti e che, al tempo stesso, rivela una vulnerabilità crescente del sistema di controllo del territorio.
Il Comune risponde chiudendo i negozi alle 20
Nel comunicato diffuso oggi, martedì 2 dicembre, il Comune annuncia una misura drastica: chiusura anticipata degli esercizi alimentari – compresi quelli che vendono alcolici – dalle 20 alle 5.
Il provvedimento riguarda la vasta area compresa tra via Sonnino, Mameli, piazza Marconi, Trieste, Aurelia Nord, della Pace, Aquileia, Bengasi, Battisti, Alfieri e piazza De Maria.
L’obiettivo dichiarato è «garantire incolumità pubblica, decoro urbano e quiete», come spiegato dal sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna: «La quiete pubblica non è un lusso – afferma – ma un diritto fondamentale dei cittadini».
La misura prevede: chiusura dei negozi alimentari dalle 20 alle 5, divieto di vendita di alcolici dopo le 20 anche per chi può restare aperto, sanzioni da 500 a 5.000 euro per gli inadempienti e l’esclusione per farmacie e attività che usano distributori automatici
Una toppa che rischia di non risolvere nulla
Ma il provvedimento apre più interrogativi che soluzioni.
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Colpisce chi è più facile colpire, cioè i piccoli esercizi, spesso gestiti da cittadini stranieri, che rappresentano un servizio per molte persone che lavorano fino a tardi.
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Non agisce sulle cause del disagio delle baby gang: abbandono scolastico, mancanza di spazi aggregativi, assenza di prevenzione.
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Non affronta il nodo del controllo del territorio, che resta numericamente insufficiente, come lo stesso Comune ammette parlando di «disparità numerica tra avventori e organi deputati al controllo».
In sostanza, mentre le baby gang imperversano e il degrado avanza, la misura più immediata è un coprifuoco per i negozi, non per chi crea gli episodi di violenza.
Una toppa, appunto. Messa lì un po’ a caso. Una misura che rischia di diventare solo uno slogan da ordine pubblico.
E mentre i negozi abbassano le saracinesche, il problema – quello vero – resta fuori.



