Cava Monte Calvi: nuove estrazioni e piano sostenibile per i calcari di Campiglia | MaremmaOggi Skip to content

Cava Monte Calvi: nuove estrazioni e piano sostenibile per i calcari di Campiglia

Campiglia Marittima: la cava di Monte Calvi torna al centro del nuovo piano autorizzativo regionale. Estrazione controllata in base al protocollo 2023 e tutela ambientale nel comprensorio Calcari di Campiglia
La cava di Monte Calvi a Campiglia Marittima
La cava di Monte Calvi a Campiglia Marittima

CAMPIGLIA MARITTIMA. Nel comune di Campiglia Marittima la cava di Monte Calvi – parte del comprensorio “Calcari di Campiglia” – è al centro di un nuovo procedimento autorizzativo per la coltivazione estrattiva.

La nuova procedura si inserisce in un contesto più ampio di pianificazione regionale volto a coniugare attività estrattiva, tutela ambientale e riqualificazione del territorio.

Dove si trova e cosa rappresenta Monte Calvi

La cava di Monte Calvi si trova a Campiglia Marittima, in un’area con rocce sedimentarie mesozoiche, tipiche del territorio collinare della zona.

Il giacimento fa parte del comprensorio “Calcari di Campiglia” (comprensorio 26), che include anche aree nel vicino comune di San Vincenzo. 

Monte Calvi negli anni ha ricevuto attenzione sia per la sua importanza economica – come fonte di calcare per usi industriali – sia per il contesto paesaggistico e naturalistico che lo circonda, con vincoli legati a un’area di tutela ambientale e paesaggistica.

Il nuovo procedimento Paur e la richiesta di coltivazione

Recentemente è stato avviato un procedimento di tipo Paur (procedimento autorizzativo unico regionale) per la cava di Monte Calvi, con convenzione mediante conferenza dei servizi simultanea e sincrona, secondo le normative vigenti in tema di estrazione e tutela ambientale. 

Si tratta di una fase formale che potrebbe portare all’autorizzazione per una nuova coltivazione, soggetta a verifiche e condizioni ambientali, urbanistiche e di sostenibilità, come previsto dal “Protocollo Calcari di Campiglia”. 

Il “protocollo Calcari di Campiglia”: un equilibrio tra industria e tutela

Il “protocollo Calcari di Campiglia”, siglato nel 2023 fra la Regione Toscana, i comuni interessati (compreso Campiglia Marittima) e le società estrattive, definisce gli obiettivi di produzione sostenibile per il comprensorio 26 fino al 2038. 

Nel caso di Monte Calvi, la volumetria residua autorizzata è circa 2,7 milioni di metri cubi, per estrazione industriale. 

Il protocollo prevede che l’attività estrattiva sia accompagnata da impegni di salvaguardia ambientale, riqualificazione dell’area, e – allo scadere delle concessioni – dalla restituzione del territorio in condizioni che ne permettano il recupero ambientale o paesaggistico.

Criticità e tutela del territorio: vincoli naturalistici e attenzione al contesto

L’area di Monte Calvi è in parte ricompresa nella zona di tutela ambientale del Sito Natura 2000 “Zona speciale di conservazione IT5160008 Monte Calvi di Campiglia”. Per questo motivo, nelle varianti urbanistiche del comune si è proceduto a ridefinire con attenzione i perimetri dei giacimenti, in modo da escludere porzioni a elevata sensibilità ambientale.

La riduzione dell’area estrattiva prevista (da circa 30 ettari a circa 15 ettari nella variante) fa parte del piano di mitigazione d’impatto e del progetto di riqualificazione ambientale che accompagna l’eventuale ripresa delle attività.

Inoltre, il protocollo e la normativa regionale prevedono che l’attività sia autorizzata solo compatibilmente con il mantenimento dell’equilibrio tra attività economica, tutela del paesaggio e compatibilità con aree vincolate.

Perché la nuova autorizzazione è importante e cosa cambia

Questa operazione porta una svolta economica: dare nuova linfa all’attività estrattiva significa garantire materiali per filiere industriali e produttive, con ricadute sul lavoro e sull’economia locale. I miglioramenti riguardano in particolare sostenibilità e controllo: grazie al protocollo e al Paur, la cava non è più “libera”: ogni fase sarà sottoposta a verifiche, limiti volumetrici e obblighi ambientali. 

Per quanto riguarda, invece, la tutela del paesaggio e del patrimonio naturale: la ridefinizione dei perimetri e le prescrizioni ambientali cercano di minimizzare l’impatto su aree protette e su contesti di valore naturale. Non va dimenticata infatti la potenziale valorizzazione storica e turistica: l’area di Monte Calvi è vicina al patrimonio minerario e archeologico del territorio (es. Rocca San Silvestro), quindi si apre la strada a possibili interventi di recupero, fruizione e turismo sostenibile.

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