Il Comune abbatte 215 alberi. L'esperto: «Sono quasi tutti sani» | MaremmaOggi Skip to content

Il Comune abbatte 215 alberi. L’esperto: «Sono quasi tutti sani»

Piano del Comune per abbattere 215 alberi. Grosseto Città Aperta chiede una perizia a uno dei massimi esperti in Italia. La relazione è sorprendente: quasi tutti sono sani e non sono da abbattere. La valutazione zona per zona, da piazza Ponchielli a piazza Donatello, da via Podgora a via Vetulonia
Carlo De Martis, Debora Giomi e Ginevra Detti, di Grosseto Città Aperta, sotto ai pini (sani) di piazza Donatello
Carlo De Martis, Debora Giomi e Ginevra Detti, di Grosseto Città Aperta, sotto ai pini (sani) di piazza Donatello

GROSSETO. Il caso del maxi piano di abbattimenti del Comune di Grosseto entra nella sua fase più delicata. Dopo settimane di tensione, proteste e domande rimaste senza risposta, arriva ora un documento destinato a segnare un punto di svolta: la controperizia del dottor Luigi Sani, uno dei massimi esperti italiani di alberi in ambito urbano.

Grosseto Città Aperta ha infatti incaricato Sani – European Tree Technician, ISA Master Arborist, docente di biomeccanica e valutazione di stabilità degli alberi – di analizzare una parte significativa dei 215 alberi per cui l’amministrazione comunale ha deliberato l’abbattimento entro il 31 dicembre.

Il risultato della sua analisi è netto: la stragrande maggioranza degli alberi non mostra condizioni tali da giustificare il taglio. Un verdetto che, unito alle criticità procedurali sollevate nel frattempo dalle opposizioni, rimette completamente in discussione l’impianto dell’intervento comunale.

Fra tutti gli alberi esaminati, non tutti i 215 ma la maggior parte, solo 3-4 sono in condizioni critiche, ma anche questi potrebbero essere recuperati.

Un caso che divide la città: perché questa controperizia era necessaria  

La conferenza stampa in piazza Donatello, aperta al pubblico, è stata introdotta dal capogruppo di Grosseto Città Aperta Carlo De Martis, insieme a Debora Giomi e Ginevra Detti. Ad assistere, rappresentanti di associazioni, comitati, professionisti del verde e semplici cittadini.

De Martis ha aperto denunciando «la mancanza di trasparenza» e «un piano di taglio costruito su basi non chiare»:

«Abbiamo deciso di muoverci per conto nostro – spiega – perché non si può abbattere un patrimonio arboreo di questa dimensione senza un’analisi approfondita, documentata, scientifica. La città ha diritto a sapere cosa sta accadendo».

La motivazione è semplice: il piano del Comune riguarda piazze, scuole, giardini, viali storici, luoghi centrali per la vita urbana. Alberi che hanno valore ambientale, sociale, culturale ed economico.

Il piano del Comune: 215 alberi da tagliare, ma senza un vero piano del verde 

Il provvedimento predisposto dalla giunta prevede l’abbattimento di 215 alberi, in larga parte pini domestici, ma anche olmi, platani ed eucalipti.

Le zone interessate sono tra le più sensibili della città: piazza Donatello, via Vetulonia, area stadio, piazza Ponchielli, giardini di oltre quindici scuole e asili, via Podgora e altre aree di alto valore sociale.

Ciò che però colpisce è la mancanza di una pianificazione formale della manutenzione del verde, come denuncia lo stesso De Martis:

«Grosseto ha circa ventimila alberi pubblici. E non esiste un Piano ufficiale del verde urbano. Un fatto gravissimo, che consente interventi a macchia di leopardo e non fondati su strategie di lungo periodo».

Come è stata fatta la valutazione del Comune: 19 euro ad albero e solo analisi visiva 

Il Comune ha basato le proprie decisioni esclusivamente su VTA – Visual Tree Assessment, cioè una valutazione visiva.

Costo dell’operazione? 19 euro ad albero. In sostanza una pizza e una birra per ogni albero.

Una cifra che, per la complessità della materia, fa pensare a un esame estremamente rapido e superficiale.

Ed è proprio su questo punto che arriva una delle critiche più dure dell’esperto Luigi Sani:

«L’analisi visiva è uno strumento utile, ma non può essere l’unica base per prescrivere abbattimenti così estesi. È facile che il tecnico, per prudenza, consideri pericoloso un albero che presenta una minima anomalia, senza verificare approfonditamente se quella anomalia rappresenti davvero un rischio».

Non solo: Sani contesta anche la mancata applicazione della normativa ISO 31000, indispensabile per valutare il rischio arboreo in modo scientifico, incrociando la pericolosità dell’albero con la vulnerabilità del sito.

Chi è Luigi Sani: perché la sua perizia pesa così tanto

Nella conferenza stampa, Debora Giomi ha sottolineato l’autorevolezza del tecnico incaricato: «Il dottor Sani ha pubblicato circa sessanta lavori sulla stabilità degli alberi. È uno dei massimi esperti italiani, riconosciuto anche a livello internazionale».

La sua biografia professionale lo conferma:
– ISA Master Arborist
– European Tree Technician
– Docente di biomeccanica e valutazione stabilità degli alberi (Università di Firenze, Padova, Pisa)
– Membro dell’International Society of Arboriculture
– Consulente per analisi diagnostiche avanzate
– Revisore internazionale per le Best Practices sul Tree Risk Assessment

Un curriculum che, in un dibattito così acceso, pesa come un macigno. Fra l’altro, ma è solo un dettaglio, è stato anche professore del consulente incaricato dal Comune.

Cosa dice la controperizia: “La maggior parte degli alberi non è da abbattere”

La frase chiave del documento è questa:

«La stragrande maggioranza degli alberi per i quali è previsto l’abbattimento non si trova in condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità tali da giustificarne il taglio».

È un giudizio drastico, ma basato su sopralluoghi, analisi delle schede comunali e osservazione diretta degli alberi.

Così conclude Luigi Sani:

«Si può affermare senza ombra di dubbio che la previsione di abbattimento di moltissime delle piante per le quali è stato prescritto tale intervento sia sostanzialmente eccessivamente precipitosa e tale da danneggiare il patrimonio arboreo comunale senza per questo avere un riscontro in termini di riduzione delle condizioni di pericolo e di miglioramento delle condizioni di salute e di stabilità dell’alberata».

I risultati, zona per zona, sono sorprendenti.

Piazza Donatello: 9 pini da tagliare per il Comune, solo 2 con criticità reali 

Il Comune prevede di abbattere nove pini domestici. Sani ne salva sette.

I pini di piazza Donatello
I pini di piazza Donatello

Le criticità che rileva non riguardano stabilità o pericoli immediati, ma interramenti, radici strozzanti, pavimentazioni sollevate, tutte condizioni gestibili con: scavi leggeri, riduzione dell’interramento, consolidamenti mirati e manutenzione corretta

«Non c’è alcuna ragione – scrive – per ricorrere a un abbattimento così esteso basandosi solo su piccoli difetti non approfonditi».

Via Vetulonia: quasi tutti gli olmi sono sani  

Nel viale, uno dei più colpiti dal piano comunale, il Comune prevedeva un taglio quasi totale.

Il sopralluogo di Sani e Giomi ha mostrato l’opposto: su 27 olmi esaminati solo due mostrano problematiche che richiedono monitoraggio.

Gli altri sono sani, nonostante potature errate del passato.

Gli alberi di via Vetulonia
Gli alberi di via Vetulonia

«L’abbattimento immediato non è giustificato dalla stabilità – spiega Sani – e la sostituzione integrale del viale non trova basi tecniche solide».

Piazza Ponchielli: i platani convivono con le cavità, non sono pericolosi

Caso emblematico. Il Comune prevede l’abbattimento di quattro platani. Sani invece ne indica uno solo come critico.

I platani di piazza Ponchielli
I platani di piazza Ponchielli

Gli altri presentano cavità tipiche dei platani capitozzati, ma la specie è in grado di convivere con queste anomalie grazie ai cordoni xilematici, che mantengono la stabilità.

«Non c’è alcuna giustificazione urgente per il loro abbattimento».

Scuola Galileo Galilei: nessun pino è pericoloso secondo l’esperto 

Una delle zone più sensibili: alberi attorno a una scuola.

Il Comune prevede numerosi tagli.

I pini della scuola Galilei
I pini della scuola Galilei

Secondo Sani nessun pino mostra anomalie gravi e non ci sono segni di instabilità: «La prescrizione di abbattimento appare più dettata dal timore che da una reale diagnosi».

Via Podgora: solo due pini necessitano di manutenzione 

Valutazione analoga a quella delle altre aree: alcuni pini mostrano difetti legati a potature scorrette, ma solo due richiedono interventi minimi. Gli altri sono in condizioni vegetative buone o ottime.

I pini nel parco di via Podgora
I pini nel parco di via Podgora

Il metodo errato: perché la sola VTA non basta 

Secondo Sani, la valutazione del Comune si fonda su tre errori:

1. Analisi visiva senza approfondimenti strumentali

Niente tomografie, prove di trazione controllata, scavi radicali e dendropenetrometrie.

2. Mancata applicazione della ISO 31000

Che consente di valutare pericolosità reale, vulnerabilità del sito e livello di rischio.

3. Schede albero poco chiare e omogenee

Le schede del Comune, spiega l’esperto, sono spesso simili tra alberi da abbattere e da conservare, prive di giustificazioni, prive di fotografie e con indicazioni generiche.

Il valore economico degli alberi: un patrimonio da 2,5 milioni di euro

Grosseto Città Aperta ha chiesto a Sani anche una stima economica, applicando il metodo Orebla.

Risultato: un pino domestico vale tra 8.732 € e 26.138 €, i pini da abbattere sono oltre 150 e il valore complessivo supera i 2,6 milioni di euro. E questo senza contare olmi, platani e eucalipti.

«Non basta piantare nuovi alberi». Il monito di Ginevra Detti 

Detti ha spiegato uno degli aspetti più sottovalutati: le piante giovani non hanno la capacità di assorbire CO2 delle adulte, spesso muoiono nei primi anni, la loro perdita passa inosservata e le piante adulte sono più resilienti al cambiamento climatico

«Dire che si tagliano alberi ma poi si pianta è un messaggio fuorviante – spiega – perché la perdita di un grande albero oggi è un danno immediato e non compensabile per decenni».

“Verde in mappa”: il primo censimento partecipato delle piante secche

Grosseto Città Aperta ha lanciato un progetto di citizen science per censire le piante secche in città.

Chiunque può partecipare tramite Google Form. QUI IL LINK

Lo si può fare con foto, con indicazione della via e con descrizione libera.

L’obiettivo è creare una mappa pubblica del degrado del verde, utilissima anche per l’amministrazione.

Le richieste finali: nuova valutazione immediata e stop ai tagli non giustificati 

Le opposizioni chiedono una nuova valutazione tecnica completa, la sospensione degli abbattimenti in attesa delle verifiche, l’adozione della ISO 31000, ma anche un piano del verde urbano e la trasparenza totale delle schede albero

De Martis sintetizza così: «Se il vicesindaco dice che “occorre una verifica bella e approfondita”, allora si faccia davvero. I cittadini non meritano tagli affrettati e non motivati».

Intanto però con determinazione dirigenziale N. 2576 del 05/11/2025 il responsabile del procedimento, Stefano Spallone, ha già affidato l’incarico del taglio alla ditta Evergreen Srl di Grosseto, per circa 75mila euro, iva inclusa.

Una città davanti a un bivio  

Il caso è tutt’altro che chiuso. I cantieri per gli abbattimenti potrebbero aprire a giorni, ma la controperizia di Sani cambia radicalmente lo scenario.

Due visioni si scontrano: da un lato, una gestione del verde basata su valutazioni rapide e interventi drastici, dall’altro, un approccio scientifico, misurato, fondato su dati e analisi.

Il patrimonio arboreo di Grosseto non è una questione estetica: è una questione ambientale, economica, sociale e culturale. E la differenza tra gestirlo e tagliarlo non è mai stata così evidente.

Fra l’altro il tema è caldissimo e molto sentito in modo trasversale da tutta la popolazione di Grosseto. E un intervento di questo genere, a un annetto dal voto amministrativo, non è neppure una scelta strategica… astuta. Mettiamola così.

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