FOLLONICA. C’è agitazione tra i consiglieri di opposizione per alcune modifiche al regolamento del consiglio comunale che sono state proposte dal presidente Alberto Aloisi in occasione dell’ultima commissione dedicata.
Durante la commissione dedicata alle modifiche del Regolamento del Consiglio comunale Aloisi avrebbe dichiarato che si tratta di «modifiche da tempi di guerra» facendo riferimento al lavoro svolto dall’opposizione nei consigli comuniali.
Aloisi vorrebbe ridurre i tempi per le domande di attualità e delle dichiarazioni di voto e concedere al presidente la possibilità di sospendere le sedute. Un atto «gravissimo» secondo i consiglieri e le consigliere del Partito Democratico, Follonica a Sinistra e Andrea Pecorini Sindaco.
«Modifiche da tempi di guerra»
«Durante la commissione dedicata alle modifiche del Regolamento del Consiglio comunale, il presidente Aloisi ha dichiarato che si tratta di “modifiche da tempi di guerra” – dice l’opposizione – Parole gravissime e fuori luogo, ancor più perché pronunciate da chi ricopre un ruolo di garanzia e dovrebbe tutelare il corretto funzionamento dell’aula e i diritti di tutti i consiglieri, non alimentare divisioni o contrapposizioni».
Per i consiglieri, «in un momento storico in cui la guerra è una realtà tragica, che uccide, affama e costringe milioni di persone a fuggire, evocarla con leggerezza nel contesto del dibattito politico locale è un’offesa al senso delle istituzioni e alla sensibilità di chi crede nella democrazia e nel dialogo. Ma le parole di Aloisi, purtroppo, rispecchiano perfettamente il metodo e l’impostazione della destra che governa Follonica: chiusura, arroganza e nessuna disponibilità al confronto».
Le modifiche al regolamento
Durante la commissione dedicata alle modifiche del Regolamento del Consiglio comunale è infatti stato presentato un testo già definito in ogni dettaglio e corredato di pareri tecnici, «un fatto compiuto che svuota di significato il lavoro del Consiglio – dicono i consiglieri del Partito Democratico, Follonica a Sinistra e Andrea Pecorini Sindaco – Dietro la retorica dell’efficienza e della digitalizzazione si nasconde un chiaro obiettivo: limitare il dibattito e ridurre al minimo la voce dei consiglieri. Ridurre a tre minuti le domande d’attualità e a due minuti le dichiarazioni di voto, che oggi sono entrambi di cinque minuti, non è modernizzazione: è censura. Concedere al presidente la possibilità di sospendere le sedute “di sua sponte” non è equilibrio istituzionale: è un accentramento di potere che indebolisce la rappresentanza democratica».
Chiesto un «atto di responsabilità»
I gruppi di centrosinistra hanno chiesto un atto di responsabilità: «Ritirare la proposta e aprire un confronto vero, trasparente e rispettoso. La maggioranza – concludono – ha preferito invece il rinvio, una decisione che appare come l’ennesimo tentativo di guadagnare tempo prima di imporre la propria volontà. Il Consiglio comunale non appartiene alla maggioranza: appartiene a tutta la città».




