Aumenta il gasolio, stangata dal 2026. Autotrasportatori in allarme | MaremmaOggi Skip to content

Aumenta il gasolio, stangata dal 2026. Autotrasportatori in allarme

I prezzi dei carburanti in costante aumento. Da gennaio 2026 arriveranno le nuove accise, e il prezzo della benzina e del gasolio esploderà. Rabbia di Cna, in allarme per il settore degli autotrasporti
In arrivo l'aumento dei carburanti, la rabbia della Fita Cna (nella foto Michele Demi)
In arrivo l’aumento dei carburanti, la rabbia della Fita Cna (nella foto Michele Demi)

GROSSETO. L’allarme è lanciato da più parti: il prezzo dei carburanti, benzina e diesel continua a crescere, e dal prossimo gennaio 2026 salirà ancora più in alto per l’aumento delle accise, già inserito nel testo della bozza della legge di bilancio. In particolare quella del gasolio sarà allineata a quella della benzina.

Più o meno succede sempre così, quando lo Stato ha bisogno di soldi va a gravare sui prodotti di maggior consumo, su tutti i carburanti.

I listini dei carburanti sono dunque destinati a salire e fare rifornimento peserà di più sulle tasche degli automobilisti: al 3 novembre il prezzo medio della verde in modalità self ha superato la soglia di 1,7 euro al litro, toccando punte di oltre 2,3 euro al litro in modalità “servito” su alcuni impianti della rete autostradale.

Il diesel si assesta invece a 1,643 euro al litro. Resiste al momento la Regione Toscana, fra le aree dove i carburanti costano di meno.

In Toscana la benzina ancora sotto la soglia di 1,7 euro al litro, in modalità self service

  • Toscana – benzina a 1,685 euro al litro;
  • Lazio – benzina a 1,686 euro al litro;
  • Piemonte – benzina a 1,687 euro al litro;
  • Veneto – benzina a 1,687 euro al litro;
  • Lombardia – benzina a 1,690 euro al litro;
  • Marche – benzina a 1,690 euro al litro;
  • Lombardia – benzina a 1,690 euro al litro;
  • Emilia-Romagna – benzina a 1,692 euro al litro;
  • Umbria – benzina a 1,693 euro al litro;
  • Abruzzo – benzina a 1,698 euro al litro;
  • Campania – benzina a 1,700 euro al litro.

Le regioni dove costa invece la benzina costa di più

Il Codacons ha messo insieme i dati, elaborando i numeri forniti quotidianamente dal governo: in 11 regioni d’Italia il costo medio della benzina ha già superato la media di 1,7 euro al litro. Oltre alla provincia autonoma di Bolzano, dove si aggira intorno a 1,760 euro/litro.

I prezzi in media più elevati in modalità self

  • Basilicata – benzina a 1,734 euro al litro;
  • Provincia di Trento – benzina a 1,734 euro al litro;
  • Calabria – benzina a 1,730 euro al litro;
  • Sicilia – benzina a 1,725 euro al litro;
  • Puglia – benzina a 1,721 euro al litro;
  • Valle d’Aosta – benzina a 1,719 euro al litro;
  • Liguria – benzina a 1,718 euro al litro;
  • Friuli-Venezia Giulia – benzina a 1,712 euro al litro;
  • Sardegna – benzina a 1,711 euro al litro;
  • Molise – benzina a 1,706 euro al litro.

In autostrada la super ha superato i 2,30 euro al litro

Guardando alla rete autostradale, sempre sulla base dei dati pubblicati dal Mimit, sempre al 3 novembre, i prezzi in modalità “servito” hanno già superato la soglia psicologica dei 2,3 euro al litro su un impianto della A21 Torino-Piacenza, dove la benzina viene venduta a 2,349 euro al litro. Sono 2,299 gli euro al litro anche in alcuni distributori ubicati sulla A1 Milano-Napoli e sulla A4 Torino-Trieste. La media generale della verde in modalità servito, guardando ai dati elaborati dalla Staffetta, è di 1,843 euro al litro.

Anche il gasolio è più caro in autostrada

Il gasolio risulta essere più caro sempre sulla A21 Torino-Piacenza: 2,289 euro al litro (con dati però fermi al 2 novembre).più caro sempre sulla A21 Torino-Piacenza: 2,289 euro al litro (con dati però fermi al 2 novembre).

Manovra e accise, i rincari da gennaio 2026

Il Codacons ricorda, come anticipato, che il quadro è destinato a cambiare a breve. Da gennaio scatterà un nuovo aumento sul gasolio, per effetto delle norme inserite nella manovra finanziaria per il prossimo anno.

L’obiettivo è allineare le accise sulla benzina e sul diesel, portandole entrambe a 0,6729 di euro al litro. Significa che quella sulla benzina calerà (ora supera la soglia fissata per il futuro), mentre quella sul diesel salirà. L’accisa sulla benzina, ora di 0,7134 euro al litro, si abbasserà dunque di 4,05 centesimi. Quella sul diesel invece crescerà dello stesso importo.

Il Codacons sottolinea che, considerata anche l’Iva al 22%, la legge di bilancio porterebbe un pieno di gasolio da 50 litri a costare 2,47 euro in più rispetto ad oggi, con un maggior esborso su base annua, ipotizzando due pieni al mese, da +59,3 euro ad autovettura. A essere interessate dalla misura sarebbero circa 16,6 milioni di automobili diesel sull’intero parco auto circolante italiano. Ma se si considera anche l’incremento da 1,5 centesimi scattato lo scorso maggio, il rincaro complessivo sul gasolio raggiunge quota 3,38 euro a pieno, in su di 81,1 euro all’anno. 

La preoccupazione di Cna per l’autotrasporto

C’è preoccupazione nel mondo dell’autotrasporto per la modifica unilaterale dei termini per l’allineamento dell’accisa sul gasolio alla benzina, contenuta nel testo della legge di Bilancio 2026.

«Avevamo già contestato l’articolo 3 del dlgs 43/2025, che stabiliva un percorso graduale di incremento dell’accisa, pari a 1,0-1,5 centesimi di euro al litro tra il 2025 e il 2029 – spiega Michele Demi, presidente di Cna Fita Grosseto -. Adesso questo pesante impegno viene aggravato da quanto previsto nella legge di Bilancio, che stabilisce una crescita cumulativa per il 2026, pari a 4,05 centesimi di euro al litro e non più a 1,5 centesimi come previsto. Così facendo, l’accisa aumenta del 200% rispetto alla previsione originale».

Secondo Cna Fita, la misura colpisce con particolare durezza i veicoli di piccola portata, di massa complessiva inferiore a 7,5 tonnellate che, a differenza dei mezzi pesanti di ultima generazione, non beneficiano di alcun meccanismo di recupero dell’accisa.

«Per questo settore – dice Demi – l’improvviso e inatteso incremento comporterà un maggior costo di oltre 24 milioni di euro rispetto a quello preventivato. A questo si aggiunge la situazione critica delle imprese che non hanno potuto ammodernare la flotta: per i circa 80mila veicoli immatricolati per il trasporto merci per conto terzi che circolano con una classe ambientale inferiore a Euro 5, il maggior costo rispetto al preventivato sarà di quasi 65 milioni di euro».

«A fare le spese di questa decisione – conclude Demi – sono migliaia di micro, piccole e medie imprese, che chiedono di poter recuperare interamente l’accisa, come avviene per i mezzi pesanti. Se questo non dovesse avvenire le imprese saranno costrette a chiedere un incremento delle tariffe di trasporto pari, almeno, all’aumento delle accise».

 

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