GROSSETO. Un pino imponente, probabilmente con un secolo di vita alle spalle, è stato tagliato questa mattina, venerdì 31 ottobre, all’angolo di via Manetti, lungo le Mura. Chi è passato di lì si è trovato davanti a una scena già vista troppe volte: tronchi sezionati, rami a terra e quel vuoto improvviso che cambia lo sguardo sulla città.
Il pino, alto e dalla chioma ampia, faceva da cornice naturale a quel punto della strada. Una presenza che dava ombra d’estate e carattere tutto l’anno.
Adesso, al suo posto, resta solo un grande cerchio di terra, con le radici recise esposte al sole.

Una città con meno alberi è meno bella
Sul verde però, la musica non cambia. Da tempo Grosseto è al centro di una discussione accesa: sicurezza e manutenzione da una parte, tutela delle piante dall’altra.
La recente sentenza del Tar, che non ha accolto il ricorso per i platani di piazza Ponchielli senza però entrare nel merito, lascia politicamente e urbanisticamente tutti i nodi irrisolti.
Perché un fatto è innegabile: una città con meno alberi è meno bella, meno accogliente, meno fresca d’estate. E anche meno “Bellissima”.
«Bellissima Grosseto» sì… ma ogni albero che cade è un pezzo in meno
L’amministrazione comunale ha fatto del claim «Bellissima Grosseto» uno slogan ricorrente. Ma la bellezza non nasce solo dal cemento, dalle rotatorie o da qualche aiuola rifatta.
Ogni volta che un albero cade, quel «bellissima» perde un pezzetto. Proprio come è accaduto stamani in via Manetti.
La città respira con i suoi alberi: quando li togli, il respiro si fa più corto.



