Balneari, Guerrini: «Norma del 1942, lo Stato ha cambiato le carte in tavola» | MaremmaOggi Skip to content

Balneari, Guerrini: «Norma del 1942, lo Stato ha cambiato le carte in tavola»

Il responsabile dei balneari di Marina di Grosseto e Principina, titolare del bagno Moby Dick, attacca dopo la sentenza del Consiglio di Stato: «Regole vecchie, rischiamo di distruggere l’economia locale»
Una veduta di Marina di Grosseto e Simone Guerrini
Una veduta di Marina di Grosseto e Simone Guerrini

MARINA DI GROSSETO. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre 2024 – tema affrontato ieri da MaremmaOggi insieme al nostro editoriale sul futuro delle spiagge – arrivano le prime reazioni dal territorio.

A parlare è Simone Guerrini, responsabile dell’Associazione Balneari di Marina di Grosseto e Principina a Mare e titolare del bagno Moby Dick, che definisce la norma applicata «vecchia, ingiusta e fuori dal tempo».

«Una legge nata in tempo di guerra»

Guerrini parte dall’articolo 49 del Codice della navigazione, al centro della sentenza: «Sai a cosa serviva quella norma? A smontare le strutture sul mare in caso di guerra, per far passare i carrarmati. È del 1942, una norma fascista nata in un contesto bellico. Oggi ci si basa ancora su quella».

Per il rappresentante dei balneari, la situazione è resa ancora più confusa dal fatto che non esiste una legge chiara su cosa sia una “struttura di difficile rimozione”: «C’è solo una circolare. E da vent’anni andiamo avanti così».

«Gli imprenditori hanno investito seguendo le regole dello Stato»

Guerrini difende gli investimenti fatti in decenni di attività: «Nessuno avrebbe messo un miliardo di lire o un milione di euro sapendo che dopo tre anni doveva chiudere. Noi abbiamo investito in base a una norma vigente, a un contratto con lo Stato. E ora lo Stato cambia le carte in tavola. Non siamo noi a essere venuti meno, ma lo Stato stesso».

«Spiagge vuote e cinque anni per ripartire»

L’impatto, secondo Guerrini, rischia di essere devastante per le località turistiche: «Cosa succede a Grosseto, Castiglione, Viareggio se gli stabilimenti vengono rasi al suolo? Restano spiagge vuote, in attesa di nuovi bandi e permessi. Solo per ricostruire servirebbero cinque anni. E in quei cinque anni, turismo e economia locale andrebbero in ginocchio».

«Una riforma serve, ma non così»

Guerrini non nega che serva una riforma del settore: «Una riforma del demanio è necessaria, ma questa norma è sbagliata per certi territori. Marina di Grosseto non è Nizza. Non credo che un imprenditore francese venga qui a fare impresa. E io, in Francia, potrei aprire uno stabilimento balneare? No».

«Regole uguali per tutti in Europa»

Il confronto con gli altri Paesi europei è inevitabile: «In Spagna le concessioni durano 75 anni, in Portogallo 60. In Italia invece si cancella tutto. Così siamo trattati come un Paese di serie B. Ma gli stabilimenti sono aziende, vere aziende, che danno lavoro e sostengono le famiglie. E ora tutto questo viene azzerato».


Cosa dice la sentenza del Consiglio di Stato

Con la decisione pubblicata il 21 ottobre, il Consiglio di Stato ha ribadito che le concessioni balneari non possono essere prorogate oltre il 31 dicembre 2027.

Dopo quella data, le spiagge dovranno essere riassegnate tramite gare pubbliche, come previsto dalla direttiva europea Bolkestein.

La sentenza ha anche ricordato che, alla scadenza, le strutture di difficile rimozione potranno essere incamerate dallo Stato, senza indennizzi.

(Leggi l’articolo completo sulla sentenza qui e l’editoriale di MaremmaOggi qui)

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