ISOLA DEL GIGLIO. Quando il mare s’infrange contro le rocce e il vento sferza le terrazze di granito, lì nasce un sogno che diventa leggenda: quello di fare vino in condizioni impossibili.
In questi giorni il Gambero Rosso ha nominato Francesco Carfagna Vignaiolo dell’anno nella guida Vini d’Italia 2026. Un riconoscimento che premia non solo la qualità del suo lavoro, ma anche una sfida di resistenza e amore in uno dei luoghi più belli – e più difficili – della Maremma insulare: l’Isola del Giglio.
Da professore di matematica al vignaiolo dell’isola
Pochi sanno che Carfagna non è nato vignaiolo. Era professore di matematica, un uomo abituato a ragionare per logica e formule. Ma negli anni Ottanta qualcosa lo ha spinto lontano dalle aule e vicino al mare, in un’isola che sembrava dimenticata dal tempo.
Durante una vacanza a Cala degli Alberi, il professore scoprì i resti di antichi vigneti abbandonati. Muri a secco crollati, terrazze invase dalla macchia, ma anche un’eredità contadina che chiedeva di essere salvata.
Fu una folgorazione: lasciò la cattedra e decise di dedicarsi alla viticoltura eroica.
«Se devo essere sincero del Giglio sono rimasto folgorato ad 8 anni, quando ci venni con i genitori. Poi, dopo 12 anni di insegnamento, decisi di cambiare vita. C’è voluto un po’ per trasformare il podere (circa 3 ettari di vigne, ndr) nella realtà attuale».
Oggi la sua azienda, Altura Vigneto, è un simbolo del Giglio e del coraggio di chi sceglie di restare fedele a una visione autentica.
E lui, a 74 anni, continua a lavorare in vigna: «È la mia vita, la vita che mi sono scelto» ci dice.

Vigneti che si arrampicano sul mare
I vigneti di Carfagna si estendono per poco più di tre ettari, ma sono un microcosmo unico.
Si arrampicano lungo i pendii scoscesi dell’isola, su terrazze che guardano il Tirreno e respirano la salsedine. Qui non entra alcuna macchina: tutto si fa a mano.
Ogni tralcio è potato a piedi, ogni grappolo raccolto con cura sotto il sole e il vento. È un lavoro fisico, duro, che richiede pazienza e dedizione. Ma proprio questa difficoltà dà ai suoi vini un’anima inconfondibile.
L’Ansonica, vitigno simbolo dell’isola, trova in questi suoli di granito un’espressione pura e minerale. Nel calice racconta il mare, la roccia, la luce abbagliante del Giglio.
«Qui si fa tutto a mano – racconta – il trattore non lo puoi usare. In fondo è un lavoro faticoso, ma ti fa sentire meno solo. Dicono che sia un vignaiolo eroico, mi piace questa definizione, ma sono solo uno che lavora duro. E il mio vino è unico, come in fondo lo sono io. Lo faccio alla maniera antica, credo che sia il modo migliore, prima nella vigna, poi nella cantina».
L’Ansonica come poesia del territorio
Nei vini di Carfagna c’è il profumo del sale e della macchia mediterranea. Ogni bottiglia di Altura racchiude un equilibrio tra forza e grazia, frutto di un lavoro che rifiuta compromessi.
«L’Ansonica è una certezza nella mia vita», racconta lui.
Una frase che spiega tutto: coerenza, identità, ostinazione. In un mondo del vino spesso dominato da mode e numeri, Francesco Carfagna resta fedele alla sua isola e alla sua idea di autenticità.
Il premio del Gambero Rosso: un riconoscimento al coraggio
La scelta del Gambero Rosso di nominare Carfagna Vignaiolo dell’anno è un tributo al coraggio di chi lavora in equilibrio tra cielo e mare.
Non solo un premio, ma un segnale forte: la qualità nasce anche da luoghi difficili, da mani che non si arrendono, da chi sceglie la via più dura ma più vera.
Carfagna è diventato un punto di riferimento per chi crede in una viticoltura etica e sostenibile, capace di custodire paesaggi e tradizioni.
Un calice che racconta il Giglio
Visitare l’Isola del Giglio e incontrare Francesco Carfagna significa scoprire un modo diverso di intendere il vino. Le sue degustazioni, organizzate tra i terrazzamenti di Altura Vigneto, sono esperienze immersive, dove vino, arte e natura si fondono.
Assaggiare un calice della sua Ansonica è come bere l’isola stessa: un sorso di mare, di sole e di silenzio.
Scheda tecnica
Nome azienda: Altura Vigneto
Vignaiolo: Francesco Carfagna
Zona: Isola del Giglio (GR)
Vitigno principale: Ansonica
Premio: Vignaiolo dell’anno 2025 – Gambero Rosso, Guida Vini d’Italia 2026
Filosofia: Viticoltura eroica, agricoltura manuale, rispetto del territorio



