GROSSETO. La Maremma, terra di pascoli antichi e orizzonti senza confini, è di nuovo teatro di una sfida che sembra venire da secoli lontani: il conflitto fra il pastore e il lupo. Da una parte ci sono i greggi, il latte che diventa pecorino, l’alba che porta uomini e cani sulle colline. Dall’altra l’ombra silenziosa del predatore, che di notte scivola tra gli oliveti e i boschi, lasciando dietro di sé paura e carcasse sbranate.
È un contrasto che ha segnato leggende e canti popolari, ma che oggi si gioca dentro numeri, indennizzi, cooperative, bilanci familiari. Perché in Maremma il latte non è solo lavoro: è identità, è presidio del territorio, è la storia dei pastori sardi che hanno piantato qui le loro radici, trasformando colline brulle in una delle culle del pecorino toscano. E ogni predazione non è solo la perdita di un animale: è il rischio di spezzare un equilibrio fragile, quello tra economia, cultura e natura.
La Maremma è il cuore del latte ovino toscano: già nel 2015 circa il 50% del latte ovino regionale arrivava dalla provincia di Grosseto; Manciano da sola conferiva ~9 milioni di litri/anno con 330 soci. Dato storico ma indicativo del peso locale. Oggi il conflitto con il lupo pesa sulla tenuta della filiera: la Regione Toscana ha aperto indennizzi ad hoc (dotazione 500mila € per il 2024; nuove domande anche per 2025) e parla di centinaia di attacchi su base annuale.
In Maremma almeno 60 allevamenti hanno subito una o più predazioni in meno di un anno (oltre 200 capi uccisi: pecore, agnelli, asini, vitelli), secondo la mappatura Coldiretti locale 2024-2025.
La dorsale del latte ovino grossetano: cooperative, artigiani, marchi
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Caseificio Sociale di Manciano (cooperativa): radicata dal 1961, fornitore della Gdo e perno di un’area conferente ampia. La letteratura tecnica (Rete Rurale) registra 330 soci e ~9 mln litri di latte ovino/anno (dato 2015).
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Caseificio Sociale Cooperativo di Sorano: ~150 soci (prevalentemente piccoli e medi conferenti), vocazione storica (dal 1963), anch’esso presente nella Gdo e nella Dop.
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Il Fiorino (Roccalbegna): una delle eccellenze italiane del pecorino (oltre 200 premi in concorsi mondiali; tra cui riconoscimenti top su linee come Riserva del Fondatore). Valore reputazionale con impatto sull’intero territorio.
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Altri caseifici diffusi (es. Grosseto città e area Ombrone, ma anche a Follonica e Massa Marittima) coprono l’intero spettro: dal pecorino Dop ai misti mucca–pecora, fino alle ricotte tradizionali.
Takeaway: la filiera grossetana è mista (cooperative + boutique di qualità), capillare (decine di caseifici e micro-produttori), e trainante per il Pecorino Toscano Dop, la cui sede consortile è a Grosseto.
Quanto pesa (davvero) sull’economia locale
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Quota produttiva: Grosseto ha storicamente espresso il 50% del latte ovino toscano. Anche se il dato è del 2015, il primato territoriale resta un riferimento per capire la scala economica.
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Base sociale: Manciano (330 soci) + Sorano (~150 soci) = ~480 aziende conferenti solo su queste due realtà; a ciò si sommano gli artigiani indipendenti (Il Fiorino e decine di piccoli).
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Valore reputazionale & export: i premi internazionali alimentano vendite e prezzo medio (brand Il Fiorino, linee Dop).
I valori monetari puntuali (fatturati aggregati provinciali del lattiero-caseario) non sono pubblicati in un’unica fonte ufficiale open, ma gli indici indiretti (litri conferiti, soci, premi, presenza in Gdo) delineano un comparto strategico per l’agroalimentare maremmano.
La comunità sarda in Maremma: un pilastro invisibile
Dagli anni ’60 in poi molte famiglie di pastori sardi hanno portato saperi, manodopera e greggi, trasformando l’ovino toscano (e la Maremma in particolare) in poli stanziali di latte e formaggio. La letteratura e gli archivi multimediali raccontano questa migrazione e il suo impatto.
Lupo: quante predazioni, quanti lupi
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Quanti lupi in Italia: ~3.307 (intervallo 2.945–3.608) è la stima ISPRA del monitoraggio nazionale 2020–21.
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Quanti in Toscana: stime regionali basate su modelli indicano ~880 lupi (densità ~4,3/100 km²), in linea con i range riscontrati nelle aree campione MASE–ISPRA.
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Predazioni in Maremma (2024–inizio 2025): almeno 60 aziende colpite in meno di un anno, >200 capi uccisi (pecore, agnelli, asini, vitelli), secondo Coldiretti e cronache locali.
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Indennizzi: 500.000 € stanziati dalla Regione per il periodo 1/11/2023–31/10/2024, con portale dedicato; nuova finestra per 1/11/2024–31/10/2025.
Cosa sta rischiando la filiera (tre effetti a catena)
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Stress sui conferimenti: greggi sotto pressione = meno latte e più costi (notte, recinzioni, cani da guardiania, perdite di capi/parti). In alcune aree della Maremma si denuncia calo produttivo e chiusure di stalle negli ultimi anni.
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Prezzo alla stalla e margini: i costi anti-predazione e la mortalità incidono sul costo litro, con riflessi su prezzi al caseificio e mix di prodotto (fresco vs stagionato).
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Rischio presidio rurale: senza greggi diminuiscono manutenzione del paesaggio e occupazione diffusa (pastori, magazzini, stagionatori, trasporto, negozi).
Che fare, le misure concrete e realistiche
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Prevenzione (priorità): cofinanziare recinzioni elettrificate efficaci e cani da guardiania; assistenza tecnica “sul campo” per la gestione dei pascoli notturni. (Indennizzi post-evento oggi ci sono, ma la finestra ex ante va potenziata.)
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Tempi di rimborso: garantire istruttorie rapide e automatismi minimi sul quantum per capo per non drenare liquidità agli allevamenti nelle stagioni critiche.
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Monitoraggio & gestione: con una popolazione regionale stimata ~880 lupi, aprire un cruscotto pubblico su eventi, branchi, predazioni e prevenzione attiva; usare dati per indirizzare le risorse dove l’impatto è più concentrato (Maremma in primis, ma soffrono anche aretino e senese).
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Valorizzazione di filiera: premiare (con bandi o accordi Gdo) i latte “protetti” (greggi con misure anti-predazione certificate), come leva per maggior prezzo e riduzione del rischio lungo la catena.
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Campagne di comunicazione: raccontare ai consumatori che il Pecorino Toscano Dop è anche presidio di biodiversità e paesaggio. La sede del Consorzio è a Grosseto, è un’opportunità per iniziative locali continuative.
La storia di una famiglia sarda a Montemerano
Negli anni ’70 i fratelli Melis arrivarono dalla Barbagia con 200 pecore. Oggi i figli gestiscono un gregge da oltre 800 capi, conferendo latte al Caseificio di Manciano.
Hanno introdotto recinzioni elettrificate e due cani maremmani, ma nel 2024 hanno subito tre predazioni con una ventina di pecore sbranate. «Noi non molliamo – racconta uno dei figli – ma senza aiuti concreti molti colleghi hanno già chiuso».
I fratelli Melis sono un esempio di come la comunità sarda abbia costruito radici solide in Maremma e ora viva il conflitto con il lupo sulla propria pelle.
Roccalbegna, il piccolo borgo che parla al mondo
Il Caseificio Il Fiorino continua a portare la Maremma sulle tavole internazionali.
Simone e Angela vantano più di 200 premi negli ultimi dieci anni, tra cui i “World Cheese Awards”. Linee come la Riserva del Fondatore e il Cacio di Venere vengono esportate in Europa, Stati Uniti e Giappone. Nonostante la dimensione familiare, l’azienda rappresenta un traino per il turismo enogastronomico: visitatori e giornalisti arrivano ogni anno per degustazioni e storytelling del pecorino.
Sono una “lighthouse company” che accende i riflettori anche sui piccoli produttori della valle.
Manciano, capitale del latte ovino
Il Caseificio Sociale di Manciano raccoglie latte da oltre 300 soci distribuiti in tutta la bassa Maremma. Produce pecorino Dop, freschi e stagionati destinati sia al mercato locale che alla grande distribuzione nazionale.
La cooperativa è nata nel 1961 e resta il più grande punto di raccolta latte ovino della Toscana. I soci conferenti sono soprattutto allevatori familiari, con greggi medio-piccoli: ogni predazione da lupo incide fortemente sul bilancio annuale. Questo è il cuore produttivo che rischia di rallentare se la pressione sui pastori non verrà alleggerita.
Domande e risposte FAQ
Quanti lupi ci sono in Toscana?
Stime regionali (modelli su dati di monitoraggio) indicano ~880 lupi; densità ~4,3/100 km², in linea con i range ISPRA.
Quanti lupi in Italia?
~3.307 (intervallo 2.945–3.608) secondo ISPRA (monitoraggio 2020–21).
Quanti allevamenti colpiti in Maremma?
Almeno 60 in meno di un anno, >200 capi uccisi; fonte Coldiretti/cronache 2024–25.
Quanto pesa il latte ovino di Grosseto in Toscana?
Storicamente ~50% dei litri regionali (Rete Rurale, 2015). Manciano: ~9 mln litri/anno, 330 soci (dato storico).
Chi sono i player nella provincia?
Manciano (coop, GDO), Sorano (~150 soci), Il Fiorino (eccellenza pluripremiata) e numerosi piccoli caseifici.




