PIOMBINO. La prima, piccola, boccata d’ossigeno è arrivata ieri, 16 settembre 2025, al Mimit, dove si è tenuto il tavolo su Liberty Magona. L’azienda ha comunicato a sindacati e ministero che pagherà gli stipendi arretrati (agosto) entro il 25 settembre e si è detta disponibile a rimodulare l’accordo di Cig per favorire il pagamento diretto da parte dell’Inps.
Sul fronte strategico, nessun passo avanti sulla cessione: il confronto è stato aggiornato all’8 ottobre. Una data da segnare sul calendario col cerchietto rosso.
Nel frattempo, a Piombino restano circa 500 lavoratori senza retribuzione di settembre e uno stabilimento praticamente fermo dopo un’estate a produzione a singhiozzo.
La partita della vendita: l’offerta Trasteel e le alternative
Sul tavolo c’è un’offerta degli svizzeri Trasteel, indicata come la via più concreta per evitare l’esito peggiore. La scadenza dell’offerta è fissata al 30 settembre; nel corso dell’estate si erano registrate più manifestazioni d’interesse, con Trasteel tra i soggetti attivi già nelle fasi esplorative.
Oggi però non risultano avanzamenti formali dopo il tavolo del 16 settembre.
Trasteel è un gruppo con sede a Lugano, attivo nel trading e in investimenti nell’acciaio (piani e lunghi), con rete globale e recente attività anche sui derivati dell’acciaio europeo.
Perché la Magona conta (ancora)
Magona è un pezzo di identità industriale di Piombino. Le sue radici affondano nell’Ottocento: prime esperienze nel 1865–66, poi riavvio nel 1891–92 con la specializzazione nelle bande stagnate e, col tempo, nella zincatura e preverniciatura.

Il perimetro proprietario ha seguito i grandi movimenti della siderurgia italiana ed europea:
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Ilva/Lucchini negli anni ’90,
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Usinor/Arcelor/ArcelorMittal tra fine anni ’90 e 2000,
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passaggio a Liberty (Gfg Alliance) nell’ottobre 2018.
Oggi il sito è (tecnologicamente) un leader nazionale nei laminati piani zincati e preverniciati, con linee di decapaggio e rivestimento, collocato logisticamente sul mare con accesso diretto ai flussi di coils.
Come si è arrivati alla crisi attuale
Il gruppo Liberty/Gfg ha attraversato dal 2021 forti tensioni finanziarie dopo il crac di Greensill Capital, storico finanziatore della galassia. Il legame ha toccato anche l’Italia: Liberty Magona risultava destinataria di un prestito Greensill garantito da Sace nel 2020–21. Negli anni successivi, la ristrutturazione del gruppo è proseguita tra vendite, liquidazioni selettive e interventi pubblici in alcuni Paesi.
Sul piano industriale, Magona ha alternato fasi di rilancio (riavvii e piani di incremento capacità nel 2021–22) a stop e Cig per la scarsità di materia prima e i nodi finanziari del gruppo. La fotografia dell’ultimo mese parla di volumi minimi e fabbrica quasi ferma.
Cosa significa l’impegno a pagare entro il 25 settembre
L’annuncio al Mimit è un sollievo temporaneo: sblocca la mensilità di agosto e, con la rimodulazione della Cig, può agevolare liquidità ai lavoratori in un contesto di produzione ferma. Ma non risolve:
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settembre e mesi successivi restano un’incognita finché non c’è continuità industriale;
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senza un passaggio di proprietà o un piano finanziato, il rischio è di perdere clienti e filiera, con ricadute permanenti.
Gli scenari prossimi (date alla mano)
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25 settembre 2025: scadenza interna indicata per pagare gli stipendi di agosto. Cartina tornasole della tenuta finanziaria di breve periodo.
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30 settembre 2025: deadline dell’offerta Trasteel. Sarà il banco di prova per capire se c’è una trattativa effettiva e su quali condizioni (perimetro, occupazione, debito fornitori, investimenti).
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8 ottobre 2025: nuovo tavolo al Mimit. Se nel frattempo non maturano atti concreti, il ministero dovrà decidere come forzare la transizione (anche valutando interventi-ponte) per evitare l’implosione industriale.
Le tre chiavi per salvare la Magona
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Continuità produttiva: servono materie prime, ordini e un minimo di capex per mantenere affidabilità sui rivestimenti (zincatura e preverniciatura). Ogni settimana persa erode mercato.
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Soluzione proprietaria “industriale”: il profilo Trasteel è di settore (trading e investimenti sull’acciaio), quindi potenzialmente più adatto a garantire feedstock e sbocchi rispetto a investitori solo finanziari. Ma vanno chiariti piani occupazionali e investimenti.
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Governance pubblico-privata nel transitorio: se il closing slitta, strumenti pubblici (Cig mirata, garanzie su capitale circolante, eventuali misure ponte) possono mettere in sicurezza redditi e impianti nell’intervallo tra gestione uscente ed entrante. Le richieste sindacali al Mimit vanno in questa direzione.
Cronologia essenziale
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1865–66: primi tentativi siderurgici a Piombino con Magona d’Italia e il convertitore Bessemer (macchinario del XIX secolo a forma di pera che trasformava la ghisa liquida in acciaio, ndr), esperienza pionieristica ma effimera.
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1891–92: rilancio della Magona; specializzazione in bande stagnate.
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1992–2005: passaggi da Ilva/Lucchini a Usinor/Arcelor e poi ArcelorMittal.
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Ottobre 2018: vendita a Liberty (Gfg Alliance), nasce Liberty Magona.
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2021–25: crisi finanziaria del gruppo post-Greensill; ristrutturazioni, fermate e tavoli di crisi in più Paesi.
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16 settembre 2025: impegno a pagare entro il 25/9, ma nessun avanzamento sulla cessione; tavolo aggiornato all’8/10.
La posta in gioco per Piombino
Per Piombino, Magona non è solo occupazione diretta: è competenza di filiera (coils zincati/preverniciati), indotto logistico-portuale e reputazione sui clienti europei. Perdere continuità oggi significa scivolare fuori dalle forniture 2026 dei settori edilizia, elettrodomestico e meccanica leggera.
Serve un atterraggio ordinato: o closing rapido con un acquirente industriale (Trasteel in primis), o un paracadute pubblico temporaneo che eviti lo svuotamento degli impianti e protegga i redditi.
In sostanza, il 25 settembre dirà se c’è fiato; il 30 settembre e l’8 ottobre se c’è un futuro industriale.
In gioco ci sono 500 posti di lavoro, in gioco c’è la tenuta economica di Piombino.
Il sindaco Ferrari: «Vera soluzione la cessione»
Palpabile la preoccupazione dell’Amministrazione che, se da una parte ha incassato l’Accordo di programma per Metinvest Adria, con una tempistica abbastanza certa, ma anche con nodi ancora da sciogliere, su tutti i soldi necessari per il porto, dall’altra rischia di essere trascinata dentro ad una crisi che sarebbe letale per la città.
«Il Comune di Piombino ribadisce con fermezza – ha scritto il sindaco Francesco Ferrari – che la vera soluzione strutturale non può che passare attraverso la cessione dell’azienda a una realtà più solida e affidabile. In questo senso, Liberty Magona ha confermato l’interesse di un soggetto industriale disposto a formalizzare un preliminare di acquisto entro settembre».