CAMPIGLIA MARITTIMA. Sabato 6 sera c’era il ministro della difesa, Guido Crosetto, all’incontro a villa Mussio con il direttore del Tirreno, Cristiano Marcacci. Ma l’Amministrazione di Campiglia Marittima, che pure ha dato il patrocinio alla rassegna, non era presente.
Così è scoppiato il caso, dopo la denuncia del consigliere de La Svolta, Stefano Sinibaldi e della stessa lista di opposizione. Che hanno parlato di sgarbo istituzionale.
La sindaca risponde a stretto giro di posta, dicendo che non è stata una svista, ma una scelta. Né la sindaca, né gli assessori della giunta, sono voluti andare dal ministro: «Ha posizioni distanti dalle nostre. La nostra una scelta di coerenza».
La Svolta: «Un’assenza grave quella dell’Amministrazione dal ministro»
«Sabato sera – scrivono i consiglieri de La Svolta – eravamo presenti a villa Mussio con i nostri consiglieri comunali, ma anche elettori, simpatizzanti. Eravamo mescolati con centinaia di cittadini ad ascoltare un grande ministro preparato ed equilibrato come Guido Crosetto».
«Ma il punto non è questo. Sabato sera era presente lo Stato italiano con il ministro della difesa, i corpi militari, il prefetto, il questore e tanti sindaci o loro rappresentanti, peraltro di vari orientamenti politici. Grande assente, notato da tutti, il Comune di Campiglia che solitamente partecipa portando il saluto direttamente con la sindaca o con i propri amministratori. È stata una scelta o tutti e sei i membri della giunta erano contemporaneamente impossibilitati?»
«Lo chiediamo perché come ha ben detto il nostro Stefano Sinibaldi con un post, nello Stato bisognerebbe riconoscerci tutti, in particolare chi rappresenta le istituzioni locali, senza partigianerie faziose, ed essere presenti come Comune non è forma ma sostanza. Su questo chiediamo spiegazioni con un’interpellanza che verrà discussa nel prossimo consiglio comunale».
Ticciati: «Scelta condivisa con la giunta, non presenti per coerenza»
E sempre su Facebook, con un lungo post, risponde la sindaca di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati.
«Ci tengo a precisare – scrive – che la scelta di non partecipare è stata condivisa dalla sottoscritta con giunta, consiglio e maggioranza. La mia giunta non ha partecipato per varie ragioni e per massima trasparenza verso i cittadini, vado di seguito a rappresentare le ragioni sottese a questa decisione».
«Questa Amministrazione nutre il più profondo rispetto per la Repubblica e per le sue istituzioni e cerchiamo di onorarlo quotidianamente nel nostro operato amministrativo. Abbiamo concesso il patrocinio alla rassegna “Incontri di Villa Mussio – Estate 2025”, un’iniziativa culturale di rilievo e un’opportunità positiva per il territorio. Il patrocinio, però, ha carattere generale: non implica adesione alle posizioni politiche espresse dai singoli ospiti».
«L’incontro con il ministro della difesa Crosetto, dal titolo “Quale difesa per l’Italia e l’Europa”, non si configurava come una cerimonia ufficiale convocata dalle autorità dello Stato, bensì come un evento privato, organizzato in forma di intervista pubblica a un esponente politico che legittimamente esprime posizioni che rispecchiano la linea dell’attuale governo, ma che risultano distanti dalla visione politica della maggioranza che guida questo Comune».
«La sindaca gli assessori, ed i consiglieri comunali di maggioranza, in quanto figure politiche, hanno quindi scelto consapevolmente di non partecipare, per chiarezza e coerenza politica, che assume per noi un carattere ancora più preminente in un momento storico così delicato».
«Questa Amministrazione sostiene infatti che la via per la risoluzione dei conflitti non passi dal riarmo dei singoli Stati, ma dal dialogo, dal negoziato e dal rafforzamento delle iniziative diplomatiche. Siamo inoltre convinti che un aumento massiccio delle spese militari nazionali fino alla soglia del 2% del Pil rischierebbe di sacrificare ulteriormente lo stato sociale, già messo a dura prova, a danno di servizi essenziali come sanità, scuola e welfare».
«Per queste ragioni, l’assenza della sindaca, degli assessori e della maggioranza consiliare alla serata del 6 settembre non è stata una mancanza di rispetto nei confronti del ministro Crosetto o delle istituzioni dello Stato, bensì una scelta di coerenza e di trasparenza nei confronti dei cittadini».