PIOMBINO. Ambiguità e contraddizioni, questi gli elementi distintivi che caratterizzano la vicenda legata al rigassificatore. La Golar Tundra al momento della sua collocazione nel porto di Piombino prevedeva la permanenza in questo sito per un periodo della durata di tre anni, adesso tra le ipotesi pare essere più concreta quella della permanenza anziché lo spostamento verso un’altra area non ancora definita.
Dopo che l’ipotesi Vado è stata bocciata dall’ex sindaco di Genova Bucci, diventato governatore dopo Toti, che invece aveva aperto al trasferimento della fabbrica galleggiante in Liguria, la proroga o anche collocazione definitiva nel porto attuale pare essere quella più realistica.
Fallani: «Piombino, condannata alla marginalità»
Ad esprimersi su questo è la candidata Diletta Fallani, candidata di Alleanza Verdi e Sinistra al consiglio regionale.
«Questa incertezza è inaccettabile: il Governo deve rispettare gli impegni presi e la Regione non può rendersi complice di qualcosa di diverso rispetto alle premesse. Piombino non può diventare il deposito energetico nazionale a scapito della salute, dell’ambiente e dello sviluppo economico della città. Questo territorio ha già dato, subendo decenni di crisi industriali e promesse mancate. Continuare a imporre infrastrutture pesanti senza un reale percorso di riconversione e senza un piano di compensazioni concrete significa condannare la nostra comunità a un futuro di dipendenza e marginalità».
«Il governo Meloni ha scelto la scorciatoia: invece di pianificare seriamente la transizione energetica e puntare sulle rinnovabili, si affida a soluzioni temporanee che poi temporanee non sono. Non si può parlare di “emergenza” quando già si ha l’intenzione di far rimanere l’impianto a tempo indeterminato. Noi di Avs chiediamo che si rispetti l’accordo originario: tre anni e poi il trasferimento. Non siamo contrari alla sicurezza energetica del Paese, ma rifiutiamo che questa si faccia sacrificando Piombino».
Rispetto per la parola data
«Ci sono porti e aree industriali più idonei, meno esposte e meno penalizzate in termini di impatto ambientale ed economico, sul territorio nazionale. Invitiamo tutte le forze politiche, le istituzioni locali e i cittadini a unirsi in questa battaglia: non contro il futuro, ma per un futuro diverso, fatto di lavoro, sviluppo sostenibile e rispetto per la parola data».
«Piombino non può essere usata come tappo per coprire le inefficienze di una strategia energetica miope. La nave va spostata, e il governo deve assumersi la responsabilità di dirlo chiaramente».
