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Il Forum ambientalista: «Impianto di biometano scarica nella Diaccia»

C’è un progetto di riconversione dell’impianto di Cernaia in produzione di biometano. Il Forum ambientalista lancia l’allarme: «Triplicati i volumi e i liquami finiranno nella Diaccia. Rischia di soffocare come la laguna di Orbetello»
La Diaccia Botrona e l'attuale impianto di Cernaia, per il quale c'è un progetto di riconversione
La Diaccia Botrona e l’attuale impianto di Cernaia, per il quale c’è un progetto di riconversione

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Un progetto di  riconversione di un esistente impianto di produzione di energia elettrica da biogas per una potenza installata di 999 kW, nella zona di Cernaia, in impianto di produzione di biometano con potenzialità di immissione in rete pari a 500 Sm3/h (metri cubi/ora) ubicato nel Comune di Grosseto, ma a poco più di 1 km dalla Diaccia Botrona, allarma il Forum ambientalista.

Il progetto è stato presentato dalla società AleAnna Campopiano, società che, a Grosseto, fa riferimento ad Amedeo Vasellini, ma la cui maggioranza è stata acquisita, nel 2024, dalla multinazionale texana dell’energia AleAnna, comprandola (per circa 3,6 milioni) dalla precedente Società Agricola Campopiano.

Progetto che, al momento, è stato stoppato dalla Regione, dopo l’autorizzazione del Comune di Grosseto. Ma che potrebbe essere autorizzato a breve.

Il Forum teme che i reflui dell’impianto, attraverso il reticolo dei fossi della zona e le pompe di Cernaia, essendo a monte della Diaccia Botrona, finiscano proprio nell’area umida protetta, finendo per nutrire le alghe e, visto lo scarso ricambio di acqua con il mare, creino una situazione simile, se non peggiore, di quella della laguna di Orbetello.

La posizione dell'impianto attuale
La posizione dell’impianto attuale

Il Forum: «Triplicate le masse in ingresso, i liquami nella Diaccia»

«Chiediamo ai consiglieri eletti nei consigli comunali di Grosseto e di Castiglione della Pescaia, ai relativi sindaci e alla intera provincia – scrivono dal Forum ambientalista -, in particolare ai funzionari del settore ambiente, di intervenire sul procedimento autorizzativo, che il Comune di Grosseto ha già rilasciato (determinazione 119, del 17 gennaio 2025) e che la Regione si accinge a rilasciare, per il potenziamento dell’impianto di produzione del biogas di Cernaia».

«Tale nuovo impianto, triplicando le masse in ingresso pari a circa 560.000 tonnellate annue provenienti da allevamenti intensivi, qualora continuerà, come ha fatto finora, a non scaricare a norma le acque meteoriche dilavanti contaminate, scaricherà nella Diaccia Botrona alcune migliaia di tonnellate di liquami, che sono anche nutrienti della flora algale».

«Diaccia Botrona, bene collettivo da tutelare»

«La Diaccia Botrona – prosegue la nota del Forum ambientalista – non è solo un sito naturalistico ritenuto di grande importanza dalla comunità scientifica europea, perché uno dei rari siti di acqua dolce costiera con biocenosi rarissime. Esso è anche l’immagine della storia degli ultimi secoli della Maremma, della sua secolare bonifica, dell’immane lavoro dei badilanti e degli ingegneri idraulici. La visione del canale navigabile che collegava Grosseto al mare ne è la testimonianza. Per tutto questo la Diaccia Botrona è un bene collettivo da tutelare».

«Rischia di diventare come la laguna di Orbetello»

«Se nessuno interviene, in pochi anni la crescita algale e la loro successiva putrefazione porterà la Diaccia ad essere una laguna senza ossigeno, come oggi è la laguna di Orbetello. Tale rischio è reale poiché diversi rapporti degli organi di controllo hanno dimostrato negli ultimi anni che gli scarichi dall’impianto di biogas, oggi in esercizio, vengono raccolti dalle pompe di Cernaia e scaricati direttamente nella Diaccia Botrona».

«Accolte in parte le nostre osservazioni»

«La Regione, sollecitata, è intervenuta rammentando al Comune di Grosseto due aspetti importanti: sia che le sue autorizzazioni rilasciate alla modifica degli impianti sono subordinate alle autorizzazioni ambientali, sia che le osservazioni presentate dal Forum Ambientalista per evitare scarichi inquinanti sono parzialmente accolte».

«Al momento nessun altro Ente locale è intervenuto e data l’importanza del sito in questione sollecitiamo tutte la pubbliche amministrazioni ad intervenire ciascuno con le proprie competenze per prevenire un probabile processo di eutrofizzazione, come quello accertato nella laguna di Orbetello».

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