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Le macro Asl non funzionano, un referendum per riportarle provinciali

È in corso la raccolta di firme per il referendum regionale che vuol riportare le Asl su base provinciale. L’appello dell’associazione Schierarsi
L'ospedale Misericordia di Grosseto, arriva il referendum sulle macro Asl
L’ospedale Misericordia di Grosseto, arriva il referendum sulle macro Asl

GROSSETO. Le Asl di area vasta, nel caso della Maremma con Grosseto insieme ad Arezzo e Siena, così come sono, non funzionano. Lo sostengono i promotori del referendum regionale che, da qualche settimana, stanno raccogliendo le firme.

La sezione grossetana dell’associazione Schierarsi fondata da Alessandro Di Battista prende posizione a favore del referendum regionale consultivo che punta a ritornare – dopo 10 anni di esperienza di area vasta – ad un’organizzazione su base provinciale delle aziende sanitarie, considerando fallimentare l’esperienza delle macro Asl.

Il comitato promotore del referendum, grazie ad una prima raccolta di firme, ha già portato a termine la fase iniziale ed ottenuto l’ammissibilità del quesito dai competenti organi regionali. Oggi pertanto i cittadini toscani sono chiamati a sottoscrivere la richiesta di referendum, e l’obiettivo è quello di raccogliere le 35.000 firme necessarie entro il prossimo autunno.

Due i pilastri su cui poggia il referendum

Informarsi su questo referendum non è facile, nemmeno in rete si trovano facilmente informazioni, ma d’altronde – scrivono – «Questa sembra sia diventata oggi una caratteristica tipica di quei temi che non gratificano chi gestisce il potere».

Due sono i pilastri – scrivono da Schierarsi – su cui poggia questa raccolta firme:

1) I miglioramenti che la politica regionale ha cercato di ottenere con la riorganizzazione del servizio sanitario in aree vaste latitano. I tempi di attesa per visite specialistiche, esami ed operazioni non sono diminuiti come ci si attendeva; al contrario i cittadini sono spesso chiamati a spostamenti più lunghi per ottenere servizi un tempo più prossimi. I mezzi di informazione da tempo danno conto del caos nei pronti soccorso, della difficoltà di trovare un medico di famiglia soprattutto nei piccoli comuni, e di tanti altri disagi a cui sono sottoposte le persone bisognose di cure.  Le case della salute e le altre innovazioni (come i Pir, punti di intervento rapido) non hanno dato finora i risultati attesi. Difficile oggi trovare, anche fra i sostenitori del sistema sanitario regionale, chi non riconosca la necessità di migliorarlo.

2) Questo referendum pone forte l’accento anche sul tema ben più ampio dell’accentramento dei servizi in strutture sempre più grandi, sempre più burocratiche e sempre più distanti dalle vere esigenze dei cittadini, che oramai anche la pubblica amministrazione sembra considerare più come clienti che come persone. «….l’apparente intenzione di ottimizzare l’organizzazione sanitaria regionale ha principalmente realizzato un allontanamento dei processi decisionali dai cittadini e dai loro qualificati rappresentanti (i sindaci, che rimangono autorità sanitarie locali senza effettivi poteri). L’area vasta ha acuito tale allontanamento…» si legge nella relazione per la proposta di referendum.

Politica locale deresponsabilizzata, centri di potere lontani

«Prendendo spunto da questo ragionamento si può indulgere – scrive ancora l’associazione Schierarsi – anche in ben più ampie considerazioni:

  • L’impossibilità di un’azione diretta dei politici locali di fronte a questi apparati comporta una loro oggettiva deresponsabilizzazione ma al contempo fornisce loro un alibi personale per le inefficienze di un sistema di cui comunque restano attori;
  • L’allontanamento dei centri di potere determinato dalla macro strutture e la contemporanea necessità di continuare a raggiungere i territori con i servizi di base ha comportato uno spezzettamento di competenze, spesso a discapito della risposta complessiva del sistema alle esigenze di cittadini;
  • L’incremento della dimensioni della macchina burocratica origina procedure sempre più complesse che di per sé sono di ostacolo ad una rapida risposta, e possono favorire favoritismi e clientele, che sempre si annidano laddove c’è opacità. Perciò non è dato sapere quanto questa inefficienza sia subita e quanto sia cercata dalla classe politica, anche locale, che spesso su queste clientele sostiene la propria poltrona».

Il testo del referendum sulle macro Asl

Questo il testo del quesito referendario.

“Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del Servizio sanitario regionale incentrato  in tre aziende unità sanitarie locali (Ausl) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana 84/2015 (Riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 40/2005), al fine di assicurare una maggiore diffusione della Ausl sul territorio, organizzandole su base provinciale? Ciò al fine  di garantire un più efficace coinvolgimento delle comunità locali (necessario per una migliore analisi dei bisogni e delle esigenze dei cittadini toscani) ed anche una più adeguata e coerente risposta organizzativa, gestionale e socio- assistenziale: in particolare sulle liste di attesa, ricoveri ed accessi al pronto soccorso”.

Il primo referendum regionale

«Tutti argomenti validi e noti, però all’associazione Schierarsi preme rimarcare anche un altro aspetto: questo referendum sarebbe il primo a livello regionale, e Schierarsi è favorevole alla più ampia diffusione possibile di ogni meccanismo di democrazia diretta. Crediamo che su temi chiari a tutti il voto espresso da decine di migliaia di cittadini sia sempre ben più rappresentativo della volontà popolare che la scelta operata da pochi eletti. Quindi ben venga questo referendum, a cui speriamo facciano seguito altri, perché in questo momento storico caratterizzato da una profonda incertezza è bene che i cittadini si riapproprino della loro sovranità e riacquistino cognizione della necessità di impegnarsi per la salvaguardia dei beni collettivi».

«Pertanto invitiamo iscritti e simpatizzanti della nostra associazione ad informarsi degli orari di apertura degli uffici comunali del proprio comune e ad andare a sottoscrivere i moduli per la raccolta firme».

Dove firmare per il referendum

Ad oggi i moduli per la raccolta firme sono presenti nei Comuni di Campagnatico, Cinigiano, Civitella Paganico, Follonica, Grosseto, Manciano, Massa Marittima, Monte Argentario, Monterotondo, Montieri, Orbetello, Pitigliano, Roccastrada e Scansano.

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