SCARLINO. Ha avuto una reazione inaspettata, proprio di fronte al comando della compagni dei carabinieri di Follonica e ha cominciato a tirare calci e pugni ai militari per divincolarsi. Poi è scappato, in direzione di via De Gasperi, dov’è stato fermato pochi minuti dopo. Di nuovo, ha ripreso a divincolarsi e ad aggredire i carabinieri, mordendone uno a una coscia così forte da lacerargli i pantaloni.
I militari non hanno potuto fare altro che arrestarlo.
È la cronaca di una serata di follia quella di martedì 22 luglio quando l’uomo, 53enne originario di Verona che abita a Scarlino, è stato fermato all’altezza di Col di Sasso per un controllo. Serata finita poi in tribunale dove mercoledì 23 luglio l’uomo si è presentato di fronte alla giudice Agnieszka Karpińska per la convalida dell’arresto. L’uomo è accusato di resistenza a pubblico ufficiale.
Una notte di ordinaria follia
Il 53enne era stato fermato poco dopo le 21 sulla strada provinciale 60, a Col di Sasso, per un controllo. Era stato lui stesso a dire ai militari di aver consumato alcolici poco prima. I carabinieri non avevano l’alcoltest, quindi gli hanno chiesto di seguirli in caserma.
Una volta arrivati di fronte al comando, però, l’atteggiamento collaborativo che l’automobilista aveva avuto fin ad allora è scomparso: prima ha cominciato a prendere a calci e pugni i militari, prima di allontanarsi. Una volta raggiunto, ha continuato, prendendo a testate i carabinieri, fino a mordere uno dei militari a una coscia. Lacerandogli, con i denti, i pantaloni.
Gli uomini della compagnia dei carabinieri di Follonica hanno dovuto fare non poca fatica per rinchiudere il 53enne nella camera di sicurezza e perquisirlo. In tasca aveva un coltello a serramanico.
Pochi minuti dopo, in caserma, è arrivata anche la moglie dell’uomo, che ha cercato di calmarlo: prima di allora, non aveva mai avuto atteggiamenti simili.
Obbligo di firma
In attesa del processo per direttissima che si è celebrato mercoledì mattina in tribunale, la sostituta procuratrice Valeria Lazzarini, ha disposto gli arresti domiciliari. Difeso dall’avvocata Francesca Carnicelli, sostituita in aula dal collega Alessandro Bartolozzi, il 53enne si è presentato in tribunale.
Ha preferito non spiegare perché martedì sera, dopo aver seguito i militari fin davanti alla caserma, ha poi avuto quell’atteggiamento così aggressivo. Il vice procuratore onorario Massimiliano Tozzi aveva chiesto l’obbligo di dimora, la giudice ha invece disposto l’obbligo di presentazione alla caserma dei carabinieri.