GROSSETO. Il “tentativo” di due pensionati di Grosseto di comprare il Matera, se mai ci sia stato, diventa un giallo. Che va ben oltre il ruolo di Niccolino Pollini e Domenica “Domenichina” Vetrini, sempre che i due pensionati abbiano davvero avuto un ruolo in questa vicenda.
Perché tutta la grottesca storia assume i contorni del giallo, a partire dalla foto della donna con la sciarpa del Matera, sulla cui autenticità ci sono forti dubbi.
Ma anche sul perché questi due nomi siano finiti sulla cronaca di una questione così distante dalla Maremma, poi finita male perché il Matera non è stato venduto e, di conseguenza, neppure iscritto al campionato. Circostanza che, in qualche modo, riporta alla Maremma, perché la non iscrizione dei lucani (e di altre due società, Avezzano e Castelnuovo Vomano) ha portato al ripescaggio del Follonica Gavorrano in serie D.
Ma oltre alla foto il giallo si allarga ad altre circostanze, a partire dai collegamenti con le sorelle Gaia e Fulvia Falconi citate nel primo articolo, e all’oscuro di tutto, e le attività, sia pur molto romanzate, attribuite a Niccolino. Collegamenti che senza un suggeritore grossetano sarebbe stato molto difficile ipotizzare.
In fondo tutto, in qualche modo, gira attorno a Cana, meraviglioso paesino a due passi da Roccalbegna ma che, non ce ne vogliano i (pochi) residenti rimasti, erano 263 nel 2011, oggi sono ancora meno, non è poi così noto fuori dalla Maremma e dalla Toscana. A Cana i cognomi più diffusi sono appunto Falconi e Chimenti, in misura minore anche Lamioni, tanto che viene citato anche un certo Floris Chimenti, come facente parte della fantomatica cordata interessata al Matera.

Infine ci sono le dichiarazioni attribuite alla stessa Domenichina nelle quali cita i suoi due “avvocati”, facendo due nomi: Sorrento Lazzerini e Franco Giannini. Chiunque viva a Grosseto sa bene che queste due persone, chiamate in causa per chissà quale motivo, avvocati non sono.
L’avvocato Fanti: «Notizia surreale»
L’avvocato Marco Fanti, contattato da Niccolino e Domenichina, stupito quanto noi va detto, della grottesca vicenda, ci manda questa lettera, che pubblichiamo in modo integrale.
«Vi scrivo per conto dei signori Niccolino Pollini e Domenichina Vetrini per smentire la notizia, invero surreale, che i miei assistiti siano mai stati coinvolti in una fantomatica trattativa per l’acquisto della squadra di calcio del Matera».
«I signori Pollini e Vetrini sono dei semplici pensionati, non sono a capo di nessuna fantomatica “cordata” di imprenditori e sono completamente estranei al mondo del calcio».
«Le notizie riportate sul sito “notiziariocalcio.com” e da voi riportate con i relativi link nell’articolo “Se due pensionati ‘tentano di acquistare il Matera Calcio” sono frutto di completa invenzione. In particolare, i miei assistiti non sono mai stati a Matera, non hanno mai incontrato o avuto contatti con il presidente della locale squadra di calcio e non hanno mai rilasciato alcuna intervista alla redazione del sito “notiziariocalcio.com” verso la quale ci riserviamo di agire in via giudiziaria nelle forme di legge».
«Anche la foto della signora Domenichina con la sciarpa del Matera Calcio al collo, da voi citata nel vostro articolo, è frutto di un palese fotomontaggio ottenuto a partire dalla foto profilo dell’account Facebook della signora».
La foto creata con l’intelligenza artificiale
Partiamo dalla foto di Domenica “Domenichina” Vetrini. Foto che abbiamo ma che, per rispetto della signora, non pubblichiamo.
Proprio come dice l’avvocato Fanti siamo andati a vedere il profilo Facebook di Domenica. Profilo che usa per postare molte notizie a carattere religioso, vista la sua devozione, fa anche gli auguri a don Franco Cencioni per il suo compleanno. Tanto che nell’articolo originale si ipotizza che sia amica di papa Leone… Da Chicago a una pensionata della Maremma il passo è breve… Ma lasciamo stare.
In effetti la foto profilo è la stessa foto nella quale “indossa” la sciarpa del Matera. Ma, nel profilo è, ovviamente, senza sciarpa. La foto originale è un po’ sfocata.
Così abbiamo chiesto a ChatGpt, strumento online di intelligenza artificiale, di metterla a fuoco. E, con una seconda query, di farle indossare una sciarpa del Matera calcio.
E, miracolo dell’AI, ecco la foto incriminata…
E c’è anche un altro dettaglio, non proprio secondario. Nella foto la signora Domenichina indossa un golfino rosso, pare di lana, a maniche lunghe. Non proprio il capo ideale per affrontare i 40 gradi di inizio luglio fra i sassi di Matera. A meno che non ci fosse l’aria condizionata sparata al massimo, come nei centri commerciali di Bangkok dove se non ti copri appena entri ti prendi una botta di -20 gradi varcando l’ingresso.
I due “avvocati” grossetani
Il secondo giallo riguarda i due presunti “avvocati”, Sorrento Lazzerini e Franco Giannini. Che nella presunta intervista sarebbero un team legale al servizio della “zarina”, così viene chiamata, Domenichina.
Già ad una prima analisi avevamo scoperto, consultando l’albo nazionale forense, il database nazionale del Consiglio nazionale, cioè l’organismo apicale istituzionale dell’avvocatura, che rappresenta l’intera classe forense, che i due non risultano presenti.
Poi non c’è voluto molto, nel passaparola grossetano, per scoprire che queste due persone avvocati non lo sono mai stati. E chissà perché sono stati chiamati in causa.
Uno scherzo, o c’è altro?
Detto tutto questo, resta la domanda principale. Com’è nata tutta questa vicenda? E, soprattutto, per quale motivo?
Sia chiaro, al di là delle azioni dell’avvocato Marco Fanti a tutela dei due pensionati maremmani, i colleghi di Notiziariocalcio hanno fatto il loro lavoro. Ma la quantità di dettagli, i legami, gli intrecci fra famiglie e le presunte attività imprenditoriali da qualcuno sono state suggerite. Un “qualcuno” maremmano, da qui non si scappa. Magari lo stesso che ha taroccato la foto con l’AI.
Non ce ne vogliano Domenichina e Niccolino, ma fuori dal nostro territorio, chi li conosce?
C’è poi la figura dell’imprenditore di Alberobello, forse il vero interessato al Matera, poi ritiratosi di fronte a un’esposizione debitoria molto importante della società calcistica.
Insomma se, come scrive l’avvocato, e non abbiamo dubbi a crederci, i due pensionati a Matera non ci sono mai stati, come sono diventati i capofila di una cordata interessata alla società?
Qualcuno ha voluto fare loro uno scherzo, poi sfuggito di mano perché finito sui media? A Matera qualcuno si è spacciato per loro?
C’era un interesse a turbare le altre trattative per la vendita della società, che doveva essere chiusa in tempi molto stretti con il 21 luglio scorso come data ultima per l’iscrizione al campionato?
Risposte che, vi promettiamo, troveremo. Perché una vicenda grottesca e surreale adesso è diventata un giallo.



