CASTAGNETO CARDUCCI. Resterà esposta fino al 3 novembre, la mostra itinerante delle sculture di Giuseppe Bergomi, tra Bolgheri, Castagneto Carducci e Casale Marittimo. Arte diffusa sulla costa toscana. Le sculture di Giuseppe Bergomi, questo il titolo del progetto ideato e curato da Paola Maria Formenti.
Giuseppe Bergomi
Pullini: «Opere che tolgono il fiato»
Il percorso espositivo

La rassegna propone una selezione di 16 opere dell’artista bresciano, per lo più appartenenti a collezioni private, oltre all’opera Cubo con figure, 2002 (bronzo e acciaio corten), gentilmente concessa in prestito dalla “Fondazione Brescia Musei” e le tre nuove opere site–specific realizzate dall’artista appositamente per questo nuovo progetto.
A Castagneto Carducci, comune della costa etrusca, sono sei le opere outdoor visibili camminando tra le vie del borgo, tra queste spicca Ellisse (bronzo) – una delle tre nuove opere appositamente realizzate – e Cronografia di un corpo, 2012, (bronzo, acciaio e policromia), posizionate nel Piazzale Belvedere assieme all’opera Grande coppia su parallelepipedo, 1997, (bronzo) e Cubo con figure che guardano in alto, 2023.
Nella storica Piazza della Gogna sarà invece collocata la scultura Ilaria con gatto, 1991. Mentre a dominare lo scenario davanti al Municipio, in via Vittorio Emanuele, sarà la seconda nuova opera Geometrie descrittive 3 (corten, bronzo e ferro) rappresentante due figure, una seduta e una in piedi, in un gioco di equilibrio astratto che crea una connessione spaziale tra di loro.

A Palazzo Espinassi Moratti, in una stanza sotterranea di architettura medievale, sotto le volte del soffitto i cui volumi formano un tunnel stretto e lungo, sarà esposta la celebre scultura Africa con violoncello presentata in occasione della Biennale d’Arte di Venezia del 2011 (bronzo a grandezza naturale) in tutta la sua plasticità dirompente. La accompagnano una decina di sculture, figure di piccola dimensione, sullo stesso tema del corpo umano.
A Bolgheri, nel piccolo borgo medioevale famoso per il suo viale dei cipressi, sarà invece la terza nuova opera site-specific Stele con annunciazione (acciaio corten e bronzo), con un altorilievo dell’annunciazione e nella parte posteriore un piccolo Golgota, a dialogare con il sagrato della chiesa all’interno delle mura.
A Casale Marittimo, borgo medioevale che domina la Val di Cecina e offre viste mozzafiato sull’Arcipelago Toscano, tra piccoli slarghi e le minuscole vie si arriva alla Canonica dove ci si imbatte nelle sculture Ilaria e Valentina e Cubo con figure. Il percorso prosegue fino alla Piazza del Popolo dove all’Oratorio di San Sebastiano si incontra Colazione a letto, opera del 2024, raffigurante l’artista, la moglie, le figlie e le nipoti, un omaggio a tre generazioni della sua famiglia, simile a una gigantesca zattera – mausoleo di tre età della vita. Il percorso si conclude al Coppaio, con l’opera Piccola coppia su parallelepipedo, in una suggestiva piazza panoramica dove la vista si perde tra il cielo, la rigogliosa campagna e il mare.
L’essere nel mondo, la Scultura con la S maiuscola
Su Giuseppe Bergomi e le sue sculture, Gabriele Simongini scrive nel suo saggio Corpi d’anima e silenzio, tratto dal catalogo pubblicato da Skira in occasione della mostra: Giuseppe Bergomi. Sculture 1982 | 2024, Brescia, Castello Grande Miglio e Museo di Santa Giulia, 12 luglio – 1° dicembre 2024.

« Le figure di Bergomi, gettate nel mondo, sembrano interrogarsi, senza alcuna possibilità di avere risposte certe, sul mistero della vita umana e sul senso della presenza individuale. (…) Le sculture di Bergomi sono forme di resistenza dei residui valori umanistici e di un’autenticità esistenziale perduta che portano con sé la stabilità e il peso di una permanenza responsabile nel mondo, contrapponendosi all’odierna civiltà del flusso e dell’instabilità, dell’oblio e dell’esibizionismo, dell’irrefrenabile accelerazione di un sistema tecnico-industrial-finanziario ormai staccato dalla società civile e dalla scala umana».
«Le sue opere, attraverso i tempi e i modi di un fare che rispetta il nostro corpo, ci aiutano a non dimenticare che siamo umani, nonostante tutti i mutamenti epocali che stiamo vivendo dal punto di vista tecnologico e non solo e che stanno portando a un degrado dell’universo personale. Guardando con rispetto a tutto il suo percorso, si ammira la sua devozione a valori oggi desueti e negletti: la persistenza, la difficoltà, la pazienza, il mistero dell’essere umano nel mondo. Qui parliamo di Scultura con la maiuscola, e non dei tanti travestimenti fittizi che a essa vengono attribuiti attraverso l’assemblaggio oggettuale, l’installazione ambientale, il calco ‘simil-funerario’, l’accattonaggio da trovarobe e via discorrendo».