Cosa fare in Maremma: l'abbazia di San Pietro in Palazzuolo | MaremmaOggi Skip to content

Cosa fare in Maremma: l’abbazia di San Pietro in Palazzuolo

L’abbazia è nascosta dalla macchia mediterranea a circa 700 metri di altitudine. Oggi sono dei ruderi che parlano ancora dell’importanza che ebbe nel passato
Ciò che resta dell'Abbazia di San Pietro in Palazzuolo
L’abbazia di San Pietro in Palazzuolo a Monteverdi

MONTEVERDI. Per una giornata alternativa alla spiaggia, basta dirigersi verso le colline interne della provincia e la scelta si fa davvero difficile. Ma come sempre evitiamo di dare consigli scontati, nominare luoghi il cui nome ha già fatto diverse volte il giro del mondo e che si lasciano trovare senza il minimo sforzo. Per questo l’Abbazia di San Pietro in Palazzuolo fa al caso nostro.

Come arrivare

Si trova nel comune di Monteverdi Marittimo, più precisamente in località Poggio a Badia, non lontano dal primo nucleo abitato della zona (coordinate 43°09′55.25″N 10°44′11.86″E). Per raggiungere i ruderi dell’abbazia, una volta presa la direzione per Monteverdi Canneto all’incrocio sulla provinciale 136 del Frassine, si prosegue per circa due chilometri e mezzo, fino a quando si scorge il piccolo borgo di Canneto. Prima di arrivare al paese, si deve seguire una strada sterrata che si stacca sulla destra, lunga circa 2 km e facilmente percorribile a piedi e che richiede circa 40 minuti di cammino. Possibile anche arrivarci in macchina ma solo se fuoristrada.

La storia

L’abbazia risale al 754 d.C. ed è legata al nome di un nobile longobardo capostipite della famiglia dei conti della Gherardesca, che fece costruire anche un convento sulle rovine di una villa romana e un tempietto dedicato alla dea Bellona.  Anche le colonne di granito che delimitavano la costruzione erano della stessa epoca, con nodo longobardo in bassorilievo ma sono andate per lo più perdute per una probabile frana. Oggi quel che resta è esposto nel piccolo museo di Monteverdi Marittimo mentre il frammento più grande è in bella mostra all’ingresso del paese.

Il monastero nell’XI secolo acquistò notevole importanza, successivamente nel 1179 circa completamente traslocato nel sito di Poggio Badia, per regioni ignote. Nel 1298 divenne vallombrosano, fu abbandonato nel 1561 quando si richiese il trasferimento dei monaci dentro il castello di Monteverdi, a condizione che si mantenesse il titolo di San Pietro; questo nuovo convento si limitò ad un ospizio con due o tre monaci dell’abbazia di Vallombrosa, del quale si hanno notizie fino al 1781. L’abbazia fa parte della diocesi di Massa Marittima-Piombino.

Se avete ancora del tempo, non mancate di fare due passi nel piccolo borgo di Canneto che completerà una gita fuori dal tempo che porterete volentieri nei vostri ricordi.

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