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Il primo sciopero dei balneari, fra luci e ombre

La protesta del settore contro la legge Bolkestein è stata apprezzata. Ma la mobilitazione è stata a macchia di leopardo: a Castiglione della Pescaia e Follonica tutti aperti
Ombrelloni chiusi per lo sciopero dei balneari

GROSSETO. Se lo “sciopero” degli ombrelloni – gli stabilimenti hanno aperto con un paio d’ore di ritardo sul solito – doveva servire per far capire agli utenti le problematiche derivanti dall’istituzione della legge europea Bolkestein sulle concessioni, il risultato è stato sicuramente centrato.

In Maremma però non tutti hanno aderito, anche se il presidente dell’associazione balneari Simone Guerrini dice che «L’adesione è stata massiccia, circa il 90%».

Come detto però, non tutti i proprietari degli stabilimenti hanno scioperato: a Castiglione della Pescaia e Follonica per esempio gli ombrelloni sono rimasti aperti. Ma anche all’Argentario si parla di solo il 30% come conferma Daniele Avvento, vice presidente regionale Sib.

Guerrini: «Importante dare un segnale forte»

«Quello che volevamo lo abbiamo ottenuto – spiega Guerrini – il primo scopo era infatti far capire ai nostri clienti quello che stava succedendo, e i riscontri ci sono stati. Il messaggio è stato chiaro, e anche se non c’è stata una compattezza totale, tutti sappiamo bene quali sono le problematiche. A Castiglione o Follonica (che ha gli stabilimenti in area comunale) e anche a Grosseto le scadenze delle concessioni sono al 2033. Questo però non ci deve fermare, dobbiamo rimanere uniti e continuare a lottare».

Simiani (Pd): «Uno sciopero contro il governo che adesso rimane in silenzio»

«Lo sciopero massiccio dei balneari è la clamorosa conferma dell’incapacità di questo governo – ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione ambiente Marco Simiani – che solo ed esclusivamente per scopi elettorali ha illuso per anni intere categorie come i balneari, lasciandole adesso senza alcun indennizzo. Su questa catastrofe, che ha un solo responsabile e si chiama Giorgia Meloni, si registra oggi soltanto l’imbarazzo dei tanti esponenti di destra che avevano cavalcato le proteste con toni populisti ma che adesso si nascondono nell’assoluto silenzio».

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